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Direttore responsabile Raffaella Zelia Ruscitto
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Dal Consiglio comunale di Siena

I resoconti della seduta del 10 febbraio

SIENA. Si è riunito il Consiglio comunale di Siena. Di seguito i comunicati relativi.

IL CONSIGLIO COMUNALE DEDICA UNA SEDUTA STRAORDINARIA AL “GIORNO DEL RICORDO”

Una seduta consiliare straordinaria in occasione del Giorno del Ricordo “per rinnovare – come recita l’ordine del giorno – la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre di istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.

L’appuntamento odierno, al quale hanno partecipato una rappresentanza di studenti dell’Istituto di istruzione superiore E.S. Piccolomini di Siena, è stato aperto dall’intervento del presidente del Consiglio comunale, Mario Ronchi, il quale ha rinnovato la memoria della tragedia delle vittime delle foibe con un minuto di silenzio e di raccoglimento condiviso da tutti i presenti nell’aula consiliare.

A seguire la lectio magistralis di Nicola Labanca, professore del dipartimento di Scienze storiche e dei Beni culturali dell’Università degli Studi di Siena, il quale, ricorrendo anche alla lettura di alcune testimonianze scritte, ha approfondito le complesse vicende di quel periodo dal punto di visto storiografico. Labanca ha messo in relazione “gli orrori delle foibe ai drammi delle deportazioni e dell’esodo cui fu sottoposta la popolazione istriana e giuliano-dalmata, considerando il rifiuto della guerra e dell’espansione territoriale e del razzismo uno dei valori irrinunciabili della democrazia repubblicana”.

FOCUS SULLE CONDIZIONI DELLA VIABILITÀ NELL’AREA SUD-EST DELLA CITTÀ

Le condizioni del traffico veicolare in viale Toselli, ai Due Ponti, alla Coroncina e in tutta l’area sud-est della città sono state oggetto dell’interrogazione presentata nella seduta consiliare odierna da Lorenzo di Renzone, Pasqualino Cappelli, Fabio Zacchei (Siena Cambia), Pasquale d’Onofrio e Letizia Maestrini (Gruppo misto). Come ha illustrato Di Renzone, “la situazione è aggravata dalla chiusura, più o meno parziale, di via Peruzzi che genera picchi di maggiore criticità durante le ore di punta, soprattutto al mattino quanto gli automobilisti entrano in città dalle direttrici Bettolle-Siena in zona Ruffolo-Toselli e Val d’Arbia-Siena in zona Coroncina”. Il consigliere ha richiamato lo studio di fattibilità della metropolitana leggera, pubblicato nel 2006 nel sito del Comune, che prevede l’intersezione tra le linee Siena-Chiusi e Siena-Grosseto e ha sottolineato “il sottoutilizzo di queste linee: dei 26 treni medi giornalieri che fermavano ad Asciano-Monte Oliveto solo 11 facevano fermata ad Arbia e dei 20 che fermavano a Monteroni d’Arbia solo 6 alla stazione Siena-zona industriale. Dati, questi, che sembrano addirittura peggiorati dalle informazioni disponibili sul portale di Trenitalia, dove, addirittura, sembra non esserci la fermata a Siena”.

Di Renzone ha ricordato il breve tempo di percorrenza per le tratte (9 minuti Arbia- Siena, 11 Ponte a Tressa-Siena e 14 Monteroni d’Arbia-Siena) e ha evidenziato i benefici che otterrebbe la viabilità utilizzando le stazioni di Arbia, Castelnuovo Berardenga Scalo, Siena-zona industriale, Ponte a Tressa e Monteroni d’Arbia come nodi di scambio  terminali per raggiungere la stazione di Siena. Il consigliere ha ipotizzato “un livello di intervento base, in cui tutti i treni facciano fermata nelle stazioni individuate, e in particolare Arbia e Siena zona industriale; e un livello superiore da effettuarsi tramite motrice motorizzata (Minuetto, piccola motrice da 122 posti seduti) da utilizzare come navetta con una percorrenza a/r mai superiore ai 30 minuti”. Per questi motivi, Di Renzone ha chiesto “se si ritiene opportuno, in tempi brevi avviare un tavolo di confronto con Trenitalia, o chi di competenza, per valutare la fattibilità immediata del primo e del secondo livello di interventi ipotizzati, o quanto altro sia in grado di lenire la difficile situazione viaria che si è venuta a creare”.

