Nel solco di questo impegno si è inserita la cerimonia di stamani, con lo svelamento della targa dedicata ai 66 concittadini civili e militari internati nei lager nazisti tra il 1943 e il 1945
CHIUSI. Oggi la città di Chiusi ha celebrato l’82° anniversario del bombardamento della stazione di Chiusi–Chianciano Terme, ricordando le otto vittime del 21 novembre 1943 e tutte le persone che, in quei mesi segnati dalla guerra, vissero la paura quotidiana delle sirene, delle esplosioni e della distruzione. Un periodo drammatico terminato solo il 26 giugno 1944 con la Liberazione dall’occupazione nazifascista.
Nel solco di questo impegno si è inserita la cerimonia di stamani, con lo svelamento della targa dedicata ai 66 concittadini civili e militari internati nei lager nazisti tra il 1943 e il 1945. Un’iniziativa fortemente voluta e resa possibile grazie alla collaborazione tra amministrazione comunale, cittadini e all’importante ricerca storica di Gabriele Cortonesi, autore dei volumi “La triste rubrica. Internati di Siena e provincia (1943–1945)” che sono stati presentati dall’autore al chiostro di San Francesco.
Il ricordo delle vittime del bombardamento, degli internati e delle sofferenze della Seconda guerra mondiale si lega purtroppo all’attualità: in molti luoghi del mondo i civili continuano a subire bombardamenti, violenze e privazioni, dall’Ucraina a Gaza, fino alle recenti notizie legate all’assedio di Sarajevo dove persone facoltose si sono trasformate in cecchini per divertimento. Una realtà che ci ricorda quanto la pace sia fragile e quanto sia necessario difenderla ogni giorno.
Durante la commemorazione sono stati rivolti i ringraziamenti alle Forze dell’Ordine, alla Filarmonica “Città di Chiusi”, ai consiglieri comunali, ai cittadini presenti e ai familiari delle vittime. Un ringraziamento speciale è stato dedicato alla sezione ANPI “Tiradritti” di Chiusi per il lavoro condiviso sul tema della memoria e della responsabilità civile.
“La memoria che oggi coltiviamo – afferma il Sindaco Gianluca Sonnini – deve trasformarsi in un impegno collettivo concreto: sostenendo il percorso verso una pace giusta, che non sia semplice assenza di guerra, ma garanzia di diritti, libertà e dignità per tutte e per tutti. Solo così il passato diventa un patrimonio vivo, capace di ispirarci nelle scelte di oggi come cittadini, come istituzioni e come comunità”.








