I genitori preoccupati avevano chiesto aiuto, ma la cosa si è risolta con poco

SIENA. La notizia che un 27enne aveva manifestato intenti suicidi nell’allontanarsi da casa a bordo della propria autovettura, è stato motivo di grande preoccupazione non solo per i suoi genitori ma anche per i Carabinieri, che hanno ancora una volta dimostrato di poter mettere in campo, anche nel cuore della notte, tecnologia, mezzi professionali e soprattutto quello spirito di sacrificio che costituisce un elemento deontologico essenziale per il raggiungimento di risultati importanti, come il salvataggio di una vita umana.
Immediatamente è stato attuato un protocollo consolidato, consistente nell’attivazione in emergenza da parte della centrale operativa, in orario notturno, della società telefonica di turno, che innesca una procedura speciale per le persone in pericolo di vita. Da quel momento in poi una serie di messaggi di posta elettronica, ad intervalli di pochi minuti, comincerà a tempestare il referente dell’Arma, fornendogli posizioni successive sul territorio e dunque direzioni di movimento della persona ricercata che non si preoccuperà dell’avere con sé il telefonino, utile semmai per rivolgere un ultimo saluto ai propri cari. L’operatore di centrale ha iniziato anche in questo caso a fornire indicazioni alle pattuglie sul territorio, certamente essenziali per la ricerca del giovane, abile operaio specializzato, che aveva avuto un momento di grande crisi, dovuta forse a motivi sentimentali.
Il Comandante di Stazione conosce davvero bene il proprio territorio, la grande area coperta dal ripetitore agganciato dall’apparato telefonico del fuggitivo era tale da fornirgli informazioni maggiori, rispetto a quella che sarebbe stata la normalità delle situazioni, perché egli era in grado di valutare che gran parte della porzione di spazio che gli era stata indicata non era raggiungibile con l’autovettura, oppure era priva di copertura telefonica, come aveva avuto modo di constatare personalmente durante moltissimi servizi di pattuglia. Dunque, i luoghi dove poteva essersi nascosto l’aspirante suicida non erano poi tanti. Il fuggitivo aveva anche chiamato la ragazza del cuore, dandole appuntamento in un luogo ben determinato e compatibile con l’area già individuata. Ma i Carabinieri avevano proibito alla giovane di recarsi all’appuntamento, esperienze anche recenti dimostrano che non è conveniente per una donna accettare “rendez vous” da uomini disperati.
Resosi conto della presenza dei Carabinieri, l’uomo si è dato ad un’ulteriore fuga. Il Comandante di Stazione immaginava però dove il giovane sarebbe andato a parare e lo ha preceduto, precludendogli ogni altra possibilità di allontanarsi. Nel soccessivo colloquio il sottufficiale dell’Arma ha potuto rilevare come il giovane apparisse perfettamente lucido, razionale, tranquillo, così come non era sembrato ai genitori, ai quali veniva immediatamente “restituito”, con un’infinità di raccomandazioni e una pacata paternale. Eravamo forse ai limiti del procurato allarme, un intero sistema era stato messo in moto per risolvere il problema e questo non deve avvenire per il semplice capriccio di qualcuno.
Ora i Carabinieri faranno molta attenzione ai comportamenti di quel 27enne che pure hanno rincuorato e sostenuto ma che dovrà ricevere tutto il necessario sostegno non soltanto da loro.