L’assessore alla Mobilità, Stefano Maggi, ha ricordato che via Peruzzi sta riaprendo definitivamente in entrambi i sensi di marcia e ha colto l’occasione per offrire un excursus sulla vicenda dal punto di vista del trasporto ferroviario. “Purtroppo non è stato possibile istituire alcuna forma di sperimentazione perché gli orari di Trenitalia sono preparati con un anticipo di 7-8 mesi ed è impossibile ottenere modifiche temporanee in base a richieste urgenti. Questa tempistica dipende, tra l’altro, anche dalla Regione Toscana che dispone di poco personale addetto in questo specifico settore”. Quanto alle stazioni citate nell’interrogazione, Maggi ha informato che quella di “Siena zona industriale, nata nel 1980 per trasportare gli operai delle fabbriche, adesso è dismessa e servono alcuni mesi per poterla riaprire: lavoriamo in prospettiva del giugno 2018”. Rispetto a quella di Arbia, “nello scorso mese di dicembre siamo stati in Regione insieme al sindaco di Asciano per chiederne il riutilizzo. Anche questa stazione è in stato di abbandono, pur non essendo chiusa. Si fermano 4 treni in un senso e 8 in quello opposto”.

L’assessore, sottolineando come “per sgravare il traffico veicolare ci sia sempre più bisogno che le persone utilizzino il treno e i mezzi su gomma del trasporto pubblico locale”, ha prospettato alcune possibilità di intervento infrastrutturale su queste stesse stazioni: “Una nuova fermata, che servirebbe a Casetta, comporta una spesa di circa un milione di euro. Per il recupero della stazione di Arbia, lungo la direttrice Siena-Chiusi, i Comuni di Asciano e di Siena dovrebbero prevedere un intervento di riqualificazione del parcheggio e un ponte ciclopedonale sul fiume. Il recupero di questa stazione sarebbe utile per Arbia e per Taverne”. “La stazione di Siena-zona industriale – ha proseguito – è invece legata all’area industriale di Isola d’Arbia e con la realizzazione della nuova bretella della Cassia, tra qualche anno, potrà diventare un nodo urbanistico importante del territorio comunale ed essere collegata alla città in soli 8 minuti”. Maggi ha concluso ribadendo il principio che “si deve passare dal concetto di “servizio di trasporto” a quello di “rete di trasporto” e che bisogna sempre evitare qualsiasi sovrapposizione di servizi: dove si arriva con il treno non si deve andare con il trasporto pubblico su gomma”.

Di Renzone ha riconosciuto la sensibilità dell’assessore sul tema e si è dichiarato “soddisfatto per gli impegni presi nella prospettiva di ridare vita a due stazioni importanti per la zona sud-est del territorio comunale, particolarmente attanagliata dal traffico nelle ore di punta”. Il consigliere ha accolto favorevolmente anche la proposta di riqualificazione della zona di Isola d’Arbia collegata al recupero della stazione e ha invitato l’assessore “a non mollare perché troverà sponda in tutta la zona”.

APPROVATO IL REGOLAMENTO DELLA CONSULTA DEL VOLONTARIATO

Il Consiglio Comunale ha approvato, nella seduta odierna, il Regolamento della Consulta del volontariato del Comune di Siena, nella sua qualità di capoluogo di provincia. La regione Toscana ha, infatti, previsto che le funzioni sulla tenuta del registro regionale delle organizzazioni del terzo settore siano attribuite ai comuni capoluogo di provincia. L’assessore al Sociale, Anna Ferretti, intervenendo nell’illustrazione dell’atto ha specificato come “con il nuovo Regolamento si avvierà l’operatività e le modalità di partecipazione di tutte le associazioni che potranno concorrere al conseguimento di finalità di carattere sociale, sanitario, civile e culturale, del territorio”.

