
SIENA. Erano stati denunciati nel mese di ottobre dai Carabinieri della stazione di Asciano, i quali avevano accertato la loro responsabilità in merito ad alcuni furti ed utilizzo di carte di credito rubate. I 2 senesi, con diversi precedenti per reati contro il patrimonio, avevano infatti compiuto un furto secondo un modus operandi già utilizzato in numerose occasioni in altre province toscane. Entrati in un ufficio pubblico, approfittando della folla e della distrazione, sottraevano e svuotavano i portafogli alle persone presenti, utilizzando poi le carte di credito trovate per effettuare acquisti e prelievi.
Verificata l’assenza di una dimora stabile e "l’insussistenza di un legame con il territorio", oltre all’aver commesso altri reati, elementi che attestano la loro pericolosità, all’esito degli accertamenti effettuati dalla Polizia Anticrimine, il questore ha emesso nei loro confronti il provvedimento di divieto di ritorno nella provincia di Siena per tre anni.
Stesso divieto, ma per il comune di Radda in Chianti, è invece stato adottato nei confronti di un aretino di 44 anni, proposto alla Questura dai militari dell’Arma dei Carabinieri locale, resosi responsabile del reato di spaccio di sostanze stupefacenti. I Militari, infatti, a seguito di una complessa e prolungata attività di indagine, accertavano fatti che indicavano l’uomo responsabile del suddetto reato in diverse occasioni nonché facente parte di un sodalizio criminale dedito alla commissione di vari reati.
Verificata l’assenza di una dimora stabile e "l’insussistenza di un legame con il territorio", oltre all’aver commesso altri reati, elementi che attestano la loro pericolosità, all’esito degli accertamenti effettuati dalla Polizia Anticrimine, il questore ha emesso nei loro confronti il provvedimento di divieto di ritorno nella provincia di Siena per tre anni.
Stesso divieto, ma per il comune di Radda in Chianti, è invece stato adottato nei confronti di un aretino di 44 anni, proposto alla Questura dai militari dell’Arma dei Carabinieri locale, resosi responsabile del reato di spaccio di sostanze stupefacenti. I Militari, infatti, a seguito di una complessa e prolungata attività di indagine, accertavano fatti che indicavano l’uomo responsabile del suddetto reato in diverse occasioni nonché facente parte di un sodalizio criminale dedito alla commissione di vari reati.