
di Roberto Cappelli
MONTALCINO. Dopo Bagno Vignoni, Castiglione d’Orcia e Radicofani, venerdi 20 alle 17.30 in Piazza del Popolo, il gioco che ha entusiasmato le piazze valdorciane, arriverà a Montalcino.
E’ stata, fra le tante pregevoli iniziative culturali promosse per il mese di agosto in Val d’Orcia, una bella idea quella che, oltre ad avere il merito di rivolgersi a un pubblico spesso dimenticato dal calendario dei grandi eventi, ovvero il pubblico dei bambini, sta appassionando anche tanti “grandi” che in questo periodo si trovano in questo splendido territorio.
Si tratta della presentazione, nei cinque Comuni del Parco, di una nuova versione del classico Gioco dell’Oca uscita di recente ad opera di Giuditta Parisi – Studio Archimedia, con la collaborazione di Carlotta Parisi: due sorelle che lavorano entrambe a Montalcino nel settore della grafica e della creatività. Per la realizzazione di questo progetto hanno integrato le loro differenti professionalità: la prima sviluppando l’idea e curando la sua esecuzione grafica e di ricerca, l’altra la realizzazione delle illustrazioni. Spinte dall’amore per la loro terra e dalla voglia di trasmettere ai bambini, e perché no ai genitori, spunti per scoprire questo straordinario piccolo mondo, hanno dato vita al “Gioco dell’Orcia”. L’idea è stata quella di portare il percorso del gioco sul territorio della Val d’Orcia in modo da far divertire i piccoli (ma anche i grandi) giocatori e nello stesso tempo dare loro modo di conoscere la Val d’Orcia. Quale nome più adatto da dare al nuovo gioco se non “Il gioco dell’Orcia” che evoca l’originale ma, aggiungendo due lettere, trasforma l’Oca in Orcia. Anche il percorso del Gioco dell’Orcia, come quello del Gioco dell’Oca, richiama ad un percorso: quello del fiume.
Si parte dalle sorgenti sul monte Cetona e, dopo aver toccato tanti luoghi, si arriva fino alla confluenza con l’Ombrone. Il percorso è tutto un susseguirsi di caselle che fanno incontrare luoghi (Radicofani, Pienza, San Quirico d’Orcia, Monticchiello, Castiglion d’Orcia, Montalcino…) personaggi (Ghino di Tacco, il Barbarossa, Il Gladiatore…) piante caratteristiche, piatti tipici….. Insomma 63 caselle di Val d’Orcia… La mascotte che serve anche da pedina, come l’oca, è un pennuto. Si tratta dell’occhione o tallurino, piccolo trampoliere che ha popolato per secoli la valle superiore dell’Orcia, prima che la bonifica iniziata negli anni trenta del secolo scorso, trasformasse quasi completamente il suo habitat. Oggi questo curioso e simpatico volatile è quasi irreperibile nella zona, ma ancora si segnala la presenza di alcuni esemplari nella Riserva di Lucciolabella. Il gioco dell'oca è forse derivato da un gioco cinese Shing Kunt t'o – la promozione dei mandarini – il cui tabellone era costituito da 99 caselle numerate disposte a spirale. Il gioco dell'oca inteso nella forma moderna risale alla seconda metà del XVI secolo. Ferdinando I De' Medici fece dono del nuovo e molto dilettevole giuoco dell'oca a Filippo II Re di Spagna, il quale ne rimase affascinato. All'inizio del XVII secolo apparvero in Inghilterra i primi tabelloni stampati, e rapidamente il gioco si diffuse in tutta Europa. La decorazione tradizionale fu spesso rielaborata con soggetti diversi; per esempio, esistono giochi dell'oca con soggetti di tipo politico (come la Rivoluzione Francese) o letterario (episodi delle avventure di Don Chisciotte). Per l’occasione il tabellone del gioco in scatola è stato riprodotto in un tappeto “gigante” con tallurini “giganti” e dadi “giganti”. I bambini, divisi in squadre, giocano entrando nel tabellone e spostando i tallurini. Il gioco seguito da esperti del territorio, messi a disposizione dalla Fondazione Tagliolini, che accompagnano i giocatori con informazioni che aiutano i bambini a scoprire, divertendosi, la storia, le curiosità e le caratteristiche del territorio. L’iniziativa ha come obiettivo quello di far conoscere, specialmente ai più piccoli, questa valle patrimonio dell’Unesco, e nello stesso tempo offre un momento di valorizzazione dell’unitarietà dell’intera Val d’Orcia.
Il gioco, che si vorrebbe venisse presentato in seguito anche nelle scuole, si inserisce oltretutto perfettamente nel quadro dei progetti a cui la Fondazione Tagliolini sta da tempo lavorando, a cominciare dalla produzione di un Atlante del paesaggio della Val d’Orcia che, una volta realizzato, dovrà essere diffuso nelle scuole del territorio come strumento capace di orientare l’educazione ai valori del paesaggio e la sensibilità dei ragazzi nei confronti del patrimonio culturale straordinario che saranno chiamati un giorno ad amministrare e tutelare.
