Di quel securo il fulmine tenea dietro al baleno

Di giorgio mancini
SAN GIMIGNANO – Visita lampo, in Collegiata a San Gimignano, dell’indimenticato Prodi e consorte. L’ex presidente del consiglio Romano Prodi, verso le 17 di oggi (sabato 22 ottobre), accompagnato anche da una terza persona, forse di scorta, si è recato alla biglietteria del Duomo per visitare la basilica. Ovviamente omaggiato dal personale della Parrocchia dell’ingresso (la sudditanza “ossequiosa” verso quelli considerati potenti in Italia non finirà mai, specialmente verso la “casta” politica; gli altri, correttamente pagano ndr), ha fatto una visita velocissima soffermandosi davanti alla splendida cappella di Santa Fina e, subito dopo, ha voluto vedere le due statue lignee policrome di Jacopo della Quercia. A detta dello stesso volontario in servizio presente in Duomo, non avrebbe accettato, in dono, la guida della cappella della Santa bambina, ma non l’avrebbe neppure acquistata, aveva troppa fretta.
Qualcuno a San Gimignano, con tutta l’ironia toscana satirica, ha subito commentato: “Forse Prodi voleva sapere solamente se il legno usato per le sculture era “d’ulivo” e, parafrasando l’ode manzoniana di antica memoria, ha aggiunto: “dall’Alpi alle Piramidi, dal Manzanarre al Reno (tosco-emiliano), di quel securo il fulmine tenea dietro al baleno; “scoppiò dalla Cirio all’Euro, dall’ulivo” all’altro mar. Fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza”.