Monumenti allo spreco e nuove direttive

di Pier Paolo Fiorenzani
RADICONDOLI. La diga di San Piero in Campo, Iniziata nel 1984, monumento allo spreco. è incompiuta dal 1986.
Per un “uso razionale delle risorse idriche” e della biodiversità, i 1097 laghetti sparsi in Val d’Orcia su 161 ettari, vi addurrebbero 6,7 milioni di metri cubi.
Frattanto, la Regione ha pubblicato “indirizzi operativi e procedurali per gli invasi” (cfr.La Nazione 23-08-’25 pag.26) e riguarderanno anche il preesistente “Bacino d’Orcia”- modellazione invasi del Dipartimento “Dagri” – Università di Firenze.
I progetti di San Piero in Campo e della diga sul Merse risalgono al 1930. Nel decennio 1970-80 la Regione, (assessore all’Agricoltura il senese Emo Bonifazzi (PCI), contrarie le
minoranze DC di Chiusdino e di Siena), progetta la diga sul Merse per rifornire Grosseto, espropria terreni, costruisce la palazzina di guardiania, spende 33 miliardi di lire, ma poi, oltre ad impaludare la zona di San Galgano, lo sbarramento d’ancoraggio a sponde cretacee risultò troppo
rischioso. I coltivatori espropriati e pagati tornarono nelle ex proprietà. Mezzo secolo dopo, il consigliere chiusdinese di minoranza, Francesco Oporti, propone un nuovo invaso a “minimo impatto ambientale nel Pian di Feccia”, affluente del Merse.
Sempre dal 1920/30, si ipotizzò una
diga sul fiume Cornia che, dalle Cornate di Gerfalco, attraversa 4 Province: Grosseto Siena, Pisa
e Livorno. Ma nel 2022, a Forni di Suvereto, ha preso corpo un’iniziativa “a basso costo” che,”invece di far scaricare l’acqua in mare”, la “intercetta e usa per ricaricare la falda nell’impianto a fianco” del Cornia. Costo 100.000 €., forma un laghetto (2 milioni di mc./anno,
2.500 mq.) “ricavato in una ex cava di ghiaia”. L’acqua “filtrata e assorbita dallo strato ghiaioso” finisce nella falda e gli agricoltori la prelevano dai pozzi che alimenta. Gli invasi costano… di più…!
Come quello sul Cecina, caro ai Comuni di Volterra, Pomarance e Castelnuovo Val di Cecina. La Regione
vuole realizzarlo a Pian di Goro, ma – obietta il sindaco di Casole d’Elsa, Andrea Peragnoli – “andrà ad insediarsi in una delle zone più belle e caratteristiche del Cecina, al Masso delle Fanciulle e al pozzo degli Specchi”. Invece, precisa, “con il progetto del 2009 d’invaso a Puretta,
sarebbero stati risolti anche i problemi di degrado di quell’area. Ma, senza un confronto, è stato cambiato”: sommergerà un ponte e un agriturismo.
Domanda: anche con i nuovi indirizzi
operativi e procedurali varati?