
SIENA. Dal Comitato Palestina Siena riceviamo e pubblichiamo.
“Martedì 7 Ottobre eravamo in rettorato per accogliere le studentesse e lo studente palestinese appena arrivate in Italia da Gaza e per contestare la Ministra delll’Università Anna Maria Bernini. La Ministra e il Rettore Roberto Di Pietra avevano organizzato un perfetto teatrino per strumentalizzare l’arrivo di studenti e studentesse sopravvissute al genocidio, presentarsi come i salvatori, mascherando la loro diretta implicazione nelle politiche coloniali e genocidiare sioniste e occidentali. La mano tesa verso le studentesse palestinesi è la stessa che arma la società coloniale “israeliana”.
Non ci siamo fatte trovare impreparate. Eravamo nel cortile del rettorato per esprimere il nostro dissenso e soprattutto disgusto di fronte a tutto questo. La Ministra che si vanta di aver fatto ottenere borse di studio e costruito un corridoio umanitario per la comunità universitaria palestinese, è la stessa che nell’ultimo anno ha tagliato 9 milioni all’Università di Siena. Tagli che rientrano nella manovra finanziaria adottata dal governo di cui la Ministra è membro, che sta gettando il paese in piena economia di guerra, investendo nel riarmo a scapito della spesa sociale.
Per tutti questi motivi era necessaria e legittima la nostra contestazione in Rettorato. E il nostro “benvenuto” si è fatto sentire.
È arrivata notizia che il Prefetto di Siena abbia chiesto alla Ministra se desiderasse procedere legalmente contro le manifestati per le “offese” ricevute. Il Rettore di Siena, a cui spetta la decisione di procedere legalmente o meno, in una email inviata a tutta la comunità universitaria, ci ha accusato di aver infangato il “buon” nome dell’Università di Siena con “comportamenti inaccettabili, irriguardosi e maleducati che non hanno nulla a che fare con la libertà di espressione delle diverse opinioni”.
Ma negli spazi universitari è l’ateneo senese che ha negato la libertà di espressione contro il colonialismo sionista e il genocidio in Palestina quando nel Gennaio 2024 ci ha impedito di usare la parola Genocidio nella mostra “Voci da Gaza”; quando il 7 Ottobre 2024 ha provato a impedirci di tenere una conferenza nelle aule universitarie insieme a Francesca Albanese, Ilian Pappè, Karem Rohana e Flavio Pagano. Ci viene negata ancora oggi quando la nostra voce antagonista e carica di rabbia viene minacciata di denuncia.
Davanti all’azione intimidatoria che impugna la via legale, davanti alle ripetute violazione della libertà di espressione negli spazi universitari, ribadiamo che continueremo a esercitare questa libertà e a lottare a fianco del Popolo e della Resistenza Palestinese!
Ora e sempre Palestina Libera dal fiume fino al mare!”.