Gli avvistamenti del felino suscitano l'ilarità della popolazione

di Gatta Cicova
SIENA. C’è un boa nella canoa… Hops, cosa dico! C’è un puma nelle campagne di Siena. Un puma in carne, ossa e pelliccia. Lo cercano e non lo trovano (proprio come la Titina) ormai da quindici giorni in un tratto di campagna che va da Porta Tufi alla trafficata via Massetana.
Il felino pare conoscere la alta pericolosità dell’uomo, tanto che, non appena ne avvista uno, pensa bene di andarsi a nascondere nei cespugli. Un animale tanto selvaggio quanto istruito.
In città non si parla d’altro… ma il tono con cui se ne parla non è quello che ci si aspetterebbe. Proprio no.
Si ridacchia, si ironizza, ci si sollazza alle spalle del povero baffuto orfano, perso nelle brulle campagne a ridosso di una tranquilla città italiana, per nulla adatta alla sua indole “esotica”.
Su Facebook, che non è proprio l’altipiano del Messico o le Montagne Rocciose, di puma se ne trovano a centinaia… Ne è spuntato uno persino davanti al Nannini in centro a Siena! Tutti vogliono prendere il posto di questo povero coguaro sulle pagine dei giornali; tutti pretendono di avere storie interessanti da raccontare… Come se perdere il posto all’Università o vivere in un precariato senza soluzione di continuità sia un fatto degno di cronaca!
Io, micetta furbetta, ci ho pensato a lungo. Ma non sarà mica lo stesso puma che nel lontano 2000 era stato avvistato nei pressi di Montepulciano, vero? Se così fosse, sarà stata la vecchiaia a farlo avvicinare al centro storico di Siena. Un caso di cecità, o forse di demenza senile…
Comunque sia, la vogliamo smettere di divertirci alle spalle di questa povera creatura sperduta? Una creatura che certo non ha scelto di trovarsi – se si trova – in queste lande e che, se è vero, è costretta a cacciare gatti (oh tapina me!) e porcospini. E certo non giova alla sua alimentazione! E poi, non è mica tanto sicuro! Metti che si tratti di un esemplare permaloso?
Se la incontrate, per caso, non scappate, non fate dietro front, potrebbe pensare che siete la sua preda. E lei, stanca di animalucci di piccola taglia, e stanca delle risate che salgono dalle lastre della città, potrebbe anche mostrare il suo lato meno “timido”.
Eccezioni a parte… Ma ve lo immaginate che paura possa avere questa creatura – che, per gli Aztechi e per i Maya era considerata una divinità, simbolo del coraggio, della lealtà e del comando – a trovarsi a Siena di questi tempi? Un habitat decisamente inospitale dove queste sue qualità vengono tenute lontano dalle autorità cittadine onde evitare che si diffondano, quasi come fossero un morbo!
Per carità, prendetela presto e portatela via, nel suo ambiente, prima che perda completamente la testa e decida di appollaiarsi su un albero aspettando la morte. Novella vittima di un mondo cinico e baro!