SIENA. Quando si parla di atti persecutori o di violenza di genere, si pensa solitamente a sistematiche espressioni di aggressività di un uomo dei confronti di una donna, generalmente una moglie o una compagna. Tali casi sono purtroppo abbastanza frequenti anche nella tranquilla provincia senese e comportano l’attivarsi di protocolli di legge, quali il “codice rosa”, che attiene a profili di sostegno sanitario e psicologico delle vittime, ed il “codice rosso” che riguarda invece la tempistica con la quale forze dell’ordine e magistratura debbono procedere a sviluppare tutte quelle conoscenze sul caso, che possano in breve tempo portare a delle determinazioni di tutela, ad esempio alla misura cautelare del divieto di avvicinamento alla casa familiare o ai luoghi frequentati dalla donna.
Quello che è accaduto ieri in un centro abitato vicino a Siena esula nettamente da tali schemi ma conduce comunque alla ricerca di una soluzione che possa garantire l’incolumità della vittima. Una donna ha querelato un’altra donna. Una quarantenne moglie che si sente tradita dal marito, avrebbe intrapreso una sistematica opera di vessazione nei confronti della coetanea rivale in amore, avendole questa rubato l’affettività coniugale in tutto o in parte. Ogni volta che la incontra – e gli incontri sono ricercati con cura dalla vessatrice – la riempie di insulti e di minacce, tanto da provocarle un’insostenibile stato d’ansia che l’ha condotta alla caserma dei Carabinieri del paese, ove ha modo di sfogarsi, recriminare, denunciare e querelare l’avversaria, o presunta tale, che le rende la vita impossibile.
La descrizione di tali atti persecutori è stata tradotta in un referto trasmesso alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siena e si è così aperto un fascicolo giudiziario. Nel frattempo la vittima è stata resa edotta dell’opportunità di chiamare il 112 ogni volta che si senta concretamente in pericolo e dell’opportunità di rivolgersi a un centro antiviolenza.