Il sindaco Bruno Valentini ha risposto ai quesiti di Campanini, Piccini e Pinassi

SIENA. Le indagini della Procura di Firenze sull’ipotesi di turbativa d’asta relativa alla gara d’appalto indetta dall’ATO 6 Toscana sud per l’affidamento del servizio integrato di igiene urbana e di raccolta e gestione dei rifiuti nelle province di Siena, Arezzo e Grosseto, aggiudicata da SEI Toscana, sono state oggetto di discussione consiliare con le tre interrogazioni urgenti presentate, nella seduta di martedì scorso, 17 marzo, da Ernesto Campanini (Sinistra per Siena, RC, SsM), Alessandro Piccini e Maria Isabella Becchi (Nero su Bianco) e Michele Pinassi (Siena 5 Stelle).
Tutti gli interventi hanno fatto riferimento alla quota societaria di SEI Toscana, pari al 23,79%, detenuta da Sienambiente e alla composizione dell’assemblea dei soci dell’ATO 6 Toscana sud alla quale partecipano i sindaci o gli assessori di riferimento dei Comuni appartenenti all’ambito territoriale di riferimento. Campanini ha sottolineato “il danno economico derivante dall’eventuale scorrettezza della gara di appalto, che andrebbe a ricadere sulle finanze dei cittadini”, mentre Piccini ha ricordato che “nel registro degli indagati risulterebbero iscritti, tra gli altri, i presidenti dell’ATO Toscana sud e di Sienambiente, Fabrizio Vigni, che ha anche rassegnato le proprie dimissioni: un gesto che ci desta preoccupazione”. Pinassi ha quindi ricordato “che il contratto di servizio, dalla durata ventennale e per un valore di oltre 150 milioni annui, è stato stipulato a far data dal 1° gennaio 2014 e che l’ipotesi reato si riferisce alla scelta di affidare le operazioni di smaltimento a un pool di aziende”. Campanini ha sollecitato il sindaco “a tutelare l’interesse della comunità senese, costituendosi nell’eventuale processo come parte civile, e a prendere in considerazione nuove forme di gestione del servizio, considerato che negli ultimi anni a Siena è diminuita la percentuale di raccolta differenziata e sono aumentate le tariffe”; Piccini gli ha chiesto “se al tempo in cui era sindaco a Monteriggioni abbia partecipato all’assemblea dell’ATO in cui è stata approvata la gara oggetto di indagine, quale sia stata la sua posizione allora e quale sia oggi”. Pinassi gli ha invece domandato “quali azioni abbia posto in essere per tutelare l’Amministrazione da eventuali ripercussioni sul servizio e quali effetti avrebbe il riconoscimento dell’illegittimità della gara, visto anche il doppio ruolo del Comune come socio pubblico di Sienambiente e di “cliente” dell’ATO Toscana sud”.
Il sindaco Bruno Valentini ha risposto di aver appreso la notizia dagli organi stampa e dall’informativa di Sienambiente “dai quali emerge un quadro parziale in cui sono ipotizzate alcune irregolarità nella gara. Voglio però ricordare che questa si è svolta tramite una procedura a evidenza pubblica, unica o quasi nel suo genere in Italia in quanto molti altri Comuni hanno continuato a procedere all’affidamento del servizio senza procedure certificate e ricorrendo ad affidamenti “in house”, che non consentono di perseguire la massima efficienza attraverso logiche concorrenziali”. Rispetto alle ipotesi di rivedere le modalità gestionali del servizio, Valentini ha sostenuto “che dal punto di vista normativo non è assolutamente prevista la possibilità di gestirlo fuori dall’ATO, come dimostra il caso del Comune di Livorno che, proprio per questo, è stato condannato dal Tribunale amministrativo regionale”; quanto alle tariffe, il sindaco ha sottolineato come, dopo la gara, queste <“in realtà non siano aumentate in misura significativa per gli utenti di Siena: poco più dell’1%, mentre nel 2016 si punta a confermarle. Per il futuro l’incognita è legata al volume di investimenti necessari per migliorare le percentuali della differenziata”. In conclusione, Valentini ha affermato che, comunque, “vedremo in futuro quali siano le presunte irregolarità; ma come abbiamo già fatto nelle vicende dell’aeroporto di Ampugnano e della Fondazione MPS, se emergeranno danni economici a carico della collettività senese non esiteremo a promuovere fermamente un’azione di trasparenza e di eventuale responsabilità”.
Campanini si è dichiarato insoddisfatto della risposta del sindaco, riferendosi in particolare al tema della raccolta differenziata e dell’aumento delle tariffe, e ha posto la riflessione “se le partecipate facciano gli interessi dei propri soci privati piuttosto che dei cittadini”. Una posizione rilanciata da Piccini, che ha definito la risposta del sindaco <“non esaustiva, perché mi aspettavo rassicurazioni anziché la mancata volontà di esprimersi>> e ha sottolineato <<il problema delle partecipate e di come i Comuni soci ne perdano spesso il controllo>”
“Niente affatto soddisfatto” Pinassi, il quale ha sostenuto che “queste tipologie di affidamenti dovrebbero essere vincolati da una durata massima di 5 anni e che l’Antitrust ha redatto una nota, al fine di prevenire situazioni di oligopolio, nella quale vengono criticate le procedure degli stessi ATO”.