Per i magistrati "la banca non era in grado di affrontare l'operazione Antonveneta".
SIENA. (a. m.) I pm Nastasi, Natalini e Grosso, nell’ambito dell’inchiesta sull’acquisizione di Antonveneta da parte del Monte dei Paschi, hanno chiesto al gip di Siena l’archiviazione del procedimento per responsabilità amministrativa riguardante la Banca Mps come persona giuridica.
Nel loro decreto scrivono “Attraverso condotte fraudolente, ovvero mentendo all’autorità di vigilanza circa il fatto che la Banca fosse in grado di sostenere le misure patrimoniali necessarie per l’acquisto di Banca Antonveneta, i vertici della banca hanno dato ad intendere all’autorità di vigilanza che Mps era in condizioni di affrontare l’operazione ricorrendo al mercato”.
Per l’operazione di acquisizione sono a processo otto persone fisiche più Jp Morgan, Tra di essi Giuseppe Mussari (ex-presidente Mps) e Antonio Vigni (ex-direttore generale), per i reati di falso in prospetto, ostacolo alla vigilanza e manipolazione del mercato. Mussari è accusato anche di insider trading. La nuova udienza davanti al gup Monica Gaggelli, è già stata fissata per il 6 maggio.
Intorno all’acquisizione di Antonveneta da parte di Mps c’erano “interessi e sollecitazioni esterne alla banca e ascrivibili in prima battuta al panorama politico locale e nazionale”, dicono i magistrati. I vertici della banca avevano “un modus operandi autoreferenziale, verticistico ed asservito al soddisfacimento di interessi in generale distonici da quelli dell’Ente”, scrivono Giuseppe Grosso, Aldo Natalini e Antonino Nastasi.
I magistrati puntualizzano nelle motivazioni della loro richiesta come “la manifesta insussistenza di interesse per la banca trova conclusiva conferma nelle evidenze che emergono da altre operazioni poste in essere dai vertici aziendali dell’epoca e che sono tuttora oggetto di indagine, ciò che costituisce – si sottolinea – una preziosa conferma di un interesse del tutto estraneo alla banca”. Secondo i magistrati della procura “tali indagini valorizzano infatti in modo deciso e inequivocabile il profilo della sussistenza in capo ai vertici di Banca Mps nel quinquennio 2006-2011 (Mussari e Vigni).
Nel loro decreto scrivono “Attraverso condotte fraudolente, ovvero mentendo all’autorità di vigilanza circa il fatto che la Banca fosse in grado di sostenere le misure patrimoniali necessarie per l’acquisto di Banca Antonveneta, i vertici della banca hanno dato ad intendere all’autorità di vigilanza che Mps era in condizioni di affrontare l’operazione ricorrendo al mercato”.
Per l’operazione di acquisizione sono a processo otto persone fisiche più Jp Morgan, Tra di essi Giuseppe Mussari (ex-presidente Mps) e Antonio Vigni (ex-direttore generale), per i reati di falso in prospetto, ostacolo alla vigilanza e manipolazione del mercato. Mussari è accusato anche di insider trading. La nuova udienza davanti al gup Monica Gaggelli, è già stata fissata per il 6 maggio.
Intorno all’acquisizione di Antonveneta da parte di Mps c’erano “interessi e sollecitazioni esterne alla banca e ascrivibili in prima battuta al panorama politico locale e nazionale”, dicono i magistrati. I vertici della banca avevano “un modus operandi autoreferenziale, verticistico ed asservito al soddisfacimento di interessi in generale distonici da quelli dell’Ente”, scrivono Giuseppe Grosso, Aldo Natalini e Antonino Nastasi.
I magistrati puntualizzano nelle motivazioni della loro richiesta come “la manifesta insussistenza di interesse per la banca trova conclusiva conferma nelle evidenze che emergono da altre operazioni poste in essere dai vertici aziendali dell’epoca e che sono tuttora oggetto di indagine, ciò che costituisce – si sottolinea – una preziosa conferma di un interesse del tutto estraneo alla banca”. Secondo i magistrati della procura “tali indagini valorizzano infatti in modo deciso e inequivocabile il profilo della sussistenza in capo ai vertici di Banca Mps nel quinquennio 2006-2011 (Mussari e Vigni).