Travolto dalle rivelazioni sui derivati che hanno distrutto la banca Monte dei Paschi di Siena

Dimissioni irrevocabili, quelle di Mussari, come precisa nella missiva: “Ritengo di dover rassegnare con effetto immediato e in maniera irrevocabile le dimissioni da presidente dell’Associazione bancaria italiana. Assumo questa decisione convinto di aver sempre operato nel rispetto del nostro ordinamento ma nello stesso tempo, deciso a non recare alcun nocumento, anche indiretto all’associazione”. E ancora aggiunge: “In questi tre anni ho cercato di servire l’associazione mettendo a disposizione tutte le energie fisiche e intellettuali di cui disponevo, usufruendo dell’insostituibile contributo della direzione di tutti i dipendenti dell’associazione”. Il banchiere che sa non essere questo il suo mestiere invita Venesio a “comunicare questa mia scelta al comitato di presidenza, al comitato esecutivo, al consiglio, al collegio sindacale e al direttore generale”. Seguono i ringraziamenti di rito, con una riflessione finale: “Rappresentare le banche in Italia nell’ottica di perseguire l’interesse generale del Paese è stato per me un grande onore”. Dopo mesi di polemiche sulle rivelazioni della portata dell’acquisizione Antonveneta costata non 9 come detto da Mussari nel 2008 ma ben 17 miliardi totali, alla fine l’avvocato di Catanzaro è stato scaricato anche dai vertici del Monte dei Paschi di Siena. Oggi, di fronte alle rivelazioni sullo scandalo del derivato Alexandria e alle prove fornite dai partners nell’operazione del coinvolgimento diretto dello stesso Mussari insieme all’ex Direttore Generale Antonio Vigni e al responsabile d’area Gianluca Baldassarri, Viola e Profumo hanno dovuto confermare la vicenda e le responsabilità personali dell’ex presidente che hanno provocato perdite che, dopo gli accertamenti degli esperti, potrebbero ammontare a una cifra vicina al miliardo di euro.