SIENA. Da Giulia Mazzarelli, consigliera comunale Gruppo Pd, riceviamo e pubblichiamo.
“Come Gruppo consiliare del Partito Democratico abbiamo presentato un’interrogazione a mia prima firma per chiedere alla sindaca Fabio e alla sua giunta il monitoraggio e la valorizzazione dei percorsi di educazione affettiva e sessuale già attivi nelle scuole del nostro territorio.
Crediamo che la scuola debba essere un luogo in cui ragazze e ragazzi possano crescere non solo nelle competenze, ma anche nella consapevolezza delle proprie emozioni e imparando a relazionarsi con i coetanei e con l’altro sesso instaurando relazioni basate sul rispetto reciproco.
L’educazione all’affettività e alla sessualità, fondata su basi scientifiche e sul rispetto dei valori condivisi, aiuta a sviluppare empatia, responsabilità e capacità di riconoscere e gestire le emozioni ed è pertanto un presidio di salute psicologica e sociale. Lo ribadisce anche il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi, che ha invitato il Ministero dell’Istruzione a rivedere le recenti limitazioni introdotte a livello nazionale, che vietano l’educazione sessuale e affettiva nelle scuole secondarie di primo grado, consentendola solo alle scuole superiori e solo previo consenso esplicito dei genitori.
Una decisione che ha sollevato forti e diffuse critiche perché rischia di privare i ragazzi e le ragazze di strumenti fondamentali per la crescita emotiva e relazionale.
Nel nostro territorio esistono esperienze positive, come i progetti « PEACE », « Scuole che promuovono salute », « W l’amore » e i progetti organizzati dal Comune di Siena nell’ambito di « Si Siena Sociale » che coinvolgono studenti, insegnanti e famiglie in percorsi di educazione al rispetto e alla parità. Crediamo che questo tipo di percorsi dovrebbero essere ancora più stabili e diffusi.
L’interrogazione verrà discussa a ridosso del 25 Novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, e ciò rappresenta un’occasione importante per ribadire che é necessario che le istituzioni a tutti i livelli si impegnino in questa lotta attraverso strumenti e azioni stabili. La violenza contro le donne rappresenta una piaga strutturale, una conseguenza di una disparità di potere profondamente radicata e di una cultura del possesso che attraversa relazioni e linguaggi quotidiani, per cui solo un profondo cambiamento culturale, a partire dall’educazione dei più piccoli e dall’impegno di tutta la comunità educante, potrà essere davvero funzionale a contrastare questo fenomeno e a costruire relazioni fondate sul rispetto e sulla parità”.






