Grande folla davanti alla sede di via Mazzini (Aggiornamenti)

Il presidente Alessandro Profumo ha comunicato al consesso che sono presenti 231 aventi diritto al voto in proprio e 793 aventi diritto al voto per delega (52,78% del capitale). ”La situazione è totalmente sotto controllo”, ha confermato, e il Monte dei Paschi ha ”31 mila lavoratori, 6 milioni di clienti ed è una delle grandi aziende del Paese”. Poi ha letto il comunicato del cda di ieri sera (vedi articolo).
”Se ce ne saranno gli estremi, si farà tutto il necessario per tutelare la banca”, ha detto e ha precisato che non è ancora possibile fornirre dati precisi sui derivati “in pancia” a Mps.
Ore 10,15
Interviene Beppe Grillo. Subito la bordata a Profumo che secondo il leader di M5S è ”completamente inadatto a gestire questa situazione perché indagato di frode fiscale”. Parlando dei conti della banca ha poi affermato che il Monte ha “un buco di 14 miliardi e la prima cosa che Profumo doveva fare è aprire un’inchiesta”. Replica di Profumo: ”Poi mi dirà dove ha trovato un buco di 14 miliardi, noi non abbiamo questo buco”.
”Il mercato non è altro che i soliti squali che entrano nelle società, investono e vogliono i dividendi. Per darli è stata disintegrata una delle più belle banche. Si sono venduti tutto”, ha ancora incalzato Grillo, ribadendo quanto detto al suo arrivo (la situazione del Monte è peggio della Parmalat e di Tangentopoli) e ha terminato dicendo che “Bisogna chiamare i segretari del Pd e chiedergli conto”. ci anche sApplausi a Grillo.
Ore 11,10
Negli interventi dei soci iscritti a parlare (34 con dieci minuti ciascuno) qualche appunto polemico nei confronti del nuovo management., Profumo in testa, il quale ha subito ribadito che”‘Sui giudizi a livello personale mi riservo di tutelare la nostra reputazione e onorabilità nelle sedi competenti. Nessuno può pensare di venire qua a dire quello che vuole in un momento di visibilità pubblica. Prego di parlare in modo attinente agli argomenti all’ordine del giorno”.
Intanto il titolo vola in Borsa: dopo aver perso nelle ultime tre seduta circa il 20 per cento, in queste ore ha recuperato l’8,44% Lo scambio – in meno di due ore dall’apertura è del 4,20% del capitale complessivo.
Ore 12,30
Azione Mps (associazione di piccoli azionisti del Monte) chiede – per bocca del presidente Spinelli – il taglio delle maxi-retribuzioni ai dirigenti della banca: “La trasparenza che noi esigiamo deve servire alla crescita aziendale e non all’arricchimento di pochi, è fondamentale che nessuno, soprattutto in questa fase di crisi occupazionale, ottenga bonus o retribuzioni variabili connesse con la riduzione dei posti di lavoro o delle retribuzioni complessive”.
Il co-fondatore di Fare per fermare il declino, Boldrin, ha sostenuto che l’assemblea dovrebbe fare “un invito esplicito alla nazionalizzazione e alle dimissioni di tutta la dirigenza”. Una volta risanata, la banca dovrebbe essere nuovamente privatizzata.
Profumo tiene intanto a precisare che “chi conosce il sottoscritto e l’ad Fabrizio Viola sa che siamo totalmente autonomi”. Lo ha detto riferendosi alla politica e in risposta ad azionista che chiedeva alla banca di respingere qualunque ingerenza nella gestione della banca.
Ore 15
Gabriello Mancini, presidente della Fondazione Monte dei Paschi, maggior azionista della banca, ha affermato l’ente è pronto ad una ”azione di responsabilita”’ nei confronti dei precedenti vertici della banca. La Fondazione Mps, ha detto Mancini, ”qualora dagli approfondimenti in corso dovessero emergere elementi utili a giustificarle, è determinata a intraprendere tutte le eventuali azioni, comprese quella di responsabilità che la legge le riserva, a tutela degli interessi propri e di tutti gli azionisti”. La Fondazione, ad ogni buon conto, mostra anche di apprezzare ”alcuni risultati” raggiunti nell’attuazione del piano industriale della Banca. Tra i risultati raggiunti, Mancini cita la ”ristrutturazione organizzativa recentemente avviata” ed esprime ”soddisfazione per l’accordo raggiunto”, grazie al “senso di responsabilità dimostrato dalla maggioranza delle sigle sindacali della banca”. La Fondazione intende comunque fornire “appoggio convinto” ai nuovi vertici ”per le difficili sfide da affrontare in futuro”. Sul caso derivati, Mancini chiede che sia fatta ”piena chiarezza” senza ”echi denigratori”. Palazzo Sansedoni vigilerà sui propri interessi. Voterà sì all’aumento di capitale, visto che la situazione è straordinaria: ”una scelta obbligata per poter accedere agli strumenti finanziari governativi di patrimonializzazione senza i quali sarebbe stato necessario, in un mercato non ricettivo e caratterizzato da forte volatilità con speculazioni al ribasso, procedere immediatamente a un consistente aumento di capitale con un probabile esito problematico. La Fondazione – ha detto Mancini – legge in tali eventi un atto di fiducia delle autorità nei confronti degli attuali vertici della banca”. E auspica che possano essere ”rimborsati, in maniera progressiva, attraverso risorse provenienti dalla gestione caratteristica”.
