A Siena la cerimonia di chiusura del Giubileo
SIENA. Oggi pomeriggio, in una cattedrale di Siena affollata da tantissimi fedeli, si è tenuta la solenne celebrazione Eucaristica per la chiusura dell’Anno Giubilare, presieduta dal cardinale Augusto Paolo Lojudice con oltre 30 sacerdoti concelebranti.
Presenti il prefetto di Siena, Valerio Massimo Romeo, il questore Ugo Angeloni, il sindaco Nicoletta Fabio, il rettore dell’Opera della Metropolitana Carlo Rossi e numerosi sindaci della provincia.
“Il Giubileo si chiude, ma la speranza rimane”. È il cuore del messaggio che il cardinale Augusto Paolo Lojudice ha affidato alla comunità diocesana nella messa per la chiusura dell’anno santo. Un’omelia che non si limita a concludere un tempo liturgico, ma rilancia una responsabilità che, nelle parole dell’arcivescovo, riguarda la coscienza personale, la vita pubblica e il futuro della società.
Lojudice parte dal Vangelo della Sacra Famiglia e della strage degli innocenti, soffermandosi sulla figura di una famiglia “povera e fragile”, posta al centro di uno scontro tra “il potere di questo mondo” e “la protezione divina”.
Da una parte Erode, simbolo di un potere che reagisce con la violenza per paura di perdere il controllo; dall’altra Giuseppe, che “scolta la voce di Dio attraverso l’angelo” e si mette in cammino per proteggere la sua famiglia. “Questa famiglia – sottolinea – è il terreno di scontro tra il potere di questo mondo e la voce di Dio”.
Uno scontro che, chiarisce l’arcivescovo, non appartiene solo al passato. “Avviene nel cuore, nella coscienza di ciascuno di noi”, ma anche “sul piano pubblico, nei luoghi della deliberazione e della decisione legislativa”. Una legge morale che, ricorda, “è scritta nel cuore” e che “non possiamo cancellare o portare via”, nonostante i tentativi di distogliere uomini e donne dall’ascolto della coscienza.
Il Natale, in questo quadro, “non è un rifugio spirituale, una fuga dalla realtà, ma una scuola di responsabilità”, afferma Lojudice. La pienezza del tempo, aggiunge, “non è una condizione ideale da attendere”, ma “una realtà da accogliere e trasformare”, perché è Cristo stesso che “rende pieno il tempo abitandolo”.
Nel ripercorrere l’anno giubilare, l’arcivescovo richiama alcuni passaggi che hanno segnato la vita della Chiesa in questi mesi: dalla morte di Papa Francesco al conclave, dai giubilei degli adolescenti e dei giovani fino al Giubileo toscano, senza dimenticare le “situazioni delicate” vissute sul territorio, come la vertenza Beko. “La speranza continua – ribadisce – e continueremo a batterci perché chi resta senza lavoro possa trovarne uno nuovo”.
Domani, domenica 28 dicembre 2025, alle ore 16 solenne, nella concattedrale di Chiusi si terrà la solenne celebrazione Eucaristica per la chiusura dell’Anno Giubilare, presieduta dal cardinale Lojudice.






