
RADICONDOLI. Radicondoli all’unanimità dice sì al riconoscimento dello Stato di Palestina da parte del Governo Italiano. Chiede di permettere l’ingresso nella Striscia degli aiuti umanitari, di revocare il memorandum d’intesa per la collaborazione militare tra Italia e Israele, di interrompere la consegna di armi e sistemi d’arma per Israele, di schierarsi per la sospensione del trattato di associazione tra Unione europea e Israele.
Anche il borgo, come tante altre realtà, dice sì a questo percorso per costruire la pace ed equiparare la condizione della Palestina sul piano politico a quella di altri stati, riconoscere le aspirazioni legittime ad avere uno stato da parte dei palestinesi e ribadire le tutele previste dal Diritto Internazionale.
Il consiglio comunale ha votato il testo presentato da Radicondoli Futura e integrato da Energie per Radicondoli, in una visione comune che vuole partire dal documento “Pace e Giustizia in Medio Oriente” promosso dalla Rete Pace e Giustizia in Medio Oriente
“Voglio ringraziare tutti i consiglieri e gli assessori per il dibattito costruttivo e proficuo che ne è emerso – dice il sindaco Francesco Guarguaglini – Maggioranza e minoranza insieme in una visione unica per dare il proprio contributo, credendo fortemente alla pace in quel territorio martoriato. In primo luogo, tacciano le armi e si lasci alle popolazioni civile lo spazio di vita che a loro si deve. Notizie quotidiane di uccisioni di civili, bambini, donne in fila per il pane o l’acqua sono inaccettabili. Sono crimini di guerra che devono cessare, come ha ribadito in questi giorni Papa Leone, una strage inaccettabile, dove la dignità dell’uomo è annullata”.
“Il riconoscimento dello Stato di Palestina – continua Guarguaglini – è un passo fondamentale per una equa soluzione politica del conflitto che porti ad una pace duratura. Del resto le dichiarazioni di condanna o il richiamo a fermare la violenza non bastano più. Bisogna agire per eliminare alla base le cause di tutto questo. Noi tutti crediamo in una mediazione positiva verso la conclusione dell’occupazione militare israeliana e la colonizzazione dei territori palestinesi occupati, per il rispetto dei diritti umani, per il diritto internazionale, oggi invece assolutamente negato”.
Il consiglio comunale di Radicondoli ha ricordato anche la campagna “Ripudia la guerra” proposta da Emergency, che dà valore all’articolo 11 della Costituzione italiana, ovvero “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”. E ha messo nero su bianco questa dichiarazione: “Il Comune di Radicondoli si dichiara contrario ad ogni guerra sul pianeta perché dopo i conflitti mondiali, le atomiche e i milioni di morti, il nostro paese è rinato nell’idea che nessuna guerra sarà mai la soluzione e si impegna a risolvere i conflitti con la diplomazia, la politica e la promozione della pace”.
Così il consiglio comunale di Radicondoli chiede al Governo Italiano di: “Riconoscere a tutti gli effetti lo Stato di Palestina come entità sovrana, nei confini precedenti all’occupazione del 1967 e con Gerusalemme capitale condivisa; ad agire in sede ONU per un immediato riconoscimento dello Stato di Palestina come membro a pieno titolo delle Nazioni Unite, per permettere alla Palestina e a Israele di negoziare direttamente in condizioni di pari autorevolezza, legittimità e piena sovranità; ad impiegare tutti gli strumenti politici, diplomatici e di Diritto Internazionale per fermare la colonizzazione e l’annessione dei territori occupati palestinesi; chiedere formalmente al governo di Israele, in ogni sede diplomatica e pubblica, di permettere l’ingresso nella Striscia degli aiuti umanitari di cui c’è disperato bisogno e la loro distribuzione alla popolazione civile, attivare subito un impegno diplomatico per un cessate il fuoco e per il rispetto del diritto umanitario internazionale; revocare il memorandum d’intesa per la collaborazione militare tra Italia e Israele; interrompere la consegna di armi e sistemi d’arma per Israele; schierarsi per la sospensione del trattato di associazione tra Unione europea e Israele come già 17 Paesi hanno fatto per le continue violazioni dei diritti umani”. L’impegno verso il sindaco è quello di lui si faccia interprete di queste istanze e ad attivarsi verso gli altri sindaci, Regione Toscana per concordare un’azione comune.
L’ordine del giorno viene inviato al presidente del Parlamento europeo, al presidente della Repubblica italiana, al presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica italiana, al ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale della Repubblica italiana, al presidente del Senato della Repubblica italiana, al presidente della Camera dei Deputati della Repubblica italiana, ai presidenti dei gruppi parlamentari, al presidente della Regione Toscana.