Gli scopi della Consulta sono: esprimere pareri, su richiesta degli enti locali della provincia, sulle materie del governo del territorio; sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sulle tematiche della solidarietà e del volontariato; coordinare e rappresentare, nel rispetto delle singole autonomie associative, tutte le problematiche che vorranno proporre agli enti locali; formulare proposte e promuovere iniziative sulla solidarietà, volontariato e politiche sociali; promuovere momenti di promozione e conoscenza della Consulta stessa.

Gli organi della Consulta, tutti non remunerati, sono: l’assemblea delle associazioni, il comitato esecutivo, il presidente e due vicepresidenti, dei quali uno vicario.

“EX MULINI MURATORI” A TAVERNE D’ARBIA: PRONTAMENTE RIPRISTINATE LE CONDIZIONI DI SICUREZZA A SEGUITO DEL DISTACCO DI GRONDA

Nello scorso mese di novembre, un tratto della gronda degli “ex mulini Muratori” a Taverne d’Arbia ha subito un distacco ed è caduto sulla via pubblica, in un’area vicina alla fermata del trasporto pubblico nella quale è presente anche un’isola ecologica. Nel merito di questo episodio, Massimiliano Bruttini (PD) nella seduta consiliare odierna, pur riferendo che nel frattempo la proprietà ha rimesso in sicurezza la facciata e la struttura dell’immobile, ha presentato un’interrogazione sullo stato generale di tutta l’area “che si trova in una zona poco salubre, nella quale ristagna l’acqua e prolificano zanzare e topi. Con l’intervento agli “ex mulini Muratori”, inoltre, sono stati rimossi i vetri dalle finestre dell’immobile e oggi i suoi locali interni sono pieni di volatili, in particolare piccioni”.

In considerazione della presenza “sul fronte strada di altri edifici che versano in gravi condizioni statiche”, il consigliere ha chiesto ” se sono stati avviati contatti con le varie proprietà per favorire il ripristino delle condizioni di sicurezza di tutte le altre strutture pericolanti e, quindi, la riqualificazione complessiva dell’area”.

L’assessore alla Polizia Municipale, Stefano Maggi, ha ripercorso le fasi procedurali che hanno permesso il ripristino delle condizioni di sicurezza del manufatto: “A seguito dell’intervento urgente del personale del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco, gli uffici comunali preposti hanno scritto una nota alla proprietà per sollecitare i lavori di messa in sicurezza a tutela della pubblica incolumità, che sono stati adeguatamente effettuati con il ricorso a una piattaforma aerea come si evince dalla nota tecnica del geometra incaricato”. Maggi ha illustrato la tipologia degli interventi, i quali hanno comportato “la rimozione dalla facciata delle porzioni di intonaco pericolante e la pulizia dei canali di gonda da detriti e vegetazione, oltre a opere diffuse sulla gronda e sul manto di copertura. I vetri rotti delle finestre sono stati sostituiti da rete metallica protettiva”.

“L’area è oggettivamente in degrado – ha affermato Maggi – e nel Regolamento Urbanistico scaduto nell’aprile 2016 era ipotizzata un’operazione di recupero con alcune previsioni che, però, non sono mai state realizzate. Per questo, nel prossimo Piano Operativo dovremmo individuare una forma di riutilizzo della struttura più adeguato per sanare questa ferita aperta nel cuore di Taverne: finora abbiamo pensato alla destinazione residenziale che, probabilmente, non si rivela la soluzione migliore”.

Bruttini si è dichiarato soddisfatto “per i contenuti generali della risposta e per l’attenzione nei confronti del problema esposto che condiziona pesantemente l’esistenza di tutto il quartiere”.

