AMIATA. Da Giovanni Costa, commissario Lega Amiata – Val d’Orcia, riceviamo e pubblichiamo.
“Il “bullismo politico” del PD nei piccoli Comuni della provincia di Siena è da condannare con fermezza. Tale atteggiamento sta progressivamente portando i cittadini e la società civile a un inaridimento totale del confronto democratico.
La strategia adottata da alcuni esponenti del PD sembra orientata a isolare chiunque non aderisca all’unico pensiero dominante, estendendo tale logica perfino all’interno delle associazioni di volontariato, sportive, culturali e di promozione. In questo modo, il consenso politico viene costruito e mantenuto attraverso una rete di controllo sociale che si ramifica in tutti gli ambiti della vita di comunità.
Le conseguenze di questo clima si riflettono in modo evidente sull’alta percentuale di astensionismo registrata nelle ultime tornate elettorali nei piccoli comuni del senese. Quando il cittadino percepisce che esprimere un’opinione diversa comporta l’emarginazione, preferisce ritirarsi dal voto, rinunciando al proprio ruolo attivo nella democrazia.
C’è poi da condannare con altrettanta decisione il metodo clientelare con cui, per assicurarsi il consenso delle famiglie e delle giovani generazioni, vengono magari promessi posti di lavoro nelle aziende municipalizzate o nelle società partecipate pubbliche, sfruttando le posizioni di maggioranza nelle amministrazioni locali. Un sistema di potere che, nel tempo, ha disgregato la cultura del confronto e il senso autentico della partecipazione civica.
Nella Prima Repubblica, anche tra visioni politiche opposte, esisteva un confronto spesso acceso, ma sempre rispettoso dell’avversario e fondato su una comune idea di bene pubblico. Oggi, invece, assistiamo ad una deriva in cui il PD locale tende alla marginalizzazione e all’esclusione di chi non condivide le sue posizioni, impoverendo il tessuto democratico e culturale dei nostri paesi.
Se non si arresta questo processo di omologazione forzata, il rischio è che nei piccoli comuni — un tempo laboratori di partecipazione e solidarietà — resti solo un vuoto sociale e politico, in cui la paura di dissentire sostituisce la libertà di pensare”.






