E' necessario anche che le ordinanze seguano logica e buonsenso

SIENA. “I negozi di fiori e piante possono stare aperti, i ristoranti possono vendere per asporto e si possono vendere scarpe da bambini. Elementi positivi, utili per iniziare a pensare che in fondo al tunnel c’è una piccola luce. Ma la strada è ancora lunghissima”.
Confcommercio Siena commenta i provvedimenti che emergono da due normative diverse.
“Per quanto i negozi di vendita al dettaglio di fiori e piante – continua Confcommercio – una specifica FAQ sul sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri sancisce che, ad eccezione delle Regioni con restrizioni specifiche (non è il caso della Toscana), già dal 23 aprile i negozi di questo settore possono riprendere la loro attività di vendita al dettaglio, rispettando le misure igienico – sanitarie anti-contagio. Una indicazione, questa, che Confcommercio aveva caldeggiato e aspettato. E che finalmente è arrivata”.
“Per quanto riguarda l’asporto – osserva l’associazione di categoria – la Regione Toscana, con l’Ordinanza 41 uscita il 22 aprile ha determinato la possibilità, per gli esercizi di somministrazione di alimenti e per le attività artigianali di tale settore, di vendere per asporto il cibo. Il tutto deve avvenire previa ordinazione on line o telefonica e ritiro su appuntamento per evitare assembramenti fuori dai locali. E’ un elemento in più, che certamente non cambia il quadro dei bisogni di tutti gli esercizi che Fipe Siena qualche giorno fa ha ampiamente chiarito. Per il 2020 l’auspicio è quello di cancellare Imu, Tari, suolo pubblico fino alla fine del periodo di crisi e rimodulazione dei tributi sulla base dei fatturati aziendali e sulla riparametrazione degli spazi alla riapertura, soprattutto per quanto riguarda la Tari visto che di rifiuti non ne sono stati prodotti. A peggiorare il tutto ci sono i minori tavoli che ristoranti e bar dovranno allestire, i costi di sanificazione e anche allestimento per rispettare le norme ed evitare il contagio”.
“Infine, sempre nella stessa ordinanza regionale citata sopra è stato chiarito, in considerazione della riapertura dei negozi di abbigliamento dei bambini, che è consentita la vendita anche delle calzature, comprese quelle effettuate da esercizi specializzati. Quindi anche i negozi di calzature, limitatamente a quelle per bambini, possono rimanere aperti – fa notare Confcommercio – Anche questa è una indicazione che abbiamo sostenuto, tanto più che si tratta di una indicazione che segue logica e buon senso”.