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Direttore responsabile Raffaella Zelia Ruscitto
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Dal Consiglio comunale di Siena

Sala del Consiglio comunale di Siena

SIENA. A SIENA IL TRASPORTO PUBBLICO COSTA MENO CHE IN ALTRE REALTA’ TOSCANE

“Come mai la società Tiemme per il trasporto scolastico per le primarie e secondarie non adotta la stessa politica tariffaria delle scuole materne? Quali tipi di agevolazioni hanno le famiglie degli studenti delle primarie e secondarie economicamente svantaggiate?”. Queste le informazioni richieste da Michele Pinassi (MoVimento Siena 5 Stelle), durante la seduta consiliare di oggi. Il consigliere ha infatti fatto notare all’assise che per il trasporto scolastico per le materne il Comune applica una tariffazione a scaglioni in base all’Isee della famiglia, mentre i ragazzi delle primarie e secondarie di 1° grado devono acquistare, da Tiemme, l’apposito “abbonamento studente” che non è parametrizzato, in alcun modo, alle condizioni economiche delle famiglie. Pinassi ha, inoltre, evidenziato come “a differenza degli altri gradi di istruzione la frequenza alla materna sia facoltativa” e, di conseguenza, “lo svantaggio per coloro che per adempiere agli obblighi scolastici dei propri figli sono penalizzati nell’usufruire del trasporto pubblico”.

“Tutto il trasporto per la scuola dell’infanzia, frequentata dal 98% dei bambini – ha risposto l’assessore all’Istruzione, Tiziana Tarquini – viene fatto con i mezzi e il personale del Comune, a eccezione di un plesso all’interno della città: la Policarpo Bandini; mentre per la primaria e la secondaria di primo grado è effettuato da Tiemme, aggiudicatrice della gara espletata nel 2015 e, nella quale, era stata inserita esplicita richiesta di far valere l’abbonamento scolastico anche per il servizio TPL, molto utilizzato dagli studenti anche per altri spostamenti. L’aver associato il servizio di TPL a quello scolastico – ha proseguito – non solo corrisponde all’incentivazione di una buona pratica sia per la sostenibilità ambientale sia per la salute dei cittadini, ma anche per altri vantaggi per l’utenza”.

Con la gara, di durata triennale, è stato infatti fissato il prezzo dell’abbonamento trimestrale, TPL più trasporto scolastico, in Euro 65,50 mentre la gara regionale prevede una tariffa minima trimestrale trasporto TPL con agevolazioni Isee, di 72 euro.

“Da considerare, inoltre, la complessità della gestione del trasporto scolastico e il rischio per la mancata riscossione che rimane in capo a TIEMME senza aggravare i costi tariffari. Se si raffrontano poi i costi di trasporto scolastico con altri comuni serviti dallo stesso gestore e con tariffazione diversificata: ad Arezzo si pagano 38,10 euro al mese pari a 335 euro annuali con 53,43 euro di quota di iscrizione per un totale di circa 390; a Grosseto nelle fasce di reddito centrali si pagano da 300 a 510 euro annui; mentre a Siena l’abbonamento annuale studenti per tutto il periodo scolastico corrisponde a 205,50 euro, cifra molto inferiore a quella degli altri due Comuni.  Nel complesso, dalle interlocuzioni avute con le famiglie, il servizio è considerato soddisfacente; stiamo, inoltre, cercando di trovare una soluzione per la riduzione in caso di famiglie numerose, valutando con Tiemme l’incidenza e, nel caso, la possibile integrazione da parte del Comune”.

Michele Pinassi, nel dichiararsi soddisfatto per la risposta ricevuta ha però rimarcato “la necessità di una diversificazione delle tariffe, così che le famiglie più svantaggiate non paghino quanto quelle agiate che, per possibilità economica, possono contribuire maggiormente a pagare il trasporto scolastico”.

