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Direttore responsabile Raffaella Zelia Ruscitto
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10° anniversario dell’ordinazione episcopale del cardinale Lojudice

SIENA. Oggi ricorre il 10° anniversario dell’ordinazione episcopale del cardinale Augusto Paolo Lojudice. Era il 23 maggio 2015.

Don Paolo Mancini, della segreteria del cardinale Lojudice ricorda – per il Sicomoro – in presa diretta questi dieci anni.

“Era la mattina del 6 marzo 2015, e mi trovavo ad Ariccia (Roma), presso il Santuario di Santa Maria di Galloro, con vista sulla pace del lago di Albano, per la settimana di esercizi spirituali in preparazione alla mia ordinazione diaconale, che sarebbe stata celebrata il successivo 25 marzo. Durante gli esercizi spirituali ci si ritira anche dai contatti ordinari, ma a fine mattinata, alcune incombenze relative alla ormai prossima ordinazione, resero necessario che dedicassi del tempo ad alcune telefonate. E nell’accendere il telefono fui subito sommerso di messaggi e telefonate: c’era una inaspettata nomina episcopale a mezzogiorno! Don Augusto Paolo Lojudice, nostro direttore spirituale per tutto il tempo del seminario, da pochi mesi parroco della Parrocchia San Luca Evangelista al Prenestino in Roma, era stato eletto Vescovo Ausiliare di Roma da Papa Francesco.

La notizia arrivava un tantino inaspettata. Non perché non si pensava che potesse essere scelto don Paolo come vescovo, anzi, la sua dedizione al ministero era sincera e spesa fino in fondo, sempre, ma i tempi non tornavano. Perlomeno nelle nostre logiche umane ed ecclesiali. Era appena diventato, nuovamente, dopo anni, parroco. Erano passati appena 6 mesi. Avrebbe fatto a San Luca almeno qualche anno. Ma invece, come sempre, i piani di Dio non tengono conto dei nostri calcoli e dei nostri ragionamenti. Il suo telefono chiaramente risulta irraggiungibile, sommerso di telefonate, e quindi non c’è conferma diretta. Ma ecco che a mezzogiorno, il susseguirsi di indiscrezioni diventa conferma. Il bollettino riporta: «Il Santo Padre Francesco ha nominato Vescovo Ausiliare di Roma (Italia) il Rev.do Augusto Paolo Lojudice, del clero romano, finora Parroco di San Luca al Prenestino, assegnandogli la sede titolare di Alba Marittima». Tutto vero insomma. Tanta gioia, tanta consapevolezza che un ottimo sacerdote sarà certamente un buon vescovo. Devo confessare che, almeno in quel giorno, il mio ritiro salta un poco, ed iniziano le telefonate. «Ma Alba Marittima si trova in Croazia», si affretta a chiedermi una comune amica che aveva avuto l’intuizione di fare una ricerca online, «ora dovrà partire?». «Ma no, tranquilla», la rassicuro io, «la sede è titolare, cioè fittizia, sarà Vescovo Ausiliare a Roma, resta qui!», anche se, in cuor mio, io che corro sempre troppo con il pensiero, data l’età del presule, capisco da solo che 25 anni da ausiliare a Roma sono alquanto improbabili, e prima o poi da qualche parte dovrà andare davvero.

Inizia così questo nuovo capitolo della vita di don Paolo, anzi, ora, Mons. Augusto Paolo Lojudice, anche se per noi resta don Paolo. Come resta per tutta la diocesi ove è nato e cresciuto e dove ha esercitato i suoi primi 25 anni di sacerdozio. Io mi offro subito di collaborare per l’organizzazione pratica della sua ordinazione, di seguire tutte quelle incombenze che, diciamo, non sono proprio al centro delle preoccupazioni del vescovo eletto. Scherzando con un altro mio compagno di seminario, con il quale don Paolo collaborava per le sue note attività pastorali e caritative nella capitale, gli specifico: «Ci dividiamo i compiti, tu segui tutte quelle cose che a don Paolo interessano davvero ed io mi occupo di tutte quelle di cui invece lui farebbe tranquillamente a meno, ma che pure adesso servono».

