Michela Guerrini consigliera comunale a Sovicille chiede "Rispetto per i cittadini"

SOVICILLE. Da Michela Guerrini, consigliera comunale a Sovicille, riceviamo e pubblichiamo.
“Abbiamo letto con non poco sconcerto e imbarazzo la nota del Pd “No all’eutanasia delle aree interne”. Ci vuole rispetto verso i cittadini e l’opposizione ha l’obbligo di rimanere aderente ai fatti e non di fare propaganda”. A scriverlo è Michela Guerrini, consigliera comunale a Sovicille e presidente dell’associazione “civicamente amministrare“.
“L’opposizione ha senso e merita di essere valutata quando è fatta almeno con intento di creare conoscenza . Qui abbiamo superato credo il limite. Il piano strategico di cui parlano, e che avranno certamente letto in tutte le sue 164 pagine, riporta una notizia ben diversa da quella contenuta nella nota Pd.
In questi giorni abbiamo assistito addirittura ad un assessore di Sovicille che ha definito idioti presuntuosi senza né arte né parte i redattori del Piano. Ora questo!
La base di partenza è la stessa la pag 45 del PSNAI per le aree interne dove c’è scritto tutt’altro rispetto all’allarme che il Pd ha gettato.
Il Governo italiano non sta abbandonando nessuna area di Italia, il piano ci dice che dopo uno studio condotto dal 2020 (anno di scadenza del piano precedente) si sono accentuate zone interne che stanno continuando a spopolarsi ad invecchiare e contestualmente ad una riduzione dei servizi, comuni che assistono ad uno spopolamento irreversibile, si legge infatti “Obiettivo 4: Accompagnamento in un percorso di spopolamento irreversibile.
Un numero non trascurabile di Aree interne si trova già con una struttura demografica compromessa (popolazione di piccole dimensioni, in forte declino, con accentuato squilibrio nel rapporto tra vecchie e nuove generazioni) oltre che con basse prospettive di sviluppo economico e deboli condizioni di attrattività.
Queste Aree non possono porsi alcun obiettivo di inversione di tendenza ma non possono nemmeno essere abbandonate a sé stesse. Hanno bisogno di un piano mirato che le possa assistere in un percorso di cronicizzato declino e invecchiamento in modo da renderlo socialmente dignitoso per chi ancora vi abita”.
Il Piano in questione parte da un lavoro fatto nel 2014-2020, aggiornato con questo del 2021-2027, Parte inoltre dall’approvazione di uno studio e di delibere Europee, approvato dal PD che fa parte della maggioranza del Parlamento europeo.
Per farla breve il Piano traccia la situazione dei Comuni interni Italiani, ne crea un elenco, nato su segnalazione dei Comuni stessi, di ANCI, Regioni Province (si legge infatti “La procedura di identificazione delle nuove Aree interne è avvenuta sulla base di quanto definito nell’Accordo di Partenariato 2021-2027 e più in dettaglio descritto nel Documento metodologico “Criteri per la Selezione delle Aree Interne da sostenere nel ciclo 2021-2027”, a partire dalla classificazione dei Comuni come individuata nella nuova Mappa Al 202028.”)
i redattori del Piano ci dicono che viste le condizioni in cui versano alcuni Comuni, che hanno assistito ad un netto spopolamento e che ciò non appare essere reversibile, bisogna intervenire per non abbandonarli a loro stessi , come purtroppo sta accadendo.
Ora ciò che mi chiedo il PD cosa avrebbe fatto? Avrebbe invertito la rotta di questi paesi che ormai sono quasi spopolati e che non vedono un ricambio generazionale? E mi chiedo come mai non lo hanno fatto quando erano al Governo? E come mai non lo fanno quando sono a capo di queste amministrazioni? Forse rileggendo la Storia ci si ricorderebbe che questo fattore di spopolamento vi è sempre stato e che le politiche degli anni passati, in cui i governi erano di Sinistra, hanno fatto ben poco.
Nell’ormai famoso Piano si spiega proprio che in questi Comuni sono mancati servizi di istruzione, sanitari, culturali e, se non bastasse, l’attuale Governo ha garantito che per i comuni delle aree interne saranno spesi ben 526 milioni di euro. La legge di bilancio ha attribuito ulteriori risorse pari a 180 milioni di euro nel periodo 2021-2023. Inoltre, sono stati stanziati ulteriori 136 milioni per la realizzazione di interventi di sostegno alle attività economiche finalizzati a contrastare fenomeni di deindustrializzazione e impoverimento del tessuto produttivo e industriale, da destinare ai Comuni dei territori di cui all’articolo 3 della legge 10 agosto 1950, n. 646, non ubicati nelle Aree oggetto dell’agevolazione di cui all’articolo 27, comma 1, del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104.
La dotazione complessiva del Fondo quindi si spiega è destinata a tre macro-tipologie di interventi, 210 milioni per sostegno ad attività commerciali artigianali economiche dei comuni individuati nella mappatura come comuni interni, Interne con meno di buuu abitanti e quelli intermedi fino a suuu abitanti.
180 milioni di euro per i “Comuni svantaggiati” per il finanziamento di tre tipologie di attività (adeguamento di immobili appartenenti al patrimonio disponibile del Comune; concessione di contributi per l’avvio delle attività commerciali, artigianali e agricole; concessione di contributi a favore di coloro che trasferiscono la propria residenza e dimora abituale nei Comuni delle Aree interne). Beneficiari della misura sono i cosiddetti “Comuni svantaggiati” ossia gli enti locali aventi simultaneamente le seguenti caratteristiche: essere esposti a rischio di spopolamento; soffrire di deprivazione sociale; avere un livello di redditi della popolazione residente basso (inferiore al primo quartile della distribuzione dei Comuni italiani), elenco solo parzialmente sovravvonibile a quello dei Comuni delle Aree interne: 136 milioni di euro per contrastare il fenomeno della deindustrializzazione prevedendo la concessione di incentivi economici in favore delle imprese manifatturiere che realizzano gli investimenti di potenziamento o riqualificazione di insediamenti produttivi già esistenti o per l’insediamento di nuove attività produttive.
Fra le missioni del Piano si sarà la garanzia del diritto alla salute, garantendo il potenziamento e decentramento delle reti di medicina generale, delle reti di prossimita, delle strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale (Case della Comunità, le Centrali Operative e degli Ospedali della Comunità), quindi direi che si va in direzione opposta a quelle che sono state le politiche del centro sinistra, uno per tutti basta citare l’ospedale di Abbadia San Salvatore che soffre fra le tante problematiche la carenza di personale”.
Ci vuole coerenza e sarebbe utile prendere posizione quando si ha ragione e non solo per creare inutile allarmismo”.