Lojudice: "Rimettere al centro la verotà evangelica"

ROMA. Questa mattina si è tenuto a San Pietro a Roma il pellegrinaggio regionale delle diocesi della Toscana che ha portato nella Capitale oltre diecimila toscani. Dopo il saluto di Papa Leone XVI alle ore 12,30 è stata concelebrata la Messa giubilare presieduta dal cardinale Augusto Paolo Lojudice.
“Ritrovarsi qui insieme in un momento particolare, significativo un Giubileo – ha detto il cardinale nell’omelia – tra i tanti che stiamo vivendo in questo anno, credo sia una bellissima occasione. Esserci trovati qui sulla tomba di Pietro e avere ascoltato le parole del Papa, la sua voce il suo messaggio, la sua esortazione. Credo che dia a tutti quanti noi una bella spinta per continuare a vivere la nostra fede nella quotidianità nell’oggi, in tutto quello che siamo chiamati a compiere”.
“Il Vangelo di oggi – ha proseguito – è molto breve, brevissimo i versetti, ma ci fa comprendere un po’ l’importanza dell’insieme del Vangelo di Luca e in particolare della figura di Maria e che ci fa capire come Luca l’Evangelista insegni il rispetto a Lei, la Madre di Gesù. Guardare a Lei è indispensabile sempre in ogni in ogni cammino, in ogni esperienza della nostra vita, vita di fede.
“Nella nostra vita – ha sottolineato – della nostra crescita nella nostra formazione. La madre che nutre il neonato che gli dà il latte, il discepolo dall’altra parte che si pone in ascolto di Dio, che riceve il latte della parola si lascia nutrire come un bambino appena nato. Maria di Nazareth le ha vissute entrambe queste esperienze. come madre hanno nutrito, come discepola è stata nutrita”.
“E allora – ancora il Cardinale – potremmo dire che l’insegnamento del Vangelo di questi due versetti contiene un annuncio e una provocazione. Sì, una provocazione per noi perché ci fa chiedere come ci mettiamo da ascoltatori della parola di Dio, quando la meditiamo personalmente, quando la ascoltiamo proclamata durante una celebrazione. Chiediamocelo. Riusciamo ad avere l’intima certezza che è la voce stessa di Dio che ci sta parlando in quel momento in quei momenti come adesso, come pochi minuti fa. Quando abbiamo ascoltato la sua parola. Sì, perché l’ascolto è uno dei delle chiavi fondamentali dell’esperienza della vita della vita in genere”.
“Oggi è l’11 ottobre, 63 anni fa, Giovanni XXII – ha proseguito – apriva uno dei momenti più importanti della storia della chiesa contemporanea il Concilio Vaticano II. vicinanza piuttosto che accennare che accentuare i contrasti”.
“Papa Leone – ha poi detto – ci ha consegnato da qualche giorno la Dilexit Me, la prima la sua prima esortazione apostolica, dove la cura dei poveri è al centro riconducendo all’essenziale della fede, perché i poveri non sono una categoria sociologica, ma sono la carne di Cristo”.
“Qualche giorno – ha concluso – fa abbiamo anche ricevuto tutti tutto il mondo questa notizia carica di speranza, la risposta positiva di chi accettava con alcune condizioni una proposta di pace per la Terra Santa. Forse si tratta di una possibilità di pace ancora incerta, proprio dettagliata, ma è un inizio che va aiutato e protetto le ferite profonde e non visibili hanno bisogno di cura di tempo per rimarginarsi senza infettarsi e senza infettare. San Francesco mite e profondo ci chiede di consolare di comprendere di amare reciprocamente con le sue indicazioni precise per chi vuole essere operatore di pace. Ed oggi nessuno escluso nessuno può sentirsi esonerato. C’è bisogno di queste azioni di pace da parte di ciascuno di noi.”