Nella Basilica di San Giovanni in Laterano, Cattedrale di Roma, il 23 maggio 2015 viene celebrata l’Ordinazione Episcopale. Nella stessa Basilica era stato ordinato diacono nel 1988 e sacerdote nel 1989. Quel giorno lui unico ordinando vescovo, ma la Basilica è piena. Tutta. Fino in fondo. Tutte le sedie sono piene, e c’è anche gente in piedi. È la vigilia di Pentecoste, dopo la Messa ci trasferiamo in Seminario per un rinfresco. C’è tanta di quella gente che vuole salutare il neo ordinato vescovo che quando finalmente riusciamo ad accedere al giardino interno ove era stato allestito il rinfresco, stanno già togliendo i tavoli. Eppure il mangiare c’era. L’avevo ordinato io. Ma la folla che voleva salutare don Paolo, ci aveva bloccato sulla porta per quasi due ore. «Vabbè, vorrà dire che ora andate a casa e mangiate qualcosa», si affretta a dire un amico sacerdote. «Macchè», rispondo io, «siamo già di corsa, dobbiamo volare in una parrocchia, che il vescovo deve presiedere una Veglia notturna di Pentecoste con le sue prime cresime». E così inizia il ministero episcopale di Lojudice, che aveva sempre corso, ma che da dieci anni corre ancora di più!

Gli anni dell’episcopato romano sono pieni di tante cose, è la sua città, conosce tutto e tutti, quindi non si ferma mai. Tra il sabato e la domenica le messe festive erano così numerose che, a volte, la domenica sera, il vangelo era andato a memoria!

Poi arriva il 2019, ed un giorno telefona nuovamente il Nunzio Apostolico. 6 maggio, anniversario dell’ordinazione sacerdotale, sempre mezzogiorno: «Il Santo Padre Francesco ha nominato Arcivescovo Metropolita dell’arcidiocesi di Siena-Colle Val d’Elsa-Montalcino (Italia), S.E. Mons. Augusto Paolo Lojudice, finora Vescovo titolare di Alba Marittima e Ausiliare di Roma». Ecco fatto, stavolta si parte. Ricominciamo a stampare i santini, ricambiamo lo stemma, insomma io penso a quelle cose che come la volta scorsa sono necessarie ma al vescovo importano solo il giusto. Intanto lui saluta la diocesi dove ha sempre vissuto e si prepara ad andare a Siena. Negli ultimi giri in macchina a Roma sente delle registrazioni sulla storia e la vita di Siena, documentari per arrivare pronto alla sua nuova casa ed alla sua nuova missione. 16 giugno 2019: ingresso a Siena. Grande festa, come sanno fare bene a Siena, con i colori e l’allegria delle contrade e delle tante realtà del posto. Il 29 di nuovo a Roma, in Vaticano, per ricevere il pallio da metropolita dal Papa, che il 13 ottobre successivo arriva a Siena il Nunzio Apostolico per imporgli. «Ora saranno finite le feste» dice l’Arcivescovo, «ora bisogna iniziare a lavorare»! E l’Arcivescovo continua a correre, stavolta per la Toscana!

