L'ex ministro sull'attuale governo: "Vanno d’accordo anche quando non vanno d’accordo"

SIENA. L’ex ministro Rosi Bindi ha partecipato all’iniziativa organizzata dalla Cgil sui sì ai 5 referendum. Nella Saletta dei mutilati si è parlato di lavoro e di cittadinanza, i temi dei quesiti su cui gli italiani sono chiamati a rispondere l’8 e il 9 giugno. Invitando ad andare a votare “sì”, Rosi Bindi ha sottolineato: “La società moderna ci chiede flessibilità, che non può trasformarsi in precarietà. Il lavoro non è una merce, perché è un diritto delle persone. I lavoratori sono persone e hanno il diritto di essere tutelati, perché attraverso il loro operato danno il loro fondamentale contributo alla comunità”. “C’è poi l’importante questione della sicurezza – ha proseguito -, che riguarda in particolare la legge sugli appalti, che ci si ostina a non affrontare in maniera adeguata, nonostante le sfide che il nostro Paese deve affrontare. Questo è un Paese in cui la criminalità organizzata mafiosa fa affari, soprattutto con il lavoro nero. Abbiamo visto, in questi anni, che molte morti nei luoghi di lavoro sono legate proprio alle società subappaltanti. Dare la responsabilità a chi vince un appalto, e che quindi ha la titolarità dello svolgimento di un’opera, pubblica o privata, significa obbligare a verificare che le persone, le ditte, le imprese alle quali si subappalta una parte del lavoro rispettino tutte le regole, soprattutto quelle sul lavoro e sulla sicurezza. Questo è quindi un tema di grandissima importanza, soprattutto nel nostro Paese”.
“Per quanto riguarda la cittadinanza credo che la sfida dell’immigrazione si vinca con le regole, con il giusto rispetto e la richiesta di rispetto delle regole da parte di tutti. Ma la strada attraverso cui si insegnano le regole è quella dell’integrazione, dell’inclusione. Questo Paese ha bisogno di allargare le proprie braccia a tante persone che vivono qui legalmente, che lavorano, che hanno messo su famiglia, che hanno figli, che contribuiscono al PIL, alle pensioni, alla sanità. A queste persone va conferita la cittadinanza, perché devono potersi sentire italiani a tutti gli effetti. E anche più responsabili, visto che stanno già dando un contributo evidente. Tenere le persone ai margini significa consegnarle alla precarietà e spesso anche all’illegalità. Questa è la sfida che il Paese ha davanti. È giusto fare politiche per la famiglia, è giusto dare lavoro alle donne, è giusto creare conciliazione tra lavoro e vita familiare. Le donne italiane fanno meno figli di quanti ne vorrebbero, spesso perché non se li possono permettere. Ma questa politica deve essere accompagnata anche da una politica di inclusione per chi arriva da altri Paesi”.
“Senta, quanto regge questo governo?” Alla domanda di Augusto Mattioli, Bindi risponde: “Vuole il mio desiderio o la mia previsione? Il mio desiderio è che finisca presto. La previsione dipende da molte cose, perché hanno una straordinaria capacità di mettersi d’accordo anche quando non vanno d’accordo. Li tiene uniti questa capacità di restare al potere. Come opposizione, ci sono forze politiche un po’ troppo serie, che fanno fatica a mettersi d’accordo. Questo è diventato un cortocircuito un po’ pericoloso per l’Italia”.