La difficile visita a Siena del turista-ciclista

di Augusto Mattioli
SIENA. Tutti sempre pronti a fare passerelle quando c’è da pavoneggiarsi dopo le Strade Bianche, una tappa a Siena del Giro o per L’Eroica. Poi il silenzio su reali iniziative per valorizzare il turismo in bicicletta, che potrebbe avere un ruolo importante per un’attività turistica diversa da quella delle due ore scarse di visita della città.
Le grandi manifestazioni ciclistiche sono state un motivo di richiamo per i ciclisti che amano fare turismo pedalando. Ma arrivati a Siena città sono rare le indicazioni per come muoversi. I senesi che utilizzano la bici lo sanno ma per i turisti non ci sono indicazioni di percorsi cittadini all’interno delle mura, mentre all’esterno le piste ciclabili esistono solo perché si vedono le strisce sull’asfalto, ma sono poco sicure.
La struttura di custodia realizzata allo stadio e in fase di sperimentazione non è affatto segnalata, per cui il suo utilizzo è stato finora molto scarso. Tra l’altro chiude alle 18 anche se dopo il periodo di sperimentazione il servizio potrebbe essere autorizzato e funzionare per 24 ore.
Quindi i turisti delle due ruote li vediamo nel corso – dove è appena visibile qualche cartello di divieto di transito in bici – dribblare (a volte pericolosamente) i passanti, che talvolta reagiscono in malo modo. Una situazione complessiva quindi che magari non invoglia a venire a Siena.