Intervista esclusiva con il sindaco Bruno Valentini
Intervista a cura di Erica Nencini
SIENA. La questione della sede scout del gruppo Siena 12, gravemente danneggiata in seguito ad un incendio le cui cause sono ancora tutte da chiarire, riaccende il dibattito circa la vivibilità e la sicurezza di via di Pantaneto. Le reazioni dei cittadini alla notizia sono state contrastanti; in molti si sono scagliati contro il degrado della via, le sue problematiche che paiono insolubili e anche contro l’amministrazione, altri invece hanno preferito manifestare la loro solidarietà al Siena 12 e rimandare la rabbia. I media e i giornali si sono mossi denunciando, mentre la comunità scout ha lanciato un appello per promuovere il dialogo anche nelle realtà più problematiche.
Il sindaco di Siena, Bruno Valentini, dopo poche ore dall’accaduto scrisse su Facebook uno stato per esprimere solidarietà, promettendo poi l’installazione di telecamere di videosorveglianza h24 nella strada. A distanza di qualche giorno abbiamo voluto chiarire la posizione dell’amministrazione sulla vicenda intervistando il primo cittadino Bruno Valentini.
Quanto accaduto alla sede scout del gruppo Siena 12 riaccende un dibattito cittadino circa le condizioni di sicurezza e vivibilità in via di Pantaneto. Qual è la risposta del Comune a questi fatti?
Ciò che è successo alla sede scout è totalmente indipendente dalle vicende di Pantaneto. Mi spiego: la sede scout è stata più volte oggetto di atti di vandalismo, all’inizio di modesta entità e adesso più gravi, che non c’entrano nulla con il tema della movida e del corretto rapporto tra residenti e frequentatori notturni dei locali e della strada. L’aggressione contro la sede degli scout poteva avvenire dovunque e il tipo di atto compiuto non è legato al fatto che qualcuno si trattenga di notte nella via a bere o disturbi con schiamazzi e ancora, facendo i propri bisogni per strada. A questo giro sono entrati dentro la sede, hanno imbrattato muri e fotografie, poi l’incendio…come a voler rimarcare una distanza dalla cultura e dal modo di vivere e pensare degli scout. Le vicende sono quindi diverse. In questa situazione ci avrebbero aiutato le telecamere e infatti Pantaneto è una di quelle zone che sottoporremo a videosorveglianza h24. La sensazione che abbiamo è che si tratti di balordi, di ragazzi che vanno “tirati per le orecchie” e rieducati invece che sbattuti in galera. Questa è anche la lodevole e responsabile posizione che hanno assunto i capi dell’A.G.E.S.C.I, i quali hanno un approccio positivo alla vita e nei confronti dei ragazzi i quali devono essere educati al rispetto delle cose e delle persone.
Proprio gli scout, in questi giorni, hanno lanciato numerosi appelli in cui ribadivano la loro missione educativa, la volontà di stare tra i ragazzi e di instillare in loro un più profondo senso di cittadinanza rivolgendosi anche alle realtà più problematiche ed emarginate. Qual è la posizione dell’amministrazione circa le problematiche giovanili?
Allora, il comune non è la controparte del mondo e noi non possiamo occuparci di risolvere tutti problemi della società. È ovviamente un riferimento importante e spesso i cittadini vi si rivolgono, questo fa si che talvolta il Comune sia sommerso di richieste, alcune delle quali vanno oltre le nostre competenze e responsabilità. Il lavoro sulla strada e nei quartieri lo facciamo da tanto tempo e lo facciamo attraverso operatori professionali, varie associazioni e anche attraverso le contrade, le quali offrono un modello sociale di aggregazione che ha risolto preventivamente tanti problemi legati al mondo giovanile. Noi abbiamo vari progetti in corso, portati avanti anche in sinergia con associazioni e altri 15 comuni con cui, da poco tempo, abbiamo costituito la società della salute di area senese. I problemi a Siena non sono enormi, non si trascinano nel tempo e non sono irrisolvibili. Mi viene da dire che siano criticità alla portata della nostra collettività. Io credo che chi è entrato nella sede degli scout sia responsabile anche di piccoli atti di vandalismo contro le cose, le auto, le moto ed è per questa ragione che ho chiesto alla Questura e alla Polizia Giudiziaria di svolgere indagini più approfondite. Questi sono i tipici atteggiamenti di cui ci si vanta e penso sia possibile individuare i responsabili: tutti, compresi gli scout, meritano di poter vivere tranquillamente nella loro casa o nella loro attività. Ho anche parlato con l’Assessore Ferretti: disponiamo di una piccola somma di denaro e credo svilupperemo un progetto con operatori professionali che spero possano aiutarci a entrare nel mondo di questi ragazzi e delle loro problematiche. Ci faremo carico anche di questo, ma è la società che a sua volta deve interrogarsi e porsi il problema, a partire dai genitori.
