L'apparecchiatura mobile consente interventi in regime ambulatoriale

“Le indicazioni e i principi del trattamento della calcolosi renale con onde d’urto si sono profondamente modificati dal momento dell’introduzione di questa metodica – spiega la dottoressa Sancasciani. – Le apparecchiature sono state migliorate, rese meno ingombranti, più maneggevoli e integrate in un tavolo uroradiologico in modo da consentire eventuali manovre ecografiche e radiologiche combinate.”
Dal punto di vista scientifico l’intervento è denominato ESWL (Extracorporeal Shockwave Lithotripsy) e può risolvere il 90 per cento delle calcosi renali: il successo del trattamento dipende prevalentemente dalle dimensioni, numero, localizzazione, durezza dei calcoli e dalla costituzione del paziente. Ad oggi il trattamento è indicato per calcoli renali di dimensioni minori o uguali a 20 mm e in casi selezionati per calcoli ureterali, soprattutto per calcoli del tratto terminale dell’uretere per i quali tale trattamento risulta particolarmente efficace.