
SIENA. Dal il Circolo “Città Domani” di Sinistra Ecologia e Libertà riceviamo e pubblichiamo.
"Mentre la raccolta delle firme per la campagna referendaria promossa dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua per difendere l’acqua pubblica e impedirne la privatizzazione, ha raggiunto già quota 300.000 in tutta Italia, anche il Circolo “Città Domani” di Sinistra Ecologia e Libertà si è impegnato a dare il proprio specifico contributo.
L’assemblea pubblica che si è tenuta mercoledì 12 maggio presso i locali della Pubblica Assistenza di Siena ha visto la partecipazione di numerosi cittadini, interessati a conoscere meglio gli scopi del referendum e riflettere sull’esperienza toscana e senese riguardo alla gestione dell’acquedotto.
Ha aperto la discussione il segretario del circolo Città Domani di SEL, Alessandro Vigni, che ha ricostruito l’esperienza condotta in Toscana negli ultimi dieci anni, dove proprio una maggioranza di centro sinistra ha promosso l’ingresso dei privati nella gestione dell’acqua pubblica giudicandolo l’unico modo per migliorare l’efficienza degli acquedotti, mentre era facile immaginare che il loro interesse a realizzare guadagni avrebbe portato ad un sicuro aumento delle tariffe. Così è in effetti accaduto, con una media di aumenti dell'8% all'anno, mentre gli investimenti per migliorare la rete sono stati scarsi e sostenuti dagli enti pubblici, esattamente come prima. Per i privati è stato un affare, ma per i cittadini certamente no.
Sulla situazione senese si è soffermato anche Franco Pianigiani, ex tecnico del servizio acquedotto del Comune di Siena, che ha messo in rilievo con quanta professionalità, competenza e passione venisse seguito il funzionamento dell’acquedotto, ad esempio per riparare immediatamente i guasti (oggi se capitano di sabato o domenica si interviene solo il lunedì, l’acqua si perde e si procurano anche seri danni)). E del resto è proprio sulle professionalità formate nel Comune di Siena che si è appoggiato prima il Consorzio Intesa e poi l’acquedotto del Fiora, mentre dal privato non è venuta nessuna particolare competenza professionale, ma solo spese in più a carico dei cittadini. A sostenere queste tesi sono intervenuti anche diversi partecipanti ed ex addetti all’acquedotto che hanno notato come la privatizzazione ha portato nessun miglioramento del servizio.
E’ quindi intervenuto il Portavoce del Comitato Senese del Referendum per l'acqua pubblica Andrea Borgna il quale ha spiegato i tre requisiti referendari sui quali si raccolgono le firme:
1) per fermare la privatizzazione dell’acqua si propone di abrogare l’ultima normativa approvata dal Governo Berlusconi che stabilisce come modalità ordinarie di gestione del servizio idrico l’affidamento a soggetti privati attraverso gara o l’affidamento a società a capitale misto pubblico-privato, all’interno delle quali il privato sia stato scelto attraverso gara ed il pubblico abbia solo quote di minoranza;
2) per aprire la strada della ripubblicizzazione si propone l’abrogazione dell’articolo che definisce come uniche modalità di affidamento del servizio idrico la gara o la gestione attraverso Società per Azioni a capitale misto pubblico privato o a capitale interamente pubblico. L’abrogazione di questo articolo non consentirebbe più il ricorso né alla gara, né all’affidamento della gestione a società di capitali, favorendo il percorso verso l’obiettivo della ripubblicizzazione del servizio idrico, ovvero la sua gestione attraverso enti di diritto pubblico con la partecipazione dei cittadini e delle comunità locali;
3) per eliminare i profitti dal bene comune acqua si propone l’abrogazione la normativa che consente al gestore di ottenere profitti garantiti dalla bolletta dei cittadini, con una remunerazione del capitale investito, al tasso del 7% e senza alcun collegamento a qualsiasi logica di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio.
Nel corso della serata sono state raccolte le firme per la convocazione dei referendum, che proseguirà nelle prossime settimane ai banchetti del Forum per l’acqua che verranno allestiti in città e in periferia".
