
SIENA. Acquistare o addirittura regalare telefonini usati, acquistati a buon prezzo da venditori non ben conosciuti e senza garanzie o ricevute, costituisce una scelta molto pericolosa. Lo hanno scoperto due coniugi romani, che sono risultati essere i materiali detentori di un telefonino rubato nel mese di agosto dell’anno scorso dall’abitazione di un cinquantenne albanese residente a Chiusdino. L’uomo aveva denunciato la sparizione dell’apparecchio alla locale Stazione Carabinieri e i Militari si erano attivati per far autorizzare dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siena le costose procedure di localizzazione dell’apparato e di verifica dell’utilizzatore, attraverso il gestore telefonico. Alle volte poi non è così semplice arrivare a una conclusione, perché in un telefonino possono essere infilate schede SIM di tanti tipi, facenti capo a prestanome o soggetti fantasiosi più o meno consapevoli dell’utilizzo dei loro nominativi, ai quali magari l’identità era stata rubata, attraverso l’esibizione di una carta d’identità taroccata o in modi diversi che è difficile anche inventariare.
In questo intrico di situazioni i Carabinieri di Chiusdino sono stati bravi e fortunati e sono riusciti a identificare gli utilizzatori del cellulare, ai quali verrà contestata la ricettazione del telefonino o, se il giudice crederà alla loro buona fede, l’incauto acquisto. In sostanza, si tratterà di comprendere in quale situazione l’abbiano acquistato, quanto siano anomale le condizioni dell’acquisto. Perché un conto è averlo comperato da un rivenditore autorizzato che abbia rilasciato una ricevuta, altra cosa è averlo magari acquistato in un autogrill autostradale da uno sconosciuto di passaggio e totalmente in nero, senza ricevute e certificazioni. In questo secondo caso l’acquirente avrebbe dovuto immaginare che qualcosa non andava, adoperando criteri di normale prudenza.
Le due persone denunciate rischiano inoltre non solo di dover restituire il telefonino che non ha un valore residuo rilevante, ma di pagare spese processuali molto consistenti, perché lo Stato ha anticipato tanto denaro per consentite le costose indagini.