INTERROGAZIONE SULLA PRESENZA DEGLI UNGULATI NELLA PERIFERIA CITTADINA

La presenza sempre più diffusa di ungulati nell’immediata periferia cittadina e a ridosso delle abitazioni ha costituito il tema dell’interrogazione di Massimiliano Bruttini (PD). Facendo riferimento ai danni che tali animali provocano alle piante e alle produzioni agricole, da un lato, e ai rischi per la circolazione stradale, dall’altro, Bruttini ha richiamato il Piano regionale di controllo per il contenimento del cinghiale: “Le norme relative all’abbattimento non possono trovare applicazione nelle zone attigue alle case e alla viabilità ordinaria. Per le operazioni di prelievo di controllo appaiono insufficienti le catture effettuate dalla Polizia Provinciale con le sole quattro gabbie a disposizione”.

Il consigliere ha chiesto “se non sia possibile prevedere misure di contenimento di tali specie animali anche attraverso una maggiore sensibilizzazione dei privati perché adottino recinzioni e altri sistemi dissuasivi ed effettuino attività di manutenzione, nelle proprie zone boschive, utili e funzionali a dissuadere la presenza degli ungulati” e se “non sia il caso di programmare interventi sistematici, in applicazione delle disposizioni del Piano di controllo e in accordo con le autorità preposte e le associazioni venatorie, per la loro cattura e la riduzione del loro numero”.

L’assessore all’Ambiente, Paolo Mazzini, ha riconosciuto come “l’interrogazione ponga in evidenza una situazione che presenta aspetti critici e delicati, sia per la sicurezza dei cittadini sia per la salute e la tutela degli animali”. Mazzini ha sostenuto che il fenomeno della presenza degli ungulati nell’area cittadina, di particolare rilievo negli ultimi tempi, sia dovuto “al progressivo abbandono delle attività colturali e della manutenzione del paesaggio nelle aree periurbane della città che hanno facilitato l’insediarsi di fauna venatoria, e in particolare di ungulati, anche perché tali aree sono contigue con le zone abitate e spesso è difficoltoso svolgere attività di abbattimento e di controllo per il contenimento delle specie faunistiche”.

L’assessore ha ricordato che “in materia faunistica le competenze delle amministrazioni comunali sono residuali e quelle che emergono dal problema sono soprattutto implicazioni di tipo sociale”. “Recentemente – ha proseguito – durante un incontro con l’ATC 18 (Ambito Territoriale di Caccia, ndr) che si occupa della gestione faunistica delle aree del Comune di Siena, è emerso che le numerose popolazioni di ungulati generalmente occupano luoghi in cui possono reperire cibo con maggiore facilità”.

Quanto agli interventi di contenimento, a oggi sono stati effettuati tramite catture con apposite gabbie “il cui numero – come ha sostenuto Mazzini – dovrà sicuramente essere aumentato con una maggiore distribuzione sul territorio. AI contempo, ove possibile, dovranno essere intraprese delle battute per il contenimento della specie”. “La migliore soluzione – ha sottolineato – sarebbe quella di rimuovere le condizioni vegetazionali che favoriscono la presenza degli ungulati. Da questo punto di vista, è necessaria una maggior manutenzione del territorio e l’eliminazione degli incolti abbandonati che favoriscono il loro insediamento. Per questo, l’Amministrazione intende confrontarsi con le associazioni di categoria degli agricoltori e la stessa ATC 18 per avviare modalità concordi che possano favorire la rimessa a coltura dei terreni abbandonati, indirizzando anche incentivi che potrebbero rappresentare una spinta per questa operazione”. “In tal senso – ha concluso – valuteremo la partecipazione direttamente come Amministrazione, o aderendo ad altre richieste di carattere istituzionale, al bando regionale sui progetti integrati per mantenere lo stato agricolo dei terreni periurbani per aspetti sociali e paesaggistici in un territorio antropizzato da secoli, la cui immagine è legata a attività umane e bellezze naturali”.

Bruttini ha espresso soddisfazione “perché il problema è sentito e affrontato dall’Amministrazione. Oltre alle catture, in alcune zone, da parte della Polizia Provinciale e dell’ATC, dobbiamo sollecitare i cittadini a mettere in atto pratiche virtuose a medio e lungo termine, a cominciare dalla pulizia dei terreni per l’allontanamento degli animali”.

