Le donne si incontrano e pretendono un ruolo che viene spesso negato
di Annalisa Coppolaro
SIENA. In massa sono confluiti, nella grigia domenica di febbraio, per manifestare in Piazza Salimbeni. Voci di donne, e uomini, che parlano di società, di distorsione di immagine, di lavoro, di ruoli, di dignità femminile, di ideali. Una manifestazione che, nonostante poco pubblicizzata, ha portato anche a Siena migliaia di persone, bambine, ragazzine, bancarie, docenti universitarie, badanti, impiegate ed operaie, sindacaliste, politiche, ma anche i loro mariti, i fidanzati, i figli, i padri, gli amici, i compagni di scuola. Anche loro si sono stretti attorno alle nostre voci e ai nostri striscioni. Con orgoglio e con ammirazione.
Un evento che, per motivi burocratici, non ha ottenuto i tempi per poter sfilare per le strade, ”perchè – spiegano le organizzatrici – pensavamo che vi sarebbe stata poca gente, data le scarse notizie pubblicate nei giorni precedenti”. E invece donne organizzate con poster , volti di donne note prese a simbolo di una causa come quella di oggi. E striscioni che narrano Non è un paese per donne, Non suddite ma cittadine, Se non ora quando?, arrivano a frotte nella piazza, offrendo il microfono a chi vuole intervenire. E infatti parlano le donne dell’Arci, quelle dell’Università di Siena, donne note come Elisa Meloni, come Fiorenza Anatrini, come Angela Bindi, Simonetta Pellegrini, Bernardina Sani, Daniela Curti, Susanna Cenni, e molte altre prendono il microfono e parlano di idee e di ideali, ma anche di dati reali, numeri che narrano quanto ancora si soffra di una discriminazione che tiene gli stipendi delle donne più bassi di quelli degli uomini, storie che raccontano di bambine di sette anni che alla domanda Cosa vuoi fare da grande, rispondono “la escort..”.
Vi sono le associazioni come Donna chiama donna, che si occupa di violenza sulle donne , la stessa Arci, vi sono assessori comunali e provinciali, c’è il PD e Rifondazione comunista, la sinistra ma non solo. E non si parla solo del governo, non solo aneddoti su Berlusconi e le sue disgraziate storie di festini, ma soprattutto di cose concrete, dati oggettivi, una società che ancora dimentica quanto le donne, come ricordato più volte, debbano lavorare 12 ore al giorno tra lavoro pagato e lavoro in casa in modo da far funzionare il sistema-famiglia oltre che far quadrare il bilancio domestico…
Una risorsa, le donne, che spesso rimane in un angolo o che a volte , spesso, viene sbattuta in prima pagina per i motivi sbagliati – donne vittime di violenze, ferite o uccise dai mariti o dagli ex, donne licenziate in massa, discriminate o violentate…Quello che appare nei media poi è anche un modello femminile distorto, quello che usa la bellezza per fare strada. Eppure le nostre donne non sono solo questo, noi donne non siamo solo questo. Una manifestazione come quella di ieri, che ha portato per le strade di tutta Italia oltre un milione di donne e che ha visto anche Siena partecipare con entusiasmo, ben oltre colori e bandiere, dimostra che meritiamo certamente di più di un riduttivo angolo da cui ammicchiamo in reggiseno.
Moltitudini di donne lo hanno urlato oggi, e anche all’estero ne parlano: solo per fare un esempio la BBC e la stampa inglese hanno dato grande spazio ai giorni precedenti la manifestazione, e oggi ne scrivono altri in Europa con entusiasmo. Per una volta facciamo parlare dell’Italia in modo diverso da quanto accaduto negli ultimi mesi, anni, decenni. Già questo sarebbe da solo un buonissimo risultato.