
SIENA. “Considerato che sono stati stanziati dei fondi dal MIT (2023) attraverso l’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale che dava mandato al Consorzio di bonifica Toscana sud (CB6) per la realizzazione di uno studio di fattibilità dell’infrastruttura della Diga di San Piero in Campo, alla lettura del comunicato stampa dopo l’incontro tra i Sindaci dei Comuni della Val d’Orcia e il CB6, ci chiediamo se il progetto della Diga di San Piero in Campo sia una priorità della politica locale e regionale o meno. Con questo dubbio abbiamo rivisto i programmi delle liste che hanno poi vinto le elezioni e che oggi amministrano il Comuni di Radicofani e il Comune di Pienza, i due Comuni sul cui territorio si dovrebbe realizzare l’invaso della diga di San Piero in Campo e cosa abbiamo trovato? Nel programma amministrativo del Comune di Pienza l’opera non è nemmeno menzionata e nel Comune di Radicofani si trova “un impegno verso gli enti preposti per la riqualificazione e messa in sicurezza dei manufatti esistenti presso la diga di San Piero in Campo”. Ne deduciamo che anche se si era a conoscenza di una volontà da parte del MIT di voler riaprire il discorso progetto invaso, visto le problematiche legate alla situazione climatica che stiamo attraversando, con uno studio di fattibilità del progetto esistente ed in parte realizzato, non ci siano, però, le volontà per portare avanti la questione.
Noi della Lega sezione Amiata-Valdorcia rivendichiamo, dunque, di sapere se questo progetto sia definitivamente abbandonato per volontà della politica locale e per questo invitiamo i Sindaci del Comune di Radicofani e del Comune di Pienza ad un incontro pubblico da tenersi a Contignano (centro abitato più vicino al sito dove dovrebbe sorgere la diga di San Piero) entro il mese di Agosto, con data e orario da concordare, per una discussione sul tema “Diga sì, Diga no”.
Giovanni Costa
Commissario Lega Amiata-Valdorcia.