
“La confisca di Suvignano – dice Bartoli – è stata un grande segno di legalità che la nostra Provincia ha portato avanti. Ritengo fondamentale avviare una riflessione sulla necessità di utilizzare correttamente i beni confiscati alla mafia, dando la possibilità agli enti locali di scegliere la loro destinazione. Una messa all’asta prefigurerebbe un riacquisto dell'azienda da parte di società in grado di poter sostenere anche costi elevatissimi. Un’azione che si sgancia totalmente da quell'idea, lanciata dalla Regione, dalla Provincia, dal Comune di Monteroni e dall'Arci di riutilizzare un bene mafioso a scopo sociale”.
“Credo – continua Bartoli – che tutti quanti possiamo combattere ogni giorno per radicare gradualmente un comportamento diffuso dell’etica sociale e della legalità. La confisca di un bene alla mafia e il riutilizzo di questo al servizio della collettività è un esempio concreto che, se ben realizzato, può essere un segnale forte e una svolta verso un mondo più giusto. Generazione Democratica vuole essere in prima linea anche in questa battaglia”.