"Mentre la raccolta delle firme per la campagna referendaria promossa dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua per difendere l’acqua pubblica e impedirne la privatizzazione, ha raggiunto già quota 300.000 in tutta Italia, anche il Circolo “Città Domani” di Sinistra Ecologia e Libertà si è impegnato a dare il proprio specifico contributo.
L’assemblea pubblica che si è tenuta mercoledì 12 maggio presso i locali della Pubblica Assistenza di Siena ha visto la partecipazione di numerosi cittadini, interessati a conoscere meglio gli scopi del referendum e riflettere sull’esperienza toscana e senese riguardo alla gestione dell’acquedotto.
Ha aperto la discussione il segretario del circolo Città Domani di SEL, Alessandro Vigni, che ha ricostruito l’esperienza condotta in Toscana negli ultimi dieci anni, dove proprio una maggioranza di centro sinistra ha promosso l’ingresso dei privati nella gestione dell’acqua pubblica giudicandolo l’unico modo per migliorare l’efficienza degli acquedotti, mentre era facile immaginare che il loro interesse a realizzare guadagni avrebbe portato ad un sicuro aumento delle tariffe. Così è in effetti accaduto, con una media di aumenti dell'8% all'anno, mentre gli investimenti per migliorare la rete sono stati scarsi e sostenuti dagli enti pubblici, esattamente come prima. Per i privati è stato un affare, ma per i cittadini certamente no.
Sulla situazione senese si è soffermato anche Franco Pianigiani, ex tecnico del servizio acquedotto del Comune di Siena, che ha messo in rilievo con quanta professionalità, competenza e passione venisse seguito il funzionamento dell’acquedotto, ad esempio per riparare immediatamente i guasti (oggi se capitano di sabato o domenica si interviene solo il lunedì, l’acqua si perde e si procurano anche seri danni)). E del resto è proprio sulle professionalità formate nel Comune di Siena che si è appoggiato prima il Consorzio Intesa e poi l’acquedotto del Fiora, mentre dal privato non è venuta nessuna particolare competenza professionale, ma solo spese in più a carico dei cittadini. A sostenere queste tesi sono intervenuti anche diversi partecipanti ed ex addetti all’acquedotto che hanno notato come la privatizzazione ha portato nessun miglioramento del servizio.
E’ quindi intervenuto il Portavoce del Comitato Senese del Referendum per l'acqua pubblica Andrea Borgna il quale ha spiegato i tre requisiti referendari sui quali si raccolgono le firme:
1) per fermare la privatizzazione dell’acqua si propone di abrogare l’ultima normativa approvata dal Governo Berlusconi che stabilisce come modalità ordinarie di gestione del servizio idrico l’affidamento a soggetti privati attraverso gara o l’affidamento a società a capitale misto pubblico-privato, all’interno delle quali il privato sia stato scelto attraverso gara ed il pubblico abbia solo quote di minoranza;
2) per aprire la strada della ripubblicizzazione si propone l’abrogazione dell’articolo che definisce come uniche modalità di affidamento del servizio idrico la gara o la gestione attraverso Società per Azioni a capitale misto pubblico privato o a capitale interamente pubblico. L’abrogazione di questo articolo non consentirebbe più il ricorso né alla gara, né all’affidamento della gestione a società di capitali, favorendo il percorso verso l’obiettivo della ripubblicizzazione del servizio idrico, ovvero la sua gestione attraverso enti di diritto pubblico con la partecipazione dei cittadini e delle comunità locali;
3) per eliminare i profitti dal bene comune acqua si propone l’abrogazione la normativa che consente al gestore di ottenere profitti garantiti dalla bolletta dei cittadini, con una remunerazione del capitale investito, al tasso del 7% e senza alcun collegamento a qualsiasi logica di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio.
Nel corso della serata sono state raccolte le firme per la convocazione dei referendum, che proseguirà nelle prossime settimane ai banchetti del Forum per l’acqua che verranno allestiti in città e in periferia".