IL SINDACO VALENTINI: “A OTTOBRE I LAVORI SULLA FACCIATA DEL PALAZZO DELLE PAPESSE DI PROPRIETÀ DELLA BANCA D’ITALIA”

Il ponteggio installato in via di Città sulla facciata del Palazzo delle Papesse e che ne ostruisce la visione ha costituito l’oggetto dell’interrogazione presentata nella seduta consiliare odierna da Rita Petti e Simone Vigni (PD).

“Un danno arrecato non solo alla pregevole facciata del palazzo realizzata da Bernardo Rossellino – ha sostenuto Petti – ma a tutta la città, per la presenza di un’impalcatura permanente e inutilizzata che svilisce l’immagine di Siena, limitandone fruibilità e sicurezza”.

Ricordando come l’immobile sia di proprietà della Banca d’Italia, Petti ha chiesto al sindaco “se intenda adoperarsi per risolvere la criticità segnalata e quali azioni voglia compiere per sensibilizzare quei soggetti che promuovono la tutela, il recupero e la fruizione dei beni comuni affinché possano programmare interventi di mobilitazione, in accordo con le altre istituzioni preposte, per coinvolgere la cittadinanza”.

La consigliera ha concluso richiamando la campagna del Ministero per i Beni culturali e le attività del Turismo, che tramite l’e-mail bellezza@governo.it recepisce le segnalazioni “sui luoghi della cultura dimenticati”.

Il sindaco ha ripercorso la vicenda a partire dal dicembre 2013, quando, a seguito del distacco di porzioni di pietra serena dalla facciata, si è reso necessario l’intervento del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Siena: “Nonostante la rimozione delle parti in imminente pericolo, ne sono state segnalate altre a serio rischio di distacco. Pertanto, ai sensi della procedura ordinaria sulla pubblica incolumità, abbiamo prontamente scritto alla proprietà, in questo caso la Banca d’Italia, affinché fossero eseguiti tutti gli accertamenti tecnici necessari a mettere in sicurezza la facciata”.

Nel successivo mese di gennaio 2014 sono stati montati i ponteggi a tutela della pubblica incolumità e per la successiva esecuzione dell’intervento e la concessione di suolo pubblico è stata oggetto di varie richieste di proroga, l’ultima delle quali in vigore fino al prossimo mese di settembre.

Il sindaco ha informato che l’occupazione di suolo pubblico risulta pagata regolarmente, per un corrispettivo di oltre 21mila euro, e che “a seguito di contatti con il referente tecnico della Banca d’Italia a Siena, si è saputo che i lavori potranno finalmente partire dall’inizio del prossimo mese di ottobre e che i prolungamenti dei tempi sono stati dovuti alla tipologia della gara e alle modifiche apportate da poche settimane al Codice degli Appalti”.

La consigliera Petti si è dichiarata “soddisfatta per la notizia ricevuta dal sindaco, ovvero che la presenza dei ponteggi, per quanto sia stata prolungata, non è permanente ma funzionale al prossimo intervento di ripristino della facciata”.

IL SINDACO VALENTINI SUL TRIBUNALE CIVILE: “NON RISULTANO  PROBLEMI DI STATICITA’ “

Dallo scorso 1° maggio, anche a seguito del processo di accorpamento con il Tribunale di Montepulciano e con la sezione distaccata di Poggibonsi, il polo civile del Tribunale di Siena è stato trasferito nei locali di proprietà dell’Accademia Chigiana ubicati in via di Camollia. Come sostenuto da Maria Isabella Becchi (Nero su Bianco) con l’interrogazione presentata nella seduta consiliare odierna e sottoscritta dalla collega di gruppo Alessandro Piccini “nei giorni successivi al 10 maggio è emerso il problema di una presunta carenza dell’edificio di via di Camollia sotto l’aspetto della sicurezza e della compatibilità strutturale: precedentemente quegli uffici erano infatti stati utilizzati per l’area tecnica e del personale di Banca MPS e, quindi, soltanto dagli impiegati e non dal pubblico”.

