Incontro "formale" tra il capo del personale e i rappresentanti dei sindacati
di Augusto Mattioli – foto di Corrado De Serio
SIENA. Il giorno tanto atteso per i dipendenti del Monte dei Paschi di Siena è arrivato.
Da nord a sud i bancari dell’istituto senese hanno fatto sentire la loro voce ai vertici Mps per chiedere una revisione del piano industriale “lacrime e sangue” necessario (e forse neppure risolutivo) per risollevare le sorti della banca. Secondo i dati forniti dai sindacati sarebbero circa il 90 per cento delle filiali ad aver aderito con una “serrata”.
Un segno forte che potrebbe aver spinto il capo del personale Ilaria Della Riva, ad incontrare proprio questa mattina (27 luglio) i rappresentanti delle sigle sindacali aderenti allo sciopero. Un incontro durato oltre due ore e che è stato riferito da Antonio Damiani della Fisac-Cgil.
“La banca la prossima settimana invierà ai sindacati una lettera nella quale verrà spiegato dettagliatamente, almeno lo speriamo, le cose che i vertici intendono fare. Poi verrà fissata una data per dare inizio alle procedure di confronto su temi che non sono tutti uguali e che quindi hanno bisogno di tavoli di trattativa ben diversi”.
L’incontro voluto dalla Dalla Riva comunque non ha “impressionato” i sindacalisti che hanno preso questo “invito al confronto” come un “elemento formale di cortesia”. Nella sostanza, ha voluto dire Damiani, la distanza tra i vertici aziendali e le rappresentanze sindacali è abissale e non permette ancora margini di speranza.
“Abbiamo confermato che riteniamo inaccettabili le pressioni fatte ai lavoratori per banalizzare le materie del piano industriale e limitare l’adesione allo sciopero. Uno sciopero di portata straordinaria proprio per l’adesione data dai dipendenti”.
Il confronto con il capo del personale ha dunque evidenziato tutti gli attriti esistenti in un dialogo che mostra numerose fratture altrettanti punti.
“Abbiamo invitato – ha detto infine Damiani – ad una maggiore serietà nel rapporto con lavoratori e sindacati ed abbiamo confermato il nostro interesse a confrontarci su progetti concreti e costruttivi, La durezza della nostra posizione, invece, resta. Non può essere accettata la disdetta piano integrativo e non possono essere accettate le esternalizzazioni. Su questi punti la nostra posizione non cambia”.