INTERROGAZIONE SULLA VIABILITÀ TRA I “DUE PONTI”, VIALE TOSELLI, VIALE SARDEGNA E LA STAZIONE FERROVIARIA

A causa della chiusura, al momento parziale, di via Peruzzi e dei conseguenti disagi a carico della viabilità cittadina e delle necessità di pendolari, lavoratori, commercianti e altre categorie di utenze, Mauro Aurigi (Gruppo Siena 5 Stelle), durante la seduta consiliare odierna, ha chiesto aggiornamenti sulla situazione. “Questa interrogazione risale al novembre 2016 – ha sostenuto – per cui qualche miglioramento nella situazione lamentata c’è stato. Comunque vorrei sapere quali misure si intende mettere in atto per porre rimedio alla situazione, così da evitare o limitare al massimo gli attuali disagi”.

L’assessore alla Mobilità, Stefano Maggi, ha ricordato che dallo scorso 29 dicembre è stata ripristinata la viabilità in via Peruzzi con un senso unico di marcia nella direzione Porta Pispini-Porta Ovile: “Ciò ha attenuato, di fatto, i disagi dello scorrimento veicolare nell’asse Due Ponti-Toselli-Sardegna richiamati nell’interrogazione. Auspichiamo che la situazione tornerà alla normalità dalla prossima settimana, con la riapertura totale di via Peruzzi, in entrambi i sensi di marcia”.

Quanto alle possibili soluzioni per decongestionare comunque il traffico dell’area, l’assessore ha fatto riferimento alle opportunità complementari concesse dai mezzi pubblici: “Intanto abbiamo potenziato il servizio del trasporto pubblico locale raddoppiando la linea Due Ponti-Logge del Papa. Inoltre, sul fronte dei treni, è necessario un intervento che renda disponibile il trasporto ferroviario sia da Buonconvento (stazione di Siena-zona industriale) sia da Asciano (stazione di Arbia) con l’istituzione di una nuova fermata a Casetta. Bisogna rafforzare il sistema dei mezzi pubblici – ha proseguito – anche tramite l’istituzione di corsie preferenziali per gli autobus: sono l’Europa, lo Stato e le Regioni che lo chiedono, mettendo a bando risorse per gli interventi sulla viabilità ciclopedonale e sulla sicurezza stradale”.

Maggi ha concluso sottolineando come via Peruzzi sia utile anche per il collegamento alla risalita di San Francesco: “La seconda per utilizzo dopo quella di stazione-Antiporto di Camollia: una valida alternativa per evitare che le persone vengano in centro con la propria auto”.

Il consigliere Aurigi ha ringraziato per l’aggiornamento, prendendo atto “di ciò che è stato fatto” e dichiarandosi parzialmente soddisfatto della risposta dell’assessore.

IL DEGRADO DEL VICOLO DI SAN PIETRO NELL’INTERROGAZIONE DI MICHELE PINASSI

Michele Pinassi (Gruppo Siena 5 Stelle), durante la seduta consiliare odierna, dopo aver rimarcato l’importanza della tutela del patrimonio artistico e dell’immagine della città, soprattutto nelle zone adiacenti Piazza del Campo, così come di altri importanti monumenti e luoghi simbolo, con un’interrogazione ha puntato l’attenzione “sulle intollerabili condizioni di degrado in cui si trova il vicolo di San Pietro”. Ricordando come sia “percorso quotidianamente da centinaia di cittadini e turisti per accedere al Campo”, ha chiesto ­”quali provvedimenti si intenda adottare per rimediare alla insostenibile situazione di degrado che danneggia l’immagine di Siena e della stessa Piazza”.

L’assessore al Patrimonio, Paolo Mazzini, ha risposto che “se si può parlare di degrado per alcuni episodi di distacco degli intonaci e di altri elementi delle superfici esterne di un immobile, la questione sollevata tocca comunque una questione fondamentale: ovvero se valga la pena focalizzarsi su singoli scorci o vie della città o, piuttosto, sul corpo urbano nel suo complesso”. Mazzini ha ricordato come “dal 1995 Siena sia entrata a far parte del patrimonio mondiale Unesco e come il relativo Piano di gestione del centro storico contempli tutte le attività che possono essere effettuate o meno: soprattutto, riconosce che la ricchezza e il valore del centro storico sono variabili complesse difficilmente riferibili a un singolo scorcio o a una sola via di accesso alla Piazza”.