La consigliera ha sostenuto che “trattandosi di un palazzo antico, con solai probabilmente in legno, sarebbero state necessarie delle prove di carico, poiché in detti uffici hanno accesso circa 500 persone al giorno tra magistrati, avvocati, personale amministrativo e altri addetti”. Becchi ha poi informato che “l’Accademia Chigiana ha incaricato un tecnico esterno per le valutazioni di sicurezza dell’immobile, il quale, nella relazione datata 16 maggio, ha concluso di non ravvisarne la necessità ai sensi delle norme tecniche per le costruzioni contenute nel D.M. Infrastrutture del 2008 e ai criteri generali per la normativa antisismica”. La consigliera ha chiesto al sindaco “se sia a conoscenza di problematiche di natura strutturale e statica dell’immobile e se il Comune abbia già svolto indagini e ottenuto certificati o collaudi e, in caso negativo, come intenda provvedere”.

Il sindaco Bruno Valentini ha risposto che “sulla questione è stato fatto allarmismo, tramite la diffusione di dubbi che non sono suffragati da alcuna evidenza. Infatti, secondo quanto ci è stato formalmente comunicato nell’edificio in questione non si è verificata alcuna modifica della destinazione d’uso, che è rimasta quella di “uffici aperti al pubblico” come nel precedente utilizzo da parte di Banca MPS, né della classe, che è rimasta quella degli edifici privi di ambienti “suscettibili di affollamento” secondo la definizione delle Norme tecniche per le costruzioni (NTC, ndr) del 2008”.

Valentini ha quindi riportato le conclusioni sintetiche della relazione integrativa, affidata dall’Accademia Chigiana all’ingegner Montagnani di Colle di Val d’Elsa, il quale ha sostenuto che “non si ravvisa la necessità della redazione della valutazione della sicurezza dell’edificio, ai sensi delle NTC 2008: pertanto l’uso della costruzione potrà continuare senza ulteriori interventi”. Gli unici interventi strutturali effettuati, relativi alla realizzazione di una scala di servizio e alcune cerchiature metalliche, e all’installazione di un ascensore esterno, si sono configurate come modifiche locali, regolarmente depositate al Genio Civile. “Pertanto – ha ribadito il sindaco – non è stato necessario procedere a un intervento di miglioramento o adeguamento, ai sensi delle medesime norme tecniche: non vi era nulla da chiedere né da acquisire”.

Per quanto attiene gli aspetti legati alle sollecitazioni sismiche, con riferimento ai cosiddetti “carichi statici”, Valentini ha precisato che, a fini di sicurezza, l’affollamento massimo all’interno di tutto l’edificio, comprendente sia il personale che vi lavora sia il pubblico, non deve eccedere il numero massimo di 300 persone, come si evince dalla dichiarazione presentata al Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Siena da parte del Tribunale.

Dalla stessa, risulta che la superficie complessiva dell’immobile destinata ad accogliere le trecento persone sia pari a circa 1.300 mq tra gli uffici dei giudici e le cancellerie, le aree aperte al pubblico e gli spazi dedicati al Consiglio degli avvocati. “Andando ad analizzare gli ambienti con il massimo grado di affollamento – ha puntualizzato – si ottiene un affollamento massimo di 190 persone su una superficie complessiva di circa 470 mq che, in realtà, come risulta dalle planimetrie di progetto depositate in Comune, raggiunge una superficie di circa mq 560”.

Il sindaco ha riportato ulteriori dati, riferendosi al peso medio degli italiani e calcolando il carico antropico complessivo: “Anche ammettendo che il limite di massimo affollamento venga superato, in deroga al limite consentito, fino a raggiungere le 500 persone indicate nell’interrogazione e ammettendo anche che siano tutte concentrate nei 470 mq di aree accessibili al pubblico, si otterrebbe un carico antropico unitario pari a 77,66 kg/mq, che risulta pari a circa 1/3 del carico variabile caratteristico previsto dalla normativa vigente per gli uffici non aperti al pubblico (200 kg/mq) e a circa 1/4 di quello previsto per gli uffici aperti al pubblico (300 kg/mq), come lo erano i precedenti uffici del personale di Banca Mps”.

