Come è nata l'inchiesta sulla banca

SIENA. Nell’acquisizione di banca Antonveneta da parte di Mps non c’è stata nessuna “tangente”. Lo ha detto il pm Antonino Nastasi, rispondendo ai giornalisti in conferenza stampa. “Di tangente – ha detto il magistrato – avete parlato solamente voi, noi ci siamo concentrati sui fatti, le chiacchiere stanno a zero”. “Nell’acquisizione di Antonveneta da parte di Monte Paschi non sono stati trovati comportamenti penalmente rilevanti”. Nell’inchiesta non sono state trovate “tangenti” né evidenziati “vantaggi personali”.
“Agli atti del procedimento depositati – ha detto ancora – possiamo dire che c’è una minuziosissima ricostruzione di ciò che è avvenuto per l’acquisizione. Evidentemente se agli atti non vi sono fattispecie di reato che riguardano il procedimento di acquisizione di Banca Antonveneta, questo non è stato viziato da fattispecie penalmente rilevanti”.
Come è nata l’inchiesta
Il procuratore capo Tito Salerno ha spiegato come è partita l’inchiesta: ”Due anni fa il sostituto Antonino Nastasi e io, una sera, leggendo i giornali e sentendo le voci che giravano, abbiamo deciso che qualcosa si doveva fare: troppo ricorrenti, pesanti e misteriose erano le voci e non si poteva non intervenire. Si é parlato anche di un’indagine cloroformizzata. Abbiamo dimostrato che siamo vivi con l’indagine che è andata avanti”. E Antonino Nastasi (poi affiancato nelle indagini da Aldo Natalini e Giuseppe Grosso) ha raccontato che : “L’inchiesta é nata sulla scorta di notizie di stampa che parlavano della Fondazione in grave crisi e indebitata. Abbiamo aperto un procedimento per capire cosa stava succedendo nella galassia Fondazione e Banca Mps. Le prime attività portarono nel maggio prima e a luglio poi a una serie di perquisizioni che hanno riguardato non solo gli indagati ma anche istituzioni bancarie italiane e internazionali”.
Il generale Giuseppe Bottillo, comandante del nucleo di Polizia valutaria della Guardia di Finanza, ha spiegato che sono stati impegnati ”giorno e notte” 10 uomini del valutario. ”Abbiamo seguito i fatti e non altre sirene che ci spingevano da una parte e dall’altra. Fino a oggi sono state seguite 55 perquisizioni, sono state fatte intercettazioni mirate, non “maree”. Questa parte istruttoria riguarda l’acquisizione di Antonveneta, ma la storia continua”.
E a proposito di JP Morgan che annuncia una difesa strenua (Jp Morgan ha replicato alle accuse in una nota: “La lettera a cui si fa riferimento, che è stata efficace solo pochi giorni, non è mai stata azionata e non ha determinato alcun vantaggio per Jp Morgan o per i suoi dipendenti”. La banca d’affari statunitense aggiunge: “Riteniamo di avere agito in modo del tutto corretto e appropriato. Difenderemo con forza il nostro operato”), è stato ribadito che ci sarà un confronto “senza preconcetti”.
“Agli atti del procedimento depositati – ha detto ancora – possiamo dire che c’è una minuziosissima ricostruzione di ciò che è avvenuto per l’acquisizione. Evidentemente se agli atti non vi sono fattispecie di reato che riguardano il procedimento di acquisizione di Banca Antonveneta, questo non è stato viziato da fattispecie penalmente rilevanti”.
Come è nata l’inchiesta
Il procuratore capo Tito Salerno ha spiegato come è partita l’inchiesta: ”Due anni fa il sostituto Antonino Nastasi e io, una sera, leggendo i giornali e sentendo le voci che giravano, abbiamo deciso che qualcosa si doveva fare: troppo ricorrenti, pesanti e misteriose erano le voci e non si poteva non intervenire. Si é parlato anche di un’indagine cloroformizzata. Abbiamo dimostrato che siamo vivi con l’indagine che è andata avanti”. E Antonino Nastasi (poi affiancato nelle indagini da Aldo Natalini e Giuseppe Grosso) ha raccontato che : “L’inchiesta é nata sulla scorta di notizie di stampa che parlavano della Fondazione in grave crisi e indebitata. Abbiamo aperto un procedimento per capire cosa stava succedendo nella galassia Fondazione e Banca Mps. Le prime attività portarono nel maggio prima e a luglio poi a una serie di perquisizioni che hanno riguardato non solo gli indagati ma anche istituzioni bancarie italiane e internazionali”.
Il generale Giuseppe Bottillo, comandante del nucleo di Polizia valutaria della Guardia di Finanza, ha spiegato che sono stati impegnati ”giorno e notte” 10 uomini del valutario. ”Abbiamo seguito i fatti e non altre sirene che ci spingevano da una parte e dall’altra. Fino a oggi sono state seguite 55 perquisizioni, sono state fatte intercettazioni mirate, non “maree”. Questa parte istruttoria riguarda l’acquisizione di Antonveneta, ma la storia continua”.
E a proposito di JP Morgan che annuncia una difesa strenua (Jp Morgan ha replicato alle accuse in una nota: “La lettera a cui si fa riferimento, che è stata efficace solo pochi giorni, non è mai stata azionata e non ha determinato alcun vantaggio per Jp Morgan o per i suoi dipendenti”. La banca d’affari statunitense aggiunge: “Riteniamo di avere agito in modo del tutto corretto e appropriato. Difenderemo con forza il nostro operato”), è stato ribadito che ci sarà un confronto “senza preconcetti”.