Scatta il "piano B" nel progetto di Siena Cec

SIENA. Ieri (24 ottobre), nella Sala delle Lupe sono intervenuti il sindaco Bruno Valentini, il direttore della canditatura Pierluigi Sacco ed alcuni coordinatori dell’Unità Artistica per presentare alla cittadinanza i progetti contenuti nel dossier di Canditatura di Siena 2019. La sala gremita e rumoreggiante palesa un diffuso malcontento tra i cittadini per aver perduto un’occasione importante di riscatto dopo le tristi vicissitudini del MPS.
Sacco descrive, con la sintesi incisiva che lo contraddistingue, le parti del progetto che possono essere realizzate con i soldi che comunque la Regione Toscana ha promesso (si parla di € 40 milioni), elencando otto punti che riguardano: cultura e salute, con il miglioramento della qualità della vita per gli anziani e le persone colpite da particolari patologie; l’abbattimento delle barriere architettoniche, con la conseguente accessibilità degli spazi del centro storico per i disabili di varia natura; la creazione di un luogo di specializzazione per il patrimonio digitale e di un centro beaconizzato (ogni muro della città potrà parlare al turista munito di un cellulare attraverso apposite colonnine); l’allungamento dei tempi di permanenza dei turisti; la creazione di posti di lavoro per i giovani che frequentano ora l’università e la spinta ad una nuova impresa giovanile. Questi i punti più importanti.
Il professor Sacco, in una prima riflessione su eventuali errori commessi nel percorso a Siena candidata a capitale della cultura europea 2019, sostiene che nulla cambierebbe al programma, ritenuto uno dei migliori tra quelli presentati dalle varie città concorrenti; certo, però, tornasse indietro pubblicherebbe prima il dossier per farlo conoscere meglio ai senesi, invece, è stato tenuto segreto fino in fondo, per timore che altri potessero appropriarsi delle idee originali. E’ un’affermazione ormai tardiva, perché la maggior parte dei cittadini, non informata del progetto, se non in maniera superficiale per le magliette esposte nei negozi, le reclames sui veicoli pubblici, tristemente non ancora rimosse, è rimasta estranea, come se sulla sua testa volasse un’informazione non diretta a lei. Un grosso errore da parte di questo team di specialisti, che dimostra di non conoscere bene Siena, compreso l’assesore alla Cultura, Massimo Vedovelli, assente per motivi di salute.
Gli interventi dell’avvocato Falaschi, di Eugenio Neri e di altri cittadini, sono portavoce del forte senso di frustrazione, ma anche di rabbia tra i senesi per la consapevolezza di aver sprecato un’imperdibile occasione di riscatto. Ora, però, è il momento di andare avanti e di non sciupare la possibilità di realizzare parte del dossier con i soldi della Regione e dei nuovi finanziamenti anche di partner privati, augurandoci che gli allettamenti delle multinazionali non escludano le risorse dell’artigianato locale. Non possiamo scaricare tutta la colpa sul professor Sacco, non era certamente facile convincere la commissione europea della necessità di vincere la gara. Se camminiamo per la città in una giornata di sole cosa vediamo? Frotte di turisti estasiati in Piazza del Campo, seduti ai numerosi bar centellinando un buon Chianti. Cosa c’è di meglio nella vita? (parafrasando una famosa pubblicità). E’ importante che Sacco rimanga al suo posto, perché, consapevole degli errori commessi, porterà avanti comunque un bel progetto: Siena capitale della cultura italiana. Con un’attenzione, finora non emersa, alle numerose persone pronte a collaborare con lui ed il suo team; non escludiamole in nome dei soliti movimenti politici, che hanno portato distruzione e malessere.