MONTALCINO. Dopo Bagno Vignoni, Castiglione d’Orcia e Radicofani, venerdi 20 alle 17.30 in Piazza del Popolo, il gioco che ha entusiasmato le piazze valdorciane, arriverà a Montalcino.
E’ stata, fra le tante pregevoli iniziative culturali promosse per il mese di agosto in Val d’Orcia, una bella idea quella che, oltre ad avere il merito di rivolgersi a un pubblico spesso dimenticato dal calendario dei grandi eventi, ovvero il pubblico dei bambini, sta appassionando anche tanti “grandi” che in questo periodo si trovano in questo splendido territorio.
Si tratta della presentazione, nei cinque Comuni del Parco, di una nuova versione del classico Gioco dell’Oca uscita di recente ad opera di Giuditta Parisi – Studio Archimedia, con la collaborazione di Carlotta Parisi: due sorelle che lavorano entrambe a Montalcino nel settore della grafica e della creatività. Per la realizzazione di questo progetto hanno integrato le loro differenti professionalità: la prima sviluppando l’idea e curando la sua esecuzione grafica e di ricerca, l’altra la realizzazione delle illustrazioni. Spinte dall’amore per la loro terra e dalla voglia di trasmettere ai bambini, e perché no ai genitori, spunti per scoprire questo straordinario piccolo mondo, hanno dato vita al “Gioco dell’Orcia”. L’idea è stata quella di portare il percorso del gioco sul territorio della Val d’Orcia in modo da far divertire i piccoli (ma anche i grandi) giocatori e nello stesso tempo dare loro modo di conoscere la Val d’Orcia. Quale nome più adatto da dare al nuovo gioco se non “Il gioco dell’Orcia” che evoca l’originale ma, aggiungendo due lettere, trasforma l’Oca in Orcia. Anche il percorso del Gioco dell’Orcia, come quello del Gioco dell’Oca, richiama ad un percorso: quello del fiume.
Si parte dalle sorgenti sul monte Cetona e, dopo aver toccato tanti luoghi, si arriva fino alla confluenza con l’Ombrone. Il percorso è tutto un susseguirsi di caselle che fanno incontrare luoghi (Radicofani, Pienza, San Quirico d’Orcia, Monticchiello, Castiglion d’Orcia, Montalcino…) personaggi (Ghino di Tacco, il Barbarossa, Il Gladiatore…) piante caratteristiche, piatti tipici….. Insomma 63 caselle di Val d’Orcia… La mascotte che serve anche da pedina, come l’oca, è un pennuto. Si tratta dell’occhione o tallurino, piccolo trampoliere che ha popolato per secoli la valle superiore dell’Orcia, prima che la bonifica iniziata negli anni trenta del secolo scorso, trasformasse quasi completamente il suo habitat. Oggi questo curioso e simpatico volatile è quasi irreperibile nella zona, ma ancora si segnala la presenza di alcuni esemplari nella Riserva di Lucciolabella. Il gioco dell'oca è forse derivato da un gioco cinese Shing Kunt t'o – la promozione dei mandarini – il cui tabellone era costituito da 99 caselle numerate disposte a spirale. Il gioco dell'oca inteso nella forma moderna risale alla seconda metà del XVI secolo. Ferdinando I De' Medici fece dono del nuovo e molto dilettevole giuoco dell'oca a Filippo II Re di Spagna, il quale ne rimase affascinato. All'inizio del XVII secolo apparvero in Inghilterra i primi tabelloni stampati, e rapidamente il gioco si diffuse in tutta Europa. La decorazione tradizionale fu spesso rielaborata con soggetti diversi; per esempio, esistono giochi dell'oca con soggetti di tipo politico (come la Rivoluzione Francese) o letterario (episodi delle avventure di Don Chisciotte). Per l’occasione il tabellone del gioco in scatola è stato riprodotto in un tappeto “gigante” con tallurini “giganti” e dadi “giganti”. I bambini, divisi in squadre, giocano entrando nel tabellone e spostando i tallurini. Il gioco seguito da esperti del territorio, messi a disposizione dalla Fondazione Tagliolini, che accompagnano i giocatori con informazioni che aiutano i bambini a scoprire, divertendosi, la storia, le curiosità e le caratteristiche del territorio. L’iniziativa ha come obiettivo quello di far conoscere, specialmente ai più piccoli, questa valle patrimonio dell’Unesco, e nello stesso tempo offre un momento di valorizzazione dell’unitarietà dell’intera Val d’Orcia.
Il gioco, che si vorrebbe venisse presentato in seguito anche nelle scuole, si inserisce oltretutto perfettamente nel quadro dei progetti a cui la Fondazione Tagliolini sta da tempo lavorando, a cominciare dalla produzione di un Atlante del paesaggio della Val d’Orcia che, una volta realizzato, dovrà essere diffuso nelle scuole del territorio come strumento capace di orientare l’educazione ai valori del paesaggio e la sensibilità dei ragazzi nei confronti del patrimonio culturale straordinario che saranno chiamati un giorno ad amministrare e tutelare.