Dai brunelli ai Chianti per raccontare la traiettoria umana e professionale del principe degli assaggiatori, la sua unicità e la ‘rivoluzione gambelliana’ nel mondo del vino

“Una bella e originale occasione per conoscere il talento straordinario e l’unicità di una persona come Giulio Gambelli che rappresenta una parte importante della nostra storia – dice la sindaca Susanna Cenni – Una storia che guarda al futuro. Grazie a tutti e tutte coloro che insieme al Comune e alla famiglia alimentano con competenza e passione questo calendario di appuntamenti per omaggiare il nostro concittadino”.
“Grazie all’amministrazione comunale, alla Fondazione Elsa, alle associazioni con cui partecipiamo, alle aziende – dice Flaminio Benvenuti, presidente dell’associazione Amici di Poggibonsi – E’ una iniziativa questa che è parte integrante di un progetto che vuole valorizzare la figura di Giulio Gambelli. E dunque la nostra storia vinicola, le nostre origini di città che ospitava cantine, imbottigliava e spediva, attraverso la ferrovia, il Chianti nel mondo. Noi siamo questo. Un’identità da ricordare, valorizzare e far vivere nel grande contesto dei movimenti del vino. In questo senso va il progetto più grande che abbiamo proposto all’amministrazione e contiamo di realizzare che è Enopolis”.
Le bottiglie esposte raccontano in modo didascalico la traiettoria umana e professionale di Gambelli e sono presentate come opere d’arte all’interno di una mostra personale.
Tante le aziende storiche che hanno collaborato. Sono presenti i brunelli Case Basse di Soldera, Poggio di Sotto, Il Colle di Carli. Le Pergole Torte di Montevertine, le aziende del Chianti che ha seguito di più: Bibbiano, Ormanni, Lilliano, San Donatino, Villa Rosa, Cacchiano, Rencine. Anche Galatrona di Petrolo, a testimoniare che non era solo maestro di sangiovese. Non mancano le bottiglie celebrative che portano il suo nome come Julius, sempre di Ormanni, e “Bicchierino”, prodotto in serie limitata poco dopo la sua morte dal Consorzio Agrario di Siena.
I fili narrativi sono principalmente due. Da una parte ci sono le testimonianze che raccontano l’unicità di Giulio, principe degli assaggiatori. Dall’altra c’è il racconto di quella che viene chiamata “la rivoluzione gambelliana”: portare nel Chianti i segreti dei vini di sangiovese in purezza. Segreti imparati quando, giovane e talentuoso cantiniere, lavorava all’Enopolio di Poggibonsi sotto l’egida di Tancredi Biondi Santi, padre della celeberrima Riserva 1955 di Brunello.
La mostra “Bottiglie d’autore” resterà aperta fino al 14 luglio con orario lunedì, mercoledì, venerdì e sabato dalle 16,30 alle 19. Vernissage alle ore 17,30 di venerdì 27 giugno.
Il cartellone “Giulio Gambelli maestro del Sangiovese nel centesimo anniversario della sua nascita” è realizzato dal Comune con il patrocinio della Regione Toscana e in collaborazione con i figli Matilde e Franco, l’Associazione Amici di Poggibonsi, l’Associazione Storica Poggibonsese, Carlo Macchi, Aset, Fondazione Elsa e Fisar Valdelsa.