Valentini ha concluso affermando “che nei locali con accesso di pubblico, quali sale d’aspetto, disimpegni e spazi di distribuzione vari, l’incidenza del peso degli arredi è comunque trascurabile e pertanto il carico variabile complessivo rimane ben al disotto dei limiti di normativa”.

Maria Isabella Becchi, nel dichiararsi “perplessa per quanto dichiarato dal sindaco”, ha informato che “quanto evidenziato nell’interrogazione è frutto di ciò che è emerso dalla Conferenza permanente dello scorso 11 maggio alla quale era presente anche l’assessore Paolo Mazzini, che, forse, non ha riferito al sindaco; nonché dall’assemblea dell’Ordine degli avvocati tenutasi il 20 maggio, durante la quale è stato deciso di incaricare un tecnico per le verifiche. Spero che queste arrivino alle stesse conclusioni di quelle del sindaco; al momento mi dichiaro insoddisfatta, poi vedremo”.

IL CONSIGLIO SI PRONUNCIA FAVOREVOLMENTE SULL’APPLICAZIONE DEL REGOLAMENTO PER LA CURA E RIGENERAZIONE DEI BENI COMUNI URBANI

Il Consiglio comunale, nella seduta odierna, ha preso atto dell’esito positivo del periodo di sperimentazione del Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione comunale per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani, approvato nel maggio 2014, dando mandato alla Giunta di proseguire nell’applicazione di tale atto normativo.

Il sindaco Bruno Valentini ha ricordato all’aula il carattere fortemente innovativo del Regolamento e come “il documento abbia incentivato l’azione dei cittadini nella cura dei beni comuni urbani, instaurando meccanismi di governance nel rispetto dei principi di trasparenza, pubblicità, inclusività, sostenibilità economica e ambientale”.

Durante i due anni di sperimentazione sono stati sottoscritti dall’ente patti di collaborazione, sia di natura costante sia occasionale, con diversi soggetti, tra i quali: l’associazione “Le Mura” per interventi di valorizzazione e salvaguardia della cinta muraria; il comitato per la valorizzazione dell’area del campo da basket di Ravacciano e giardini adiacenti; l’ASD Asta Taverne per la manutenzione dei campi di calcio della zona; la Nobile Contrada del Nicchio per il restauro della lupa e della colonna del Ponte di Romana; il CAI, la Pubblica Assistenza, l’AUSER comunale, Le Bollicine, A.SE.DO., Legambiente Siena per la gestione del Parco della vecchia ferrovia, viale Mazzini e piazzale Rosselli; e molte altre collaborazioni sono in fase di definizione per il perseguimento di finalità di interesse generale.

L’assemblea ha inoltre dato mandato alla Giunta di individuare, nell’ambito del patrimonio immobiliare, gli edifici che per ubicazione, caratteristiche strutturali e destinazione funzionale possano essere soggetti a interventi di cura e rigenerazione attraverso patti di collaborazione tra cittadini e Amministrazione.

“Si tratta di una buona pratica – ha concluso il sindaco – che ha come obiettivo ultimo l’incentivazione e la promozione del principio di sussidiarietà tra istituzioni e cittadini per la cura e la gestione condivisa dei beni comuni urbani”.

MUSEO DEL PALIO: IL SINDACO VALENTINI RISPONDE ALL’INTERROGAZIONE DI NERO SU BIANCO

Maria Isabella Becchi e Alessandro Piccini (Gruppo Nero su Bianco) hanno presentato, oggi, un’interrogazione consiliare sul Museo del Palio.