Come ha spiegato l’assessore, nel merito delle funzioni e delle competenze dell’Amministrazione comunale, il Regolamento edilizio prevede inviti nei confronti dei privati finalizzati al mantenimento del buono stato delle proprietà, che essi siano immobili o aree libere. “La situazione richiamata – ha aggiunto – non configura la necessità di un intervento per eventuali rischi sulla pubblica incolumità: una procedura che impone il ripristino delle condizioni di sicurezza al verificarsi di distacchi, cadute o cedimenti di materiali che possono mettere a repentaglio la sicurezza fisica dei cittadini. Qualche anno fa – ha ricordato – c’erano finanziamenti speciali disposti dal Comune per la riqualificazione delle superfici esterne di edifici e palazzi. Recentemente è stato aggiornato il Piano del colore che fa parte degli strumenti del governo della città in quanto disciplina gli interventi sugli edifici e tratta questioni relative all’accuratezza del restauro e alle modalità di recupero delle tessiture murarie. Il Piano del colore è stato assunto anche da altre amministrazioni comunali per la serietà degli studi e le sue modalità di dispiegamento”.

Insoddisfatto della risposta Pinassi: “Mi pare di capire che non abbiamo strumenti efficaci a far adottare corrette politiche di conservazione degli edifici a tutela dell’immagine della città. Credevo che l’Amministrazione comunale disponesse di strumenti più incisivi per far sì che i proprietari mantengano le superfici esterne in modo decoroso. Temo che Siena sia condannata a scivolare sempre più nel degrado”.

RICHIESTE INFORMAZIONI SULL’ATTRIBUZIONE DELLA DELEGA PER CELEBRARE LE UNIONI CIVILI

Durante la seduta consiliare odierna, Simone Vigni (PD), firmatario dell’interrogazione con la collega di gruppo Rita Petti, ha chiesto informazioni relative alle “motivazioni in base alle quali la delega per la funzione di ufficiale di stato civile per la costituzione delle unioni civili nel Comune di Siena non viene rilasciata, come invece avviene per i matrimoni civili, anche ad assessori e consiglieri comunali, o a cittadini italiani che abbiano i requisiti per l’elezione a consiglieri, diversamente da quanto avviene nella maggioranza delle amministrazioni della Repubblica italiana”. Sottolineando la natura politica dell’interrogazione e come “i matrimoni e le unioni civili debbano essere considerati istituti sempre più unificati”, Vigni ha chiesto “perché a Siena non si è colto questa opportunità?”.

Il sindaco Bruno Valentini ha dichiarato di condividere lo spirito dell’interrogazione e ha informato che, dopo aver loro rivolto un’espressa richiesta, “gli uffici preposti hanno risposto negativamente rispetto a tali possibilità, poiché non espressamente previste nella normativa iniziale”. Valentini ha ricordato che nella Gazzetta Ufficiale n° 22 dello scorso 21 gennaio sono stati pubblicati i tre decreti attuativi previsti dalla legge sulle unioni civili: “Nella nuova formulazione, la normativa prevede che le funzioni di ufficiale dello stato civile possono essere delegate ai dipendenti del Comune a tempo indeterminato e, in caso di esigenze straordinarie e temporalmente limitate, a quelli a tempo determinato, previo superamento di apposito corso. Stessa possibilità è prevista per il presidente della Circoscrizione, ovvero a un consigliere comunale che eserciti le funzioni nei quartieri o nelle frazioni, o al segretario comunale. Per il ricevimento del giuramento per la celebrazione del matrimonio e per  la costituzione delle unioni civili – ha aggiunto – le funzioni di ufficiale dello stato civile possono essere delegate anche a uno o più consiglieri o assessori comunali, o a cittadini italiani che abbiano i requisiti per l’elezione a consigliere comunale. Al fine di tutelare gli interessi di coloro che hanno deciso di procedere con le unioni civili – ha concluso il sindaco – abbiamo atteso che la normativa prevedesse espressamente la possibilità di delegare le funzioni ai consiglieri comunali o ai cittadini italiani in possesso dei requisiti per l’elezione a consigliere comunale. Tutto ciò con un approccio prudenziale teso a evitare che le unioni civili celebrate potessero venire annullate”.