E’ però necessario che la banca compia un cambio di passo e la Fondazione intende continuare a svolgere ”il proprio ruolo di azionista istituzionale di riferimento in modo discreto ma fermo, monitorando tutte le scelte che saranno adottate dalla banca per migliorare la capacita’ di generare valore per gli azionisti e di soddisfare le richieste dei propri clienti”. E ”vigilera’ affinché tutti gli obiettivi attesi vengano raggiunti nei tempi indicati, se non in anticipo, al fine di poter garantire e assicurare quel cambio di passo necessario per incrementare il valore economico della banca”.
Sulla Fondazione è intervenuto anche Francesco Giusti della Lega Nord, il quale ha dichiarato che a loro modo di vedere “un’azione di responsabilità dovrebbe riguardare anche i vertici della stessa Fondazione che hanno distrutto un grande patrimonio”. Parlando poi della banca, Giusti ha sottolineato che “i vertici di Banca Mps dovrebbero ritirare le previsioni del piano industriale riguardanti le esternalizzioni. I dipendenti stanno pagando per colpe che non sono loro. Non si colpisce la catena più debole”.
Ore 15,45
L’ad Fabrizio Viola ha affermato che al Monte il “rinnovamento del management c’é già stato”, specialmente ”nelle aree critiche in cui sono emersi i problemi”. E’ così che ha ottenuto la ”risoluzione del rapporto di lavoro del precedente direttore finanziario”. Azione che è stato il ”presupposto per aprire i cassetti e trovare le cose che poi abbiamo dichiarato”. Sempre sui derivati Viola ha dichiarato che non mettono ”in discussione la solidità e il corretto funzionamento della banca. ‘La situazione è sotto controllo dal punto di vista degli impatti per il funzionamento della banca”.
Viola ha sottolineato come ”l’enfasi data al caso Mps, anche per valenze di altro tipo” abbia “reso pià difficile la gestione del problema dal punto di vista mediatico”. “Tuteleremo la reputazione della banca”. Comunque “il patrimonio oggi è già al netto delle svalutazioni dell’acquisizione di Antonveneta. Il patrimonio netto è poco meno di 9 miliardi”. Continuando a parlare di cifre, l’ad del Monte ha anche detto che il rimborso dei Monti-bond è previsto in cinque anni. La previsione si basa sia sul raggiungimento degli obbiettivi del piano industriale e sia sulla capacità della banca fare dismissioni di asset, di cui la prima era relativa del 60% della Biverbanca, che si è perfezionata alla fine di dicembre 2012. Ha anche riferito che Banca Mps ha 1 miliardo di mutui in sofferenza e 800 milioni con incagli. I mutui sono parte dei 28 miliardi di euro complessivi di crediti deteriorati.
Parlando dei derivati ha affermato: “Porteremo al Cda tutti gli elementi per valutarne gli impatti e per capire come trattare queste operazioni dal punto di vista contabile”. Ed ha annunciato che l’operazione “Patagonia” non è oggetto di indagine in quanto non presenta problematiche per Mps, poiché è diversa dagli altri prodotti presi in considerazione. La banca, inoltre, effettuerà una cospicua dismissione di partecipazioni non strategiche. “Abbiamo identificato un numero cospicuo di partecipazioni non strategiche, non funzionali al business della banca – ha detto – su cui abbiamo intenzione di attivare un processo di dismissioni. Cedendo le partecipazioni si libererà capitale e questo darà un contributo al rimborso degli strumenti governativi”.
Il presidente Profumo
Il presidente Alessandro Profumo è intervenuto per dire che “La preoccupazione principale in questo momento è per le nostre persone che sono davanti ai nostri clienti. Sappiamo quanto è difficile stare davanti ai clienti che vengono in banca a chiedere informazioni”. Profumo ha anche spiegato che ”Non abbiamo alcun socio che prevediamo possa entrare”. E sulla famosa azione di responsabilità dice che non ci saranno tentennamenti: ”Valuteremo in modo assolutamente approfondito – ha assicurato – le azioni che dovremo eventualmente realizzare per tutelare il patrimonio della banca. Su una serie di vicende ci sono analisi fatte da autorità, la magistratura, e noi dobbiamo avere contezza di sapere cosa risulta dalle indagini per capire gli strumenti più adeguati’. Se ci saranno gli estremi faremo tutto ciò che dobbiamo fare”.
“Una banca autonoma e basata a Siena. Questo è il nostro pensiero”, ha affermato il presidente, sottolineando che l’obiettivo “è generare valore per la comunità sense facendo bene la banca e non facendo altro”. “Non saremo prestatori di ultima istanza o acquirenti di ultima istanza per le aziende senesi – ha detto – non saremo il terminale di nessuno”.
Aumento di capitale: ”Nel momento in cui andremo a esercitare la delega per l’aumento di capitale deciso nell’assemblea precedente – ha aggiunto – insieme agli altri soci rilevanti dovremo identificare chi sottoscriverà l’aumento di capitale”.
Profumo ha assicurato che “il Cda esercita una seria vigilanza sulle remunerazioni” dei dipendenti che “sono allineate alla normativa” approvata dalla banca. “L’insieme dei compensi è più basso di quelli erogati in precedenza. Bisogna evitare di avere persone che non hanno le competenze necessarie per permettere il rimborso dei Monti Bond o che facciano sì che la banca risolva i problemi che ha”.
Sull’affare Brontos (nato quando era amministratore delegato di Unicredit), il presidente del Monte ha assicurato: “Sono assolutamente tranquillo. Dimostrerò la mia estraneità” in giudizio.
Ore 16,26
L’assemblea ha approvato a maggioranza la delega per gli aumenti capitale.