
SIENA. Da Alberto Cortonesi,
delegato all’economia – direttivo Azione Siena, riceviamo e pubblichiamo.
“Mentre Azione crede e lavora per un terzo polo politico, indispensabile per sottrarre l’Italia agli opposti estremismi, prende forma il terzo polo bancario: il nuovo Monte dei Paschi, reduce dal matrimonio con Mediobanca e con Assicurazioni Generali già nel mirino.
Un’operazione di enorme rilievo, che tuttavia non ha ricevuto l’attenzione politica che meriterebbe. Siena ha ormai perso ogni possibilità di incidere sul futuro della sua Banca, a causa della miopia della classe dirigente locale. La sinistra, allora al governo, sprecò occasioni decisive come la fusione con BNL e l’alleanza con Unipol.
Oggi MPS, salvata dallo Stato, riparte sotto la regia dei suoi azionisti di riferimento: il Tesoro e le grandi famiglie Caltagirone e Del Vecchio. È finita da tempo l’epoca dell’Istituto di Diritto Pubblico, che destinava metà degli utili al territorio, con benefici su occupazione e sviluppo. Ora quegli utili vanno ad arricchire azionisti e manager, come dimostrano le recenti operazioni di liquidazione milionarie in Mediobanca.
Il rischio è che la fusione tra banca commerciale MPS e banca d’affari Mediobanca resti una costruzione fragile. La speranza è che almeno la complementarietà funzioni, mentre Intesa Sanpaolo e UniCredit accelerano per crescere attraverso acquisizioni.
Per Siena la priorità è chiara: MPS deve tornare a essere motore di sviluppo locale. Un esempio? Perché non chiedere a Mediobanca di svolgere un ruolo attivo come “advisor” nella ricerca di una soluzione industriale e occupazionale per la vertenza Beko?
Dietro questa operazione non devono esserci solo appetiti di potere e di profitto, ma una visione più ampia: quella di un Paese che ha bisogno di grandi imprese, di imprenditori lungimiranti e di un respiro almeno europeo per costruire un futuro solido”.