L'Associazione Nazionale Archeologi cura gli incontri negli atenei

di Aurora Mascagni
SIENA. Lo scorso 28 Maggio la sezione toscana dell’ANA (Associazione Nazionale Archeologi) ha organizzato, con la collaborazione del Dipartimento di Archeologia Medievale dell’Università di Siena, un seminario dal titolo “L’archeologia di tutti i giorni”. L’incontro, nato con l’idea di creare un’occasione di confronto tra le possibili figure di archeologo professionista, è il secondo di tre appuntamenti organizzati in vari atenei (il primo si è tenuto a Pisa a Marzo mentre il terzo si svolgerà a Firenze in autunno) per permettere agli studenti e ai neolaureati in archeologia di comprendere più da vicino quello che è il lavoro effettivo dell’archeologo e quali sono le possibilità di impiego per chi ha intrapreso lo studio di questa disciplina affascinante e impegnativa. Alcuni archeologi con percorsi professionali diversi, ma tutti legati al territorio toscano per quanto riguarda sia la formazione universitaria che l’attività di ricerca e lavoro, hanno illustrato le proprie esperienze, moderati da Giovanna Bianchi, docente di Archeologia Medievale dell’Università di Siena, e da Giuseppe Fichera, archeologo e dottore di ricerca , nonché rappresentante dell’ ANA della Toscana.
Gli incontri, come ha evidenziato Fichera, sono nati per iniziativa dell’ANA come occasioni informali per aprire il dialogo con gli studenti incrociando le esperienze di professionisti, chiamati a rispondere ad alcune domande rispetto alla loro formazione e alle loro aspettative all’inizio del percorso universitario, fino ad arrivare alle difficoltà relative alla burocrazia e ai disagi del lavoro in archeologia.
L’ANA contribuisce a far sì che quella dell’archeologo non rimanga una figura isolata, supportando questo professionista in modo che il mercato del lavoro ne riconosca le competenze e le capacità. L’associazione, attiva dal 2005 con oltre 1800 soci in tutta Italia e 14 comitati regionali, opera per il riconoscimento dei diritti professionali, a prescindere dalla tipologia del contratto, svolge attività di monitoraggio di bandi pubblici, incarichi e gare, promuove inchieste e stimola il dialogo con le istituzioni. L’ANA è membro del Coordinamento Libere Associazioni Professionali, membro permanente della Consulta del Lavoro Professionale, collabora con il CNEL, fa parte dell’Osservatorio Mercato del Lavoro della Provincia di Roma ed è trai fondatori del Gruppo Interdisciplinare di Studi di Ferrovie dello Stato. Tra le molte attività dell’associazione ricordiamo la promozione, insieme a gruppi di ambientalisti e professionisti, della coalizione “Abbracciamo la cultura”.
Erano presenti come relatori al seminario organizzato presso l’Ateneo di Siena (Complesso di San Niccolò) gli archeologi Francesca Grassi, Lorenzo Marasco, Marta Coccoluto, Gabriele Gattiglia, Marcella Giorgio.
Quello dell’archeologo sembra essere un lavoro ancora sottovalutato, o meglio rimane ancora diffusa nella mentalità comune un’idea romantica e semplicistica dell’attività archeologica, che invece non prescinde da una buona preparazione e da conoscenze metodologiche essenziali. Il settore dei servizi legati all’archeologia sembra essere ancora poco definito nel mercato del lavoro e dalle parole dei relatori della giornata emerge la necessità di stabilire quelli che sono i diritti minimi a livello previdenziale e di tutela sociale dei professionisti archeologi, argomento che l’ANA ha spesso affrontato, con particolare attenzione al sesso femminile, considerando che dal sondaggio 2011 promosso dalla stessa associazione, la maggioranza dei professionisti in questo settore sono donne. Quello della mancanza di continuità lavorativa e quindi della precarietà di molti occupati nel settore è senza dubbio una delle difficoltà maggiori che gli archeologi si trovano ad affrontare.
Trai problemi più rilevanti emersi durante le esposizioni dei relatori del seminario di Siena risultano esserci quello della disinformazione dello studente rispetto a ciò che concerne il lavoro dell’archeologo, ovvero per molti il settore sembra legato soltanto al mondo accademico; se prima la realtà universitaria era vista come l’ambito di impiego esclusivo dell’archeologo, che quindi si occupava principalmente di ricerca, adesso la realtà lavorativa comprende diversi settori.
Secondo la docente di Archeologia Giovanna Bianchi, l’università dovrebbe offrire ai ragazzi una formazione integrata, che possa fornire gli strumenti per poter compiere le proprie scelte in maniera consapevole, insieme ad un approccio agli aspetti più tecnici del mondo del lavoro. Per fare questo all’interno dei programmi universitari sarebbe auspicabile inserire incontri di formazione, seminari e corsi organizzati insieme ad associazioni vicine al mondo del lavoro (l’ANA, ma anche la SAMI, ad esempio) in modo da rispondere ai dubbi degli studenti.
Tutti i presenti al seminario si sono trovati d’accordo sul fatto che gli strumenti offerti dal mondo accademico debbano essere maggiormente valorizzati in modo che gli studenti stessi possano sfruttare al massimo le possibilità ricevute durante gli anni della formazione universitaria, nonostante i tagli agli atenei e le riforme del sistema formativo non permettano di assimilare un bagaglio di conoscenze paragonabile a quello degli studiosi dell’antichità formati all’interno del vecchio percorso universitario.