La faida politica interna al PD farà calare il sipario sulla breve era Ceccuzzi in comune?

di Red
SIENA. Report: Guzzetti, presidente Acri, per i fatti degli ultimi anni avrebbe potuto chiedere la cacciata di Gabriello Mancini per incapacità. Sempre che lunedì mattina il ragioniere di San Gimignano, dopo attenta consultazione notturna, non si dimetta di sua spontanea volontà. Pare che l’unico vero merito per cui occupa lo scranno di Palazzo Sansedoni,- sintetizzato dalla Gabanelli – stia nell’essere stato esponente di spicco della DC locale. Ci sarebbe da aggiungere che, se il giornalista Paolo Mondani avesse fatto due conti, Mancini ha violato l’articolo 3, comma 4 dello Statuto, che gli proibiva di “fare debiti per un importo complessivo superiore al 20% del proprio patrimonio”.
Dalle vicende di Baldassarri ai crediti deteriorati, dalla sciagura Antonveneta (che una volpe come Guzzetti non avrebbe mai comprato) alla dissociazione finanziaria dei rapporti con Ligresti, solo conferme per quanto vi abbiamo raccontato di Rocca Salimbeni da più di un anno a questa parte con articoli corretti, documentati.
Poche voci si sono alzate, nell’informazione locale, per fare luce sui conti della banca e non solo. Poche voci che, in compenso, si sono viste contrastare dai poteri forti della città. Un fatto, come confermato dalla vicenda del licenziamento in tronco del direttore de La Nazione Tedeschini, come raccontato da lui stesso). Che fortuna, per noi, non correre questo rischio!
A Siena è girato per anni un potere uno e trino, tra banca, fondazione e comune, finanziato con i soldi di tutti per tenere in piedi un gruppo di “furbetti del quartierino” che troppo spesso si è sovrapposto ad un partito (ma limitarsi a questo sarebbe decisamente ingiusto, oltre che inesatto) e che ha cercato di tenersi tutti acquiescenti. Ecco perché le proteste sono esangui, silenziose e circoscritte.
Ma la festa pare proprio giunta alle sue ultime note, i ringraziamenti non si possono più alimentare. E’ bene che la gente capisca che il domani, singolare e plurale, è fortemente compromesso e che sui debiti di riconoscenza ha campato un insieme di scarsamente capaci che hanno dissestato banca, fondazione, comune e tutte le attività ad essi connesse. Creandone di nuove e originali: alcune delle quali diventate, a loro insaputa, piccoli gioielli da tutelare…. quando si dice che anche il caso può dare una mano ai “principianti”!
Non possiamo dire che si sia trattato di “casualità” se Report si è soffermata sui 200 e passa milioni di buco dell’Università; se ha commentato le vicende tragicomiche dell’aeroporto di Ampugnano, che ha dilapidato “milioni per trasportare 1500 persone l’anno”.
E, forse, è stato un bene che Paolo Mondani non sia stato abbastanza in questa città per scoprire quello che sta per avvenire nella sanità, con i mutui da pagare e la stretta in corso sulla spesa farmaceutica e nelle prestazioni sanitarie. E che non abbia visto ancora realizzarsi il taglio del personale nella banca, né la fine, accennata di striscio e non approfondita, di Siena Biotech.
Certamente, se il servizio giornalistico televisivo potesse spingere la magistratura ad accellerare tutti i procedimenti in atto per distruggere quel deleterio “Sistema Siena” che negli ultimi decenni ha fatto il bello e il cattivo tempo, potremmo dire di aver già raggiunto un risultato interessante.
Forse i togati attendono i risultati delle ispezioni di Consob e Banca d’Italia per entrare in azione. Miliardi di euro piovuti sulla testa della città, ma i senesi sono tra gli italiani con le bollette più care: acqua, luce, gas. Dove saranno finiti tutti questi soldi?
Dalle vicende di Baldassarri ai crediti deteriorati, dalla sciagura Antonveneta (che una volpe come Guzzetti non avrebbe mai comprato) alla dissociazione finanziaria dei rapporti con Ligresti, solo conferme per quanto vi abbiamo raccontato di Rocca Salimbeni da più di un anno a questa parte con articoli corretti, documentati.
Poche voci si sono alzate, nell’informazione locale, per fare luce sui conti della banca e non solo. Poche voci che, in compenso, si sono viste contrastare dai poteri forti della città. Un fatto, come confermato dalla vicenda del licenziamento in tronco del direttore de La Nazione Tedeschini, come raccontato da lui stesso). Che fortuna, per noi, non correre questo rischio!
A Siena è girato per anni un potere uno e trino, tra banca, fondazione e comune, finanziato con i soldi di tutti per tenere in piedi un gruppo di “furbetti del quartierino” che troppo spesso si è sovrapposto ad un partito (ma limitarsi a questo sarebbe decisamente ingiusto, oltre che inesatto) e che ha cercato di tenersi tutti acquiescenti. Ecco perché le proteste sono esangui, silenziose e circoscritte.
Ma la festa pare proprio giunta alle sue ultime note, i ringraziamenti non si possono più alimentare. E’ bene che la gente capisca che il domani, singolare e plurale, è fortemente compromesso e che sui debiti di riconoscenza ha campato un insieme di scarsamente capaci che hanno dissestato banca, fondazione, comune e tutte le attività ad essi connesse. Creandone di nuove e originali: alcune delle quali diventate, a loro insaputa, piccoli gioielli da tutelare…. quando si dice che anche il caso può dare una mano ai “principianti”!
Non possiamo dire che si sia trattato di “casualità” se Report si è soffermata sui 200 e passa milioni di buco dell’Università; se ha commentato le vicende tragicomiche dell’aeroporto di Ampugnano, che ha dilapidato “milioni per trasportare 1500 persone l’anno”.
E, forse, è stato un bene che Paolo Mondani non sia stato abbastanza in questa città per scoprire quello che sta per avvenire nella sanità, con i mutui da pagare e la stretta in corso sulla spesa farmaceutica e nelle prestazioni sanitarie. E che non abbia visto ancora realizzarsi il taglio del personale nella banca, né la fine, accennata di striscio e non approfondita, di Siena Biotech.
Certamente, se il servizio giornalistico televisivo potesse spingere la magistratura ad accellerare tutti i procedimenti in atto per distruggere quel deleterio “Sistema Siena” che negli ultimi decenni ha fatto il bello e il cattivo tempo, potremmo dire di aver già raggiunto un risultato interessante.
Forse i togati attendono i risultati delle ispezioni di Consob e Banca d’Italia per entrare in azione. Miliardi di euro piovuti sulla testa della città, ma i senesi sono tra gli italiani con le bollette più care: acqua, luce, gas. Dove saranno finiti tutti questi soldi?