Ma la vita non è mai tranquilla, a Siena non ci si annoia di certo, ci sono tante realtà, tante iniziative, come in tutta l’Arcidiocesi, con i suoi splendidi centri e la comunità vive e vivaci. Ma non basta. Lunedì 19 ottobre 2020, udienza annuale ordinaria dell’Arcivescovo con Papa Francesco. Al termine dell’Udienza il Pontefice all’Arcivescovo: «Domenica mattina cosa fai?». L’Arcivescovo: «Santo Padre, non ricordo ora, mi pare di avere una o due celebrazioni in qualche parrocchia, domenica mattina!». «Ah, ok, era solo per sapere», termina il Papa. E l’Arcivescovo racconta questo ultimo scambio di battute uscendo, senza darvi alcun peso. Domenica 25 ottobre. Mezzogiorno. Io rientro in sagrestia al termine della Messa parrocchiale delle 11, e riprendendo il telefono dal cassetto vedo decine di telefonate. Rispondo al volo ad un comune amico vescovo che mi dice: «Il Papa ha fatto don Paolo cardinale». «Ma dai, non giocare sempre, dico io, vedrai che sarai tu, non lui» rispondo io scherzando! «Ma no, me lo hanno detto, io stavo celebrando e non ho potuto vedere l’Angelus in diretta, ma me lo hanno detto persone che lo hanno visto!». «Mi pare strano…don Paolo ha visto il Papa lunedì scorso e non sapeva nulla» aggiungo io «ma, aspetta un attimo, mi sta chiamando al telefono, ho la sua telefonata sotto, ti richiamo dopo» termino io. Rispondo quindi all’Arcivescovo che mi dice: «Sono rientrato ora dalle cresime e mi stanno dicendo in Arcivescovado che alla televisione il Papa ha detto così! Ma sarà vero?». Era vero. Lo raggiungo. «Non è colpa mia, ma ora devi rifare i santini e pure la tonaca. Ma questa è l’ultima volta». Non era vero. Che non era colpa sua era vero. Ma che poi altri santini sarebbero serviti, lo avremmo scoperto con la seconda diocesi più avanti.

Roma, Vaticano, 28 novembre 2020, con le restrizioni della seconda fase del covid, concistoro per la creazione cardinalizia. L’Arcivescovo, ora Cardinale Arcivescovo, adesso corre in Toscana e di nuovo a Roma. 21 luglio 2022, di nuovo mezzogiorno. «Il Santo Padre ha nominato Vescovo della Diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza (Italia) l’Em.mo Card. Augusto Paolo Lojudice, Arcivescovo Metropolita di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino, unendo le due Sedi in persona Episcopi». Ingresso il 3 settembre. Ora scherzando qualcuno gli fa notare che il suo territorio diocesano comincia a fare concorrenza al defunto Granducato di Toscana. Il Cardinale Arcivescovo continua a correre, sempre in più zone della Toscana. Con capatine settimanali a Roma per gli impegni di curia. Poi a settembre 2024 arriva anche la presidenza della Conferenza Episcopale Toscana. Così qualche volta in più a Firenze ci si capita. Insomma, il Cardinale continua a correre. Fino ad oggi. La sua macchina macina chilometri su chilometri, ma lui non si stanca di portare, ovunque è mandato, la buona novella del Vangelo, il profumo di Cristo, presente in mezzo a noi, che egli testimonia con la sua presenza, paterna e fraterna allo stesso tempo.

Poi il 21 aprile ultimo scorso sale al Cielo Papa Francesco. La sera stessa a Roma. Seguono le Congregazioni Generali, i funerali, il Conclave, l’elezione di Papa Leone XIV (che conosceva già in Dicastero per i Vescovi). Si torna in Toscana. Si continua a correre. Ed arriva il primo decennale dell’ordinazione episcopale. Sono passati dieci anni, ma don Paolo, sacerdote romano che è diventato vescovo, giusto un decennio fa, poi arcivescovo e cardinale, non cambia mai. È sempre animato dal desiderio urgente di annunciare Cristo, di portare a tutti il Suo Amore! Auguri Eminenza, auguri di vera santità, con l’augurio di respirare, tra una corsa e l’altra!”.

Domani, sabato 24 maggio alle ore 18, il cardinale presiederà la Santa Messa nella parrocchia Santa Maria del Buon Consiglio in via Tuscolana, 613 a Roma.

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