Vigni si è dichiarato “assolutamente insoddisfatto perché l’interpretazione tecnica degli uffici non deve essere accettata al di sopra della logica politica. Sono certo che le stesse coppie che si sono unite in questi mesi avrebbero accettato con tranquillità l’eventualità del rischio pur di vedersi parificate a quelle che hanno celebrato matrimoni civili dato l’obiettivo politico della legge, aldilà dei decreti applicativi. La titubanza ha determinato una posizione non coerente con le battaglie di civiltà degli ultimi anni a cui l’Amministrazione ha espresso da sempre adesione”.

RESPINTO IL REGOLAMENTO PER IL BARATTO AMMINISTRATIVO

Il Consiglio comunale, nella seduta di oggi, ha respinto il Regolamento per il baratto amministrativo. Il testo era stato predisposto originariamente da Andrea Corsi e Massimo Bianchini (L’Alternativa), Pietro Staderini (Sena Civitas), Marco Falorni (Impegno per Siena), Giuseppe Giordano (Movimento Civico Senese) e da Luciano Cortonesi ed Eugenio Neri, attualmente non più consiglieri. Era poi stato oggetto di modifiche, nello scorso mese di dicembre, con un corposo emendamento che aveva sostituito il contenuto, a firma anche del gruppo consiliare Laura Sabatini e Alessandro Trapassi, di Alessandro Piccini e Maria Isabella Becchi (Nero su Banco) e di Michele Pinassi (Siena 5 Stelle).

Giordano aveva presentato un altro emendamento, sottoscritto anche da Laura Sabatini e Alessandro Trapassi, Massimo Bianchini e Andrea Corsi, Michele Pinassi e Mauro Aurigi (Siena 5 Stelle), Enzo De Risi (Cittadini di Siena), Marco Falorni (Impegno per Siena), Ernesto Campanini (Sinistra per Siena, RC, SsM), Mauro Marzucchi (Siena Futura), Alessandro Piccini e Maria Isabella Becchi, nel quale veniva sostituito il riferimento legislativo al decreto legislativo n°163/2006 con il decreto legislativo n°50/2016. Il documento intendeva disciplinare forme di collaborazione fra cittadini e Amministrazione per la cura, il recupero e lo sviluppo dei beni comuni urbani. “Utilizzando l’opportunità concessa dalla legge Sblocca Italia  – come aveva spiegato Giordano – con il baratto amministrativo si prevede la possibilità di offrire al Comune e alla collettività, in corresponsione di entrate extra-erariali, una propria prestazione di pubblica utilità, integrando il servizio già svolto dai dipendenti e collaboratori comunali. Rispetto al testo del regolamento presentato lo scorso dicembre, non esistono, a mio parere – ha concluso Giordano – motivi ostativi alla sua approvazione, essendo stati rimossi tutti i rischi possibili. Si tratta, quindi, di volere o meno il baratto amministrativo, già operante con successo in molti Comuni”.

Dai banchi della maggioranza, Giulia Periccioli (PD) ha motivato il non accoglimento della proposta “in quanto la normativa in materia non è ancora chiara per la sua applicazione, viste le numerose sentenze, in materia, della Corte dei Conti. Se, come affermato da Giordano, che ne riconosce le difficoltà oggettive, questo regolamento fosse servito ad affermare un principio, sarebbe stato preferibile proporre un atto d’indirizzo, perché con l’approvazione di un regolamento si legittima un’aspettativa del cittadino a usufruire di un istituto che in realtà non è ancora applicabile”.

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