“L’Azienda Universitaria Ospedaliera Senese è da ormai diversi mesi nell’occhio del ciclone.
I lavori programmati stanno procedendo bene, i risultati misurati da realtà esterne danno buoni risultati, si stanno rinnovando attrezzature e innovando percorsi sanitari, ma c’è chi “lavora” per screditare le Scotte e la sua Direzione, per soffiare sulla insoddisfazione di chi, il personale, fa turni pesanti e giustamente è in sofferenza, o di chi, utente, non trova l’esame diagnostico a breve.
Certo i problemi ci sono: carenza di personale medico e infermieristico, turni faticosi per il personale, clima interno che deve migliorare, ma se lo Stato sottofinanzia la sanità la responsabilità di chi è?
Oggi un sindacato chiede chiaramente al Direttore generale di fare un passo indietro: pensano che con un altro DG aumenti il personale? aumentino gli stipendi? per magia gli ascensori funzionino? le liste di attesa si azzerino? Hanno fatto una valutazione dei risultati fin qui ottenuti dalle Scotte e dei miglioramenti che ci sono stati?
Ricordano che l’Ospedale delle Scotte è stato pensato settanta anni fa e che in questi 70 anni il mondo è cambiato, e la sanità è cambiata?
Quando 50 anni fa, e io l’ho vissuto da paziente, ci furono i trasferimenti da Piazza Duomo alle Scotte sembrava di andare in un altro pianeta. Camere a 4 letti, bagni, luce: rispetto ai cameroni di prima con 30/40 posti letto sembrò il paradiso.
Poi, con il tempo abbiamo capito che forse gli spazi si potevano usare meglio, che le camere servivano a due persone massimo, che era migliore una postazione centrale e le altre intorno, che lo sviluppo in altezza era un problema… che c’erano i rischi sismici…
Ma cambiare, riorganizzare tutti quei metri quadri non è semplice nè facile.
E’ cambiato anche il concetto e il modo di fare ricoveri: prima si stava molto, ora la medicina si è evoluta e con una buona organizzazione e ottimi strumenti si può avere con una degenza breve una diagnosi e poi una terapia da fare anche in altri luoghi per favorire un ricambio veloce dei posti letto e ottimizzare i tempi, i costi e anche la “cura” del malato, che di norma preme giustamente per essere ricoverato (e avere una presa in carico veloce), ma preme anche per uscire con un assistenza e una terapia adeguata.
Tutti questi grandi cambiamenti non sono stati però accompagnati da altrettanti veloci e grandi finanziamenti. La crisi finanziaria di questi anni, il Covid, il blocco delle assunzioni, tagli di personale, contratti e stipendi fermi, non gratificazioni e non attenzione sufficiente al personale, strade spianate al privato con prospettive di guadagni più alti e più semplici, hanno messo in crisi la sanità pubblica
Andiamo nel privato per fare prima, ma quando abbiamo bisogno con urgenza vogliamo il pubblico funzionale al 100 per cento!
Ma perchè il privato non fa il Pronto soccorso, ce lo siamo chiesto?
Credo che invece di chiedere “passi indietro” sia opportuno mettersi a fianco, sindacati, utenti, Comune, Università, Regione della direzione e cercare insieme le soluzioni migliori per tutti: migliorare il clima interno, migliorare le Scotte si può e si deve, ma solo insieme si raggiunge l’obiettivo.
L’AOUS è un punto di riferimento importante per la Città, sia dal punto di vista sanitario, che di sviluppo, perchè ci dobbiamo azzoppare da soli? L’AOUS è l’Ospedale di riferimento della Zona sanitaria Sud Est, è una punta di eccellenza in Toscana, in Italia, in Europa.
Vengono da tutta Italia a Siena, perchè ci sono professionisti di valore e c’è studio, ricerca, innovazione.
A chi dà noia questo valore? A chi disturba vedere i lavori che progrediscono? Che le promesse si avverano?”.