L'incontro è stato fonte di confronto tra generazioni fino ad una analisi dell'attuale condizione degli studenti

di Viola Caon
SIENA. Si è trasformata in un’occasione per il confronto tra generazioni e per una riflessione sullo stato dell’insegnamento della letteratura italiana la giornata di saluto accademico per il Professor Romano Luperini, storico docente dell’Università di Siena.
Per Romano Luperini è il titolo del volume che, secondo la tradizione accademica, saluta il professore con 38 saggi critici sulla sua attività intellettuale da parte dei suoi allievi principali.
“E’ difficile assumersi il compito di presentare un personaggio come Romano”, ha detto il Prof. Carrai, direttore del Dipartimento di Letteratura, che ha aperto la giornata.
Intellettuale militante, attivo su molti fronti oltreché su quello strettamente letterario, Romano Luperini ha in effetti rappresentato durante il lungo arco della sua attività culturale un esempio di impegno e di rigore che per molti ha rappresentato un esempio di vita.
“Sin dal titolo della sua celebre antologia per le scuole superiori, ‘La scrittura e l’interpretazione’, e da quello della scuola di dottorato a cui si è dedicato negli ultimi anni, ‘L’interpretazione’, è chiara la direzione verso cui muove l’impegno critico e intellettuale di Romano: interpretare i testi”, prosegue Carrai.
Interpretare i testi per interpretare la vita e la società, per proporne un’idea critica e consapevole della vita individuale e associata; partire dall’analisi letteraria per approdare l’umano nella sua interezza. È riassumibile in questi termini l’infaticabile attività critica del professore alla fine del suo lavoro di insegnante.
“Salutiamo oggi una figura di intellettuale complessivo che sta andando via via estinguendosi nelle nuove generazioni”, ha detto Pietro Cataldi, allievo storico di Luperini, che ha ricordato diversi aneddoti del suo sodalizio col professore che ne testimoniano la perseveranza e la serietà dell’approccio al lavoro di intellettuale e critico.
“Una cosa che mi ha sempre colpito di Romano è l’assoluta e metodica organizzazione con la quale si orienta tra il disordine apparente della sua scrivania su cui si accatastano volumi, a prima vista a caso”, ha ricordato Cataldi, “Romano invece immerge una mano rabdomante nel caos e trova esattamente quello di cui ha bisogno in quel momento. La capacità di trovare quello di cui si ha bisogno nel momento in cui lo si cerca credo sia una delle principali caratteristiche di Romano che ne testimonia la serietà e il profondo rispetto per la professione.”
Dall’idea democratica di didattica, che ha sempre spinto Luperini a dare un’impostazione seminariale alle sue lezioni, all’impegno politico militante che gli è costato fino a tre mesi di carceri ai tempi della contestazione giovanile, tutti i presenti hanno ricordato il denso passato del professore e critico letterario, delineando, a volte quasi con tono già nostalgico, la figura di un intellettuale come non ne esisteranno più.
A risollevare il morale delle numerose voci scettiche rispetto al futuro e ai giovani, è proprio Romano Luperini nel suo intervento conclusivo.
“Nonostante i tempi siano obiettivamente cambiati, e io stesso sia passato attraverso periodi difficili in cui in pochi sembravano interessati ad ascoltare, credo che nello scenario contemporaneo letterario le cose si stiano evolvendo. Magari non sempre in un modo che io comprendo, ma questo non ha importanza.”