Scaramelli (PD) abbandona la sala dopo le contestazioni di alcuni partecipanti

SIENA. L’incontro organizzato ieri sera (7 ottobre) dall’Associazione Vittime del salvabanche a Palazzo Patrizi si è presentato come un momento di informazione collettiva per cercare di raccogliere adesioni e costituire un gruppo di opinione importante. Ciò in vista delle scelte che governo e CdA della banca Mps stanno per compiere sull’ennesimo aumento di capitale macchiato, ed è la novità, dal massacro dei risparmiatori che abbiano in portafoglio le cosiddette “subordinate”, che alla fine del percorso – stante le indiscrezioni sulla posizione congiunta che tengono il governo e la JP Morgan advisor dell’operazione – avranno valore zero, impoverendo risparmiatori cui era stato detto essere quello un investimento sicuro.
Nutrita la rappresentanza politica che si è dimostrata, nel caso della Lega e del Movimento 5 Stelle anche piuttosto ben preparata tecnicamente sull’argomento. A fare da contraltare c’era per il PD Stefano Scaramelli, che nonostante abbia dichiarato di essere dipendente della banca, si è perso in discorsi piuttosto generici che mal si confacevano con lo spirito di costruire un qualcosa con cui si era partiti. Questi discorsi hanno provocato la reazione un po’ accesa di alcuni partecipanti (vittime quindi del crac Etruria nel cui CdA sedeva il padre della ministra Boschi), tanto che Scaramelli decideva di abbandonare il consesso al secondo screzio, peraltro senza aver risposto a una puntuale domanda che lapresidente dell’Associazione Vittime del Salvabanche, Letizia Giorgianni, aveva fatto a tutti i relatori al tavolo intervenuti al primo giro. La domanda, apparentemente innocente quanto calzante, era “Se tu avessi in portafoglio le subordinate, cosa faresti?”.
L’incontro poi è stato appesantito da alcuni interventi che tornavano indietro nel tempo all’acquisto di Antonveneta nel 2008 – legittimi, ma anche questi fuorvianti dal tema principale – in cui però l’avvocato Falaschi ha puntualizzato due cose che potrebbero trovare spazi di approfondimento ulteriore. Secondo quanto ha riferito il professionista, l’autorizzazione che la Banca d’Italia (presidente Mario Draghi) avrebbe concesso a MPS per acquisire Antonveneta sarebbe falsa. La seconda notizia riguarda la difficoltà di piazzare a chicchessia 27 miliardi di non performing loans – il nodo centrale delle difficoltà di Rocca Salimbeni – perchè sarebbero inesistenti, se non addirittura sparite, le garanzie fidejussorie che sottostavano ai prestiti concessi. E ciò spiegherebbe perchè le offerte di acquisto dei crediti MPS arebbero un valore di cartolarizzazione al 17% invece che all’usuale valore di mercato che in tutto il mondo si aggira intorno al 40%.
Infine un appunto sull’intervento di Giannarelli, presidente della Commissione d’inchiesta su banca MPS della Regione Toscana: mesi di lavoro, riunioni, audizioni per raccontarci quello che da questo giornale è stato già scritto negli ultimi cinque anni è poca roba, un piccolo risultato. Possibile che non abbiano in Regione la possibilità di scavare un po’ più a fondo e arrivare a qualche nome eccellente di cui ci fanno intravedere le ombre alla fine di ogni ricostruzione?1