Siena Pirata suggerisce a sindaci e prefettura di usare sistemi garantiti
SIENA. Da Siena Pirata riceviamo e pubblichiamo.
“Della curiosa vicenda della “chat” istituzionale tra sindaci e Prefettura su WhatsApp da cui sarebbe stato escluso il sindaco Starnini per un appunto evidentemente poco gradito, ci sentiamo di sollevare un problema forse troppo sottovalutato: l’uso di WhatsApp per comunicazioni delicate come quelle tra Prefettura e sindaci.
Ormai le soluzioni di messaggeria istantanea, o “chat”, sono entrate nella quotidianità. Forse troppo pochi, però, riflettono sulle conseguenze e potenziali criticità delle varie soluzioni a disposizione, tra cui WhatsApp è indubbiamente la più diffusa ma, come altre, è un prodotto commerciale closed-source di cui solamente l’azienda che la sviluppa ne conosce esattamente il funzionamento e relativa gestione dei dati.
Se può andar bene per le comunicazioni pubbliche o comunque non strategiche, ci chiediamo se questa piattaforma commerciale e privata possa essere usata anche per comunicazioni sensibili come quelle tra Prefettura e Amministrazioni locali, o peggio ancora se viene usata a livelli di Governo superiori.
La diffusione di WhatsApp, sicuramente superiore a tutte le altre soluzioni di messaggistica istantanea, non deve essere la scusante per l’adozione della stessa in contesti sensibili, soprattutto Istituzionali, per le quali l’attenzione alla riservatezza e segretezza delle comunicazioni dovrebbe essere priorità assoluta.
Impossibile quindi non chiedersi se, prima dell’adozione di questo strumento, vi siano state disposizioni precise da parte del Ministero, conseguenti ad analisi tecniche da parte degli uffici competenti, oppure banalmente “s’è deciso di fare così!” come purtroppo avviene sovente in Italia.
Già in passato l’applicazione era stata attenzionata dal Garante della Privacy e non sono mancati, negli anni, interventi critici in merito alle potenziali criticità di sicurezza della stessa.
Peraltro, WhatsApp è ormai di proprietà del gruppo Meta, che possiede anche Facebook e Instagram: un colosso tecnologico statunitense che gestisce i dati di decine di milioni di utenti in tutto il Mondo.
Vale quindi la pena riflettere sull’uso che facciamo delle tecnologie a nostra disposizione, soprattutto quando il loro funzionamento non è sempre ben chiaro, in particolare quando il contenuto delle comunicazioni è particolarmente delicato.
Alternative più sicure ce ne sono, come elencate nella relativa pagina su PrivacyTools.io: https://www.privacytools.io/privacy-messaging
Ci permettiamo, quindi, di dare un suggerimento gratuito alla Prefettura e alle Istituzioni: scegliete, per le comunicazioni istituzionali riservate, strumenti che ne possano garantire adeguata riservatezza.