
Una due giorni con esperti e docenti universitari per analizzare la comunicazione istituzionale adesso che il Web 2.0 rappresenta un’ulteriore potenzialità per le Amministrazioni Pubbliche che desiderano, veramente, interscambiarsi con i cittadini per concretizzare una democrazia partecipata.
Dopo i saluti del Sindaco Maurizio Cenni, del vicepresidente della Provincia Alessandro Pinciani, di Roberto Venuti, Preside della facoltà di lettere e Filosofia e Luigi Rizzi Direttore del dipartimento di Scienze della Comunicazione i lavori sono entrati nel vivo con l’intervento di Antonio Rizzo, docente di Progettazione e Gestione dei sistemi multimediali e scienze cognitive, che ha illustrato Lo stato dell’e-democracy e dell’e-governement, evidenziando “come questi servizi, attivati dalle pubbliche amministrazioni siano usati, a livello europeo, solo dal 10% della popolazione raggiunta dalla rete, mentre più del 90% utilizza la parte Internet gestita da aziende private”. Una specie di non riconoscimento dei sistemi informatici attivati dal pubblico. Unica eccezione, in Italia, il sito della Polizia di Stato, sicuramente una maggiore attenzione al problema sicurezza che porta le persone a segnalare le problematiche.
Penultimi sul versante della trasparenza amministrativa. Siamo tredicesimi, ci segue solo la Spagna. L’auspicio di un cambiamento nel rapporto che, prossimamente, presenterà la Commissione Europea.
Per questo, dunque, la necessità di affrontare, con le competenze professionali messe a disposizione dall’Università di Siena, un’analisi dettagliata della situazione attuale, prospettando, a livello scientifico, le strategie attuative sempre più indispensabili per accrescere il livello di conoscenza sulle nuove possibilità raggiungibili con la rete. Infatti il gap venutosi a creare tra l’evoluzione delle tecnologie Internet e il loro uso “non ha tenuto conto – come giustamente ha precisato Maurizio Boldrini, docente di Teorie e Tecniche del linguaggio giornalistico e comunicazione istituzionale – del livello di cultura della Pubblica Amministrazione, ritardando il processo di innovazione”.
Adesso, però, le competenze richieste agli Enti pubblici sono, chiaramente, diverse dal passato per una mediatizzazione della stessa sfera pubblica. “Siamo arrivati alla società dell’io ipertrofico, dove il particolare prevale sul generale. Lo dimostra – ha proseguito Boldrini – la personalizzazione della sfera politica e di quella mediatica”. E se la dimensione pubblica non è riuscita ad affermarsi, per troppa burocratizzazione, o leggi mal riuscite (la 150 del 2000, tanto per ricordarne una), l’occasione per recuperare nasce, ora, con il WEB 2.0 che permette la creazione di uno spazio a disposizione del cittadino/utente.
“Un sistema di cooperazione applicativa tra il back office e il front office, così da passare dall’efficienza dei singoli all’efficienza di sistema che, per Giancarlo Galardi, direttore generale sistema informativo della Regione Toscana, significa dotare i cittadini di strumenti di rete”. “Un cittadino digitale con un domicilio digitale”.
Il progetto è al via. 150 Comuni hanno già aderito per quella che presto diventerà una “casa digitale” dove la comunicazione tra cittadino o impresa e Pubblica Amministrazione sarà tangibile. Per entrarvi basterà una tessera digitale contenente tutti i riferimenti anagrafici dell’individuo.
Siena farà da capofila per l’utilizzo di questa nuova tessera nazionale sanitaria, di cui entro breve tempo, saranno dotati tutti gli abitanti della Toscana, e con la quale si potranno fare pagamenti per le situazioni contributive, debitore, sanitarie. Multe, ticket, accesso ai servizi e molto altro.