Nel particolare, come ha evidenziato Becchi “l’Amministrazione ha disposto la riattivazione del percorso per la realizzazione del Museo negli spazi dei Magazzini del sale a Palazzo Pubblico nonostante sembri che il Magistrato delle Contrade, nella riunione del 10 maggio scorso, avrebbe deliberato di non collaborare alla realizzazione del progetto considerandolo un inutile duplicato rispetto ai Musei delle 17 Contrade; così come non si sarebbe espresso favorevolmente il Consorzio per la Tutela del Palio”.

La consigliera, ritenendo “inadeguata la somma di 75mila euro stanziata dalla Giunta per terminare l’allestimento del Museo”, ha fatto presente che “si sarebbero diffuse voci in base alle quali l’Amministrazione sarebbe intenzionata a ricorrere a finanziamenti privati ai quali, poi, verrebbe data la conduzione del Museo. Logiche commerciali completamente avulse dalla realtà delle Contrade e del Palio” e ha chiesto il motivo per il quale “si vorrebbe portare avanti questa iniziativa nonostante la ferma opposizione delle Contrade che, in questa città, rappresentano le sole depositarie della storia, memoria e usanze del Palio. Se intende ritornare sula decisione presa ed attenersi alla volontà del mondo contradaiolo e, in caso negativo, dove si intendano reperire le risorse finanziarie necessarie a completare l’opera. Infine, come e da chi verrà gestito il Museo”.

“L’idea di un Museo del Palio – ha risposto il sindaco Bruno Valentini – non è di questa amministrazione, bensì di lunga data. E’ un progetto che, pertanto, doveva essere aggiornato e per questo abbiamo costituito una Commissione di esperti. Conto sul fatto che nel proseguo arrivi, attraverso il Magistrato, la collaborazione fattiva delle Contrade perché tra la nostra progettualità e i Musei delle Contrade non c’è né concorrenza né sovrapposizione. Il nostro obiettivo è riempire un “vuoto” he altrimenti verrebbe coperto da altri. L’intenzione dell’Amministrazione, infatti, è quella di fornire conoscenza e risposte approfondite al bisogno di conoscenza di milioni di persone che visitano la nostra città e, dalla visita a questo spazio il rimando ai territori di Contrada dove potranno ricevere altri specifici approfondimenti, perché il racconto delle Contrade deve essere fatto dalle Contrade stesse attraverso i loro straordinari Musei”.

“Un luogo – ha proseguito – per il quale il nome non è stato ancora definito, ma dove poter capire cosa è veramente il Palio, e da quanto già emerso da parte dell’assessore alla Cultura e dagli esperti al lavoro, tanti sono i contenuti già individuati e in grado di appassionare sia gli stessi senesi sia i turisti”.

“Con la delibera assunta nel mese di maggio – ha concluso il primo cittadino – è stato stabilito di  riattivare il percorso per la realizzazione del Museo negli spazi dei Magazzini del Sale e delle attuali Sale dei Costumi, confermando l’indispensabile necessità del più ampio coinvolgimento delle Istituzioni senesi e della cittadinanza a tutte le fasi di impostazione, realizzazione e comunicazione del progetto. Alla fine dell’estate inizierà, infatti, un processo di partecipazione perché il progetto deve essere aperto al coinvolgimento della città. Per la redazione dello studio di fattibilità si è deciso di attingere ai fondi ministeriali stanziati per la Capitale Italiana della Cultura per 75mila euro, mentre  la realizzazione ci avvarremo del project financing, ma sarà il Comune a tenere le redini e il privato si atterrà a quanto deciso dall’Amministrazione Comunale. Quando renderemo noti  i primi step spero di coinvolgere il Magistrato nel processo di progettazione”.

Becchi ha ribadito la ferma opposizione al progetto, già dai primi anni  2000, da parte del Magistrato delle Contrade “perché il Museo del Palio è quello  dei 17 Musei di Contrada aperti a chi li vuole visitare. La nota positiva è che il nome non sarà Museo del Palio perché questa sarebbe una scelta che danneggerebbe quelli delle Contrade. Dubbi anche sugli aspetti commerciali”.

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