Il Team Bike Pionieri ha deciso di sospendere definitivamente l’evento. I ringraziamenti del gruppo all'Amministrazione comunale "sorprendenti"

MONTERIGGIONI. Il 16 marzo si è tenuta l’ultima edizione della Granfondo Castello di Monteriggioni, manifestazione che per oltre trent’anni ha rappresentato un riferimento nel panorama sportivo nazionale, nata nel 1992 e capace di attrarre fino a 1800 partecipanti. A causa di crescenti difficoltà nel reperimento di risorse umane e finanziarie, problemi legati alla gestione dei terreni e agli oneri organizzativi, il Team Bike Pionieri ha deciso di sospendere definitivamente l’evento.
Sorprende il ringraziamento rivolto all’Amministrazione Comunale di Monteriggioni e al sindaco Andrea Frosini, il cui contributo sarebbe stato determinante negli ultimi anni. Forse determinante, però, nel favorire la fine della manifestazione. Questo saluto, permeato da gratitudine, omette il giusto riconoscimento alle amministrazioni precedenti – tra cui i sindaci Valeri, Casprini, Valentini, Fantucci e la sottoscritta – che hanno sostenuto e accompagnato la crescita della Granfondo.
Dispiace quindi constatare che i ringraziamenti siano stati formulati in modo unilaterale e oltretutto senza attribuire alcuna responsabilità all’attuale amministrazione, che nel suo ruolo naturale di mediazione tra istanze legittime, pur divergenti, non è riuscita a trovare soluzioni efficaci e condivise. Già in tempi non sospetti la consigliera Raffaella Senesi aveva pubblicamente segnalato criticità che, se non governate, avrebbero portato a gravi conseguenze. Così è stato.
Un approccio più inclusivo e lungimirante avrebbe potuto evitare tensioni e incomprensioni che oggi si concretizzano nella fine della Granfondo, frutto avvelenato di una gestione non sufficientemente equilibrata. In apertura della tornata elettorale, ci si sarebbe aspettati un chiarimento sulla nota vicenda che ha coinvolto i silvicoltori locali. Invece, nessun riferimento, nessuna spiegazione. Un silenzio che pesa.
La gestione della manifestazione ha evidenziato un grave errore strategico: il tentativo di ampliare i diritti di passo sui terreni boschivi privati senza il consenso dei proprietari, configurando una forma di esproprio mascherato. Tale operazione, condotta con evidente imperizia e scarsa competenza politica e gestionale, si è rivelata fallimentare. Quando il piano è stato reso pubblico, i silvicoltori hanno reagito con forza, impedendo che l’iniziativa si concretizzasse. Una mobilitazione che ha ricordato, per prontezza e impatto, le oche capitoline che salvarono Roma: segnale chiaro che il territorio non può essere gestito con superficialità.
Alla luce di questi eventi, ci si chiede se il Presidente Giani sia consapevole delle dinamiche locali. Difficile pensare che possa compiacersi della condotta di un suo amministratore, tanto più alla luce dei risultati fallimentari. La comunità merita trasparenza, competenza e rispetto, e non può più tollerare gestioni approssimative che mettono a rischio diritti consolidati e la fiducia dei cittadini.
Luca Passalacqua Massimo Bencini Raffaella Senesi