L’esperienza senese iniziata già negli anni Novanta con la “Siena card” ampliatasi, negli anni fino all’ultima “Siena card 2000”, come ha ricordato Claudio Bartali, responsabile del Centro Servizi del Comune di Siena, oltre a tante altre conquiste informatiche, ne è un esempio il sistema informativo territoriale illustrato da Mauro Lusini, responsabile della cartografia comunale, e che porteranno il cittadino ad assumere lo stesso ruolo di ‘attore’ che da sempre è stato, invece, assunto, in toto, dall’Ente pubblico.
“Una supremazia che non è mai riuscita ad ascoltare e a dialogare con i propri amministrati, potrà – come ha evidenziato Giancarlo Gasparini, Direttore generale del Comune di Siena, – con il WEB 2.0 attivare un rapporto paritetico e bilaterale, con l’obiettivo del soddisfacimento delle esigenze che provengono dall’utenza. Insomma, una specie di co-amministrazione, sia interna che esterna, alla sfera pubblica. “Perché per arrivare ad una comunicazione efficacia si deve prima lavorare, per una buona comunicazione interna”.
“Nuove esigenze, dunque, che devono farsi spazio in consolidate abitudini”, per il Prof. Giovanni Gozzini, docente universitario e Preside del corso di laurea in Scienze della Comunicazione. Dalla sinergia attuata dall’Ateneo senese con il Comune di Siena le proposte per convivere con una realtà comunicativa in continua evoluzione. E dall’attenta analisi fatta da Alessandro Lovari, Simona Marche, Simone Rotili, Simone Tiberi, Orlando Paris e Rosalba Botta, giovani laureati, laurendi e studenti, tanti gli stimoli e le idee da riadattare, integrandole, al nostro territorio.
Un’area, quella senese, dove gli esempi certo, di per sé, non mancano vista la testimonianza di David Rossi, responsabile dell’area comunicazione del Monte dei Paschi, sull’efficacia della contaminazione tra le varie tecniche e mezzi di comunicazione. Stesso interesse per il prof. Giuliano Benelli, docente alla Facoltà di Ingegneria e Sistemi tecnologici che, dati alla mano, ha presentato i progetti già realizzati o in cantiere dell’Università di Siena, iniziative, queste, che la portano ad essere un punto di riferimento a livello nazionale, ma anche internazionale.
Ma il futuro dell’interattività non sarà il PC, bensì il cellulare, come ci ha illustrato Michele Andolfi, presidente della Cooperativa Sogno Telematico e Dario Melpignano, amministratore delegato di Neos.
Sarà su questo piccolo strumento, che ognuno di noi porta sempre con sé, che il cittadino contatterà, dialogherà, e usufruirà dei servizi messi in essere dal settore pubblico. E, cosa ancora più importante, contribuirà al miglioramento delle criticità della città dove vive, come già sta accadendo a Roma dove, con una semplice foto scattata dal mobile, il servizio comunale acquisisce informazioni così da provvedere alla risoluzione del problema. In sintesi: una città che lavora per la città, e lo fa gratuitamente, solo per senso civico di partecipazione attiva.
Sugli spazi della comunicazione nella città si è intrattenuta la Prof. Isabella Pezzini, docente di semiotica all’Università di Roma: “ripensare le nostre città dopo questa grande rivoluzione tecnologica è indispensabile anche per migliorare la qualità della vita dei cittadini”.
Se la nostra realtà regionale, costituisce una marca, un valore aggiunto, un’identificazione per la qualità che riesce ad offrire, come ha ricordato Maurizio Masini, ricercatore al Dipartimento di Scienze della Comunicazione e docente di informatica e Multimedialità, è giusto che dal convegno senese non escano delle conclusioni.
L’Università ha dimostrato con questa iniziativa di voler collaborare con le Istituzioni e le grandi aziende che operano nel settore.
Adesso la scelta di come procedere – concludono gli organizzatori – spetterà agli organi politici che avranno, però, la possibilità di attingere ed aggiornarsi attraverso un confronto con l’Università, luogo di conoscenze e sperimentazioni, con lo stesso ambito pubblico, il Centro servizi del Comune con le sue professionalità, e le aziende private dalle quali non mancheranno, certo, suggerimenti e stimoli di indirizzo.