Ritorniamo alla questione scout. La sede del gruppo Siena 12 si trova in Pantaneto e sebbene affermi che le due questioni devono essere distinte (problemi della via e vandalismo nella sede) in molti vedono una connessione tra i due fatti. In Comune avete lavorato per garantire una maggiore tranquillità della via. Un suo parere: cosa funziona e cosa no?
Intanto voglio sottolineare che Pantaneto è una realtà positiva. Fino a pochi anni fa era deserta e insieme ad altre aree poco frequentate poteva, in potenza, costituire un problema. Teniamo conto che una zona frequentata dove vi sono locali aperti e molte persone è sicuramente più sicura di una deserta. Inoltre, con il rifacimento dell’illuminazione e quindi proprio grazie ad un’illuminazione più efficace speriamo di garantire una migliore vivibilità nella nostra città, sia fuori che dentro le mura. Pantaneto prima era una zona non frequentata e i giovani tendevano a ritrovarsi solo in Piazza del Campo. Ad oggi sono due le zone tornate a nuova vita: Camollia e Pantaneto. In Camollia non vi sono problemi poiché è una zona con molti ristoranti che terminano le loro attività tra le 11 e mezzanotte. Pantaneto invece ha un altro tipo di locali e per ridurre i fastidi di cui molti cittadini si sono lamentati abbiamo agito su tre fronti. Per prima cosa abbiamo parlato con i commercianti cercando di sensibilizzarli alle problematiche emerse e chiedendo loro una collaborazione; per esempio il commerciante può aiutarci a garantire una corretta pulizia della strada raccogliendo eventuali bottiglie e bicchieri vuoti davanti al proprio locale. Nel caso in cui questa collaborazione che noi cerchiamo non avvenisse, in Comune abbiamo una serie di ordinanze, su cui abbiamo riflettuto e lavorato per molto tempo, che possono essere applicate. Chiaramente vorremmo evitare questa strada, non ci piace applicare metodi repressivi. Ci siamo inoltre impegnati per garantire l’illuminazione della via anche dopo mezzanotte e sia la polizia che i carabinieri sono stati invitati ad intensificare il controllo della zona. Il fatto che durante il periodo estivo non vi siano stati grandi problemi in Pantaneto ci porta a pensare che non si stia parlando di un fenomeno di delinquenza bensì di una eccessiva movida notturna, movida che coinvolge per il 95% gli studenti. Ovviamente non vogliamo allontanare gli studenti e per questo abbiamo parlato anche con l’Università, grande patrimonio culturale ed economico della città. Credo che si debba prendere le misure con questa nuova realtà, lo faremo mettendoci la faccia e senza nasconderci, ponendoci come garanti di questo rapporto tra Università, studenti, contrade e cittadinanza.
Cosa può fare il Comune per gli scout che ad oggi si ritrovano senza un luogo dove svolgere delle attività? E ancora, siamo informati che da tempo si discuteva per dare nuovi locali alla sede scout, individuati nell’oratorio Gallerani. Sono quasi tre anni di trattative, a che punto siamo e soprattutto è possibile?
L’oratorio è disponibile ma non ha né bagni né uscita di sicurezza. Potremmo dare i locali, ma non so se sono funzionali alle attività che svolgono gli scout e soprattutto ci preoccupa la questione della sicurezza. Come contributo economico noi possiamo finanziare progetti. Nel caso in cui gli scout avessero un progetto interessante potremmo esaminarlo e svolgerlo insieme. Noi non facciamo finanziamenti diretti, ma finanziamo progetti condivisi.
