La sfida di una 23enne di Montalcino nella lista civica di Tomasi

MONTALCINO. Viene da Montalcino, terra del Brunello, e ha appena 23 anni; frequenta Giurisprudenza a Roma, ma al tempo stesso gestisce, assieme alla famiglia, l’azienda vitivinicola.
È in questo intreccio di studio e lavoro quotidiano che ha maturato la convinzione di dedicarsi alla politica: un doppio percorso, accademico e lavorativo, che – spiega – l’ha portata a comprendere l’importanza della politica come strumento di servizio alla comunità: “La politica è il modo più concreto e nobile di mettere il proprio tempo al servizio degli altri… Non intendo restare spettatrice”.
Il profilo di Montalcino che si staglia tra i vigneti è l’immagine che l’ha vista crescere. E ora, a soli 23 anni, decide di portare con sé quella storia e quelle radici per provare a scrivere una pagina nuova nella politica regionale. La sua candidatura, certo, è una sfida, ma anche una provocazione in un territorio dove i giovani amministratori scarseggiano: “I giovani sono quasi assenti dai luoghi dove si prendono le decisioni. Io voglio dare loro voce. Guardiamo i dati: la provincia di Siena” – ricorda citando quanto emerge da un’indagine del “Sole 24 Ore” – “è al 73° posto per numero di amministratori under 40 e al 94° per imprenditoria giovanile: i giovani, dunque, faticano a trovare spazio”.
Da queste premesse, Sabrina individua un proprio “programma personale” che parte da tre priorità chiare: giovani, lavoro e infrastrutture.
Il primo punto è dedicato proprio ai giovani: contrastare il calo demografico, sostenere chi deve affrontare tirocini e pratiche non retribuite, aiutare gli under 35 a costruirsi un futuro senza essere costretti a emigrare altrove. Infatti, per i ragazzi sotto i 30 anni il quadro, spiega, è scoraggiante: “Ti laurei, affronti tirocini non retribuiti, e intanto il costo della vita spinge molti a lasciare la Toscana; senza prospettive, intere generazioni rischiano di andarsene. Ma io non voglio accettare questa rassegnazione. Purtroppo, conosco tanti ragazzi che senza l’aiuto delle famiglie non riuscirebbero neppure a pagarsi un affitto, e un conto è quando hai 20/24 anni… a 30 è inaccettabile! Non possiamo permettere che la Toscana, e più in generale l’Italia, diventi una terra che i suoi giovani abbandonano”. Va dato atto, sottolinea e avverte Sabrina, che Alessandro Tomasi sembra cogliere con chiarezza molte delle preoccupazioni dei giovani: “più volte ha detto che per il suo programma regionale le priorità sono casa, lavoro, diritto allo studio, proprio per dare futuro ai giovani; ha più volte sottolineato che bisogna sostenere le università, ridurre i costi per mense e alloggi, e incentivare le aziende ad assumere. In più, ha promesso di realizzare politiche che trattengano i talenti nella Toscana, investendo nella formazione, nella semplificazione, e offrendo opportunità concrete”.
Tra i temi più sentiti, data la provenienza ilcinese, c’è quello del turismo, che secondo Sabrina non può limitarsi al modello “mordi e fuggi”: “Dobbiamo puntare sulla qualità e sulla sostenibilità, per evitare lo spopolamento dei nostri paesi, valorizzando le comunità locali”. Troppo spesso il turismo viene raccontato con toni trionfalistici, ma in realtà l’ultima stagione ha mostrato tutte le fragilità del settore: “a Montalcino e in Val d’Orcia, nonostante i flussi, luglio e agosto hanno segnato un arretramento netto, con un calo stimato intorno al 30% per il comparto americano; questo ci dice che non basta puntare su un turismo di massa: serve qualità, sostenibilità, e soprattutto un modello che valorizzi i residenti, l’agricoltura, l’artigianato e le comunità locali”.
Altro nodo centrale sono le infrastrutture: “Non è tollerabile che un territorio ricco come il nostro resti isolato. Siena deve diventare protagonista nel progetto della stazione MedioEtruria dell’alta velocità e va concretizzato il collegamento ferroviario diretto con Roma”. Le infrastrutture sono la vera “emergenza invisibile”: per arrivare a Firenze da Siena ci vogliono 75 minuti in auto su strade malmesse; e il treno è persino peggio. Non è accettabile che la nostra provincia sia trattata come periferia: è come se ci fosse un “muro invisibile” – così lo definisce Sabrina – che ci separa dal resto della regione e del Paese.
Oltre a queste tre priorità, la visione complessiva abbraccia anche casa, istruzione, cultura, sicurezza e agricoltura. Per quanto riguarda il diritto alla casa sarà centrale il sostegno alle famiglie e alle persone fragili: “servono più alloggi ERP, cohousing e contratti calmierati”; per non parlare dell’istruzione: “più orientamento, borse di studio, poli di eccellenza”; la cultura va intesa come motore di identità e sviluppo: “perché non pensare ad un ‘art bonus’ regionale”; la sicurezza deve essere messa al centro e garantita a tutti i costi: “bisogna fare in modo che le città toscane siano più vivibili, e lo dice una giovane ragazza che sa cosa significa aver paura di passare in alcune zone della città a tarda notte”; infine, l’agricoltura: “la Toscana vive grazie alle sue aziende agricole, ma senza ricambio generazionale rischiamo di perdere il cuore pulsante del territorio. Serve una politica che premi la qualità e l’innovazione, garantendo il passaggio tra generazioni”.
A colpire più delle proposte è il tono con cui le racconta: non rivendicazioni, ma la voglia di costruire. Un programma ambizioso, che però si inserisce in una cornice di forte pragmatismo: “Non ho la pretesa di avere tutte le soluzioni. Ma so che non possiamo restare immobili. Voglio portare avanti un progetto di futuro in cui i giovani siano protagonisti, non spettatori”.