L'avvocato De Mossi chiede rispetto per il dolore dei parenti

SIENA. Toni bassi, silenzio e grande rispetto per una famiglia colpita da una tragedia immane. Questo chiede Luigi De Mossi, legale della famiglia Giomarelli, nell’incontro di stamane (27 novembre) con la stampa. E a conferma della voglia di riserbo, nessuno della famiglia ha partecipato all’incontro.
L’avvocato ha ripercorso la ricostruzione dell’omicidio di Barbara Giomarelli e del bimbo di soli 4 mesi ed ha spiegato che non c’erano in famiglia segnali di “sofferenza” tali da far pensare ad un epilogo tragico. Certo è che il marito nel corso della discussione ha estratto la pistola ed è partito un colpo che ha centrato la donna alla testa, ucciso il piccolo ed è andato a conficcarsi sul muro. De Mossi ha tenuto a sottolineare la grande disponibilità di tutte le persone coinvolte nell’inchiesta, a partire dallo sceriffo di Frederick County, che ha mostrato sensibilità e professionalità in tutti i suoi interventi. L’avvocato sottolinea anche come le istituzioni italiane in USA (consolato generale ed ambasciata a Washington) siano state particolarmente attente e vicine nel gestire l’intero incidente.
Come è noto, la primogenita di Barbara Giomarelli, Amelia (5 anni), non era presente nella stanza, ma – uscita dal bagno in cui si trovava – ha visto la scena ed è corsa dai vicini. La piccola è stata immediatamente assistita da persone preparate, poi è arrivato lo zio, Graziano Giomarelli, assieme alla moglie. Persone a cui Amelia è affezionata e che conosce molto bene, dato che frequenta regolarmente Siena e la Contrada del Nicchio. Nel frattempo, però, la mamma di Barbara si è sentita male ed il figlio ha dovuto rientrare precipitosamente in Italia, lasciando alla moglie le incombenze relative al trasporto in Italia della salme per i funerali a Siena e tutti gli adempimenti di legge necessari.
Proprio questa mattina lo studio De Mossi ha provveduto ad inoltrare al tribunale di Siena un ricorso per l’affidamento della piccola ai parenti italiani: “la bambina ha anche la cittadinanza italiana, lo zio ne ha richiesto la tutela sulla base dei buoni rapporti con tutta la famiglia a Siena, dove la piccola è stata più volte e conosce la realtà locale e può trovare un ambiente idoneo alla sua normale crescita”. “Non risulta che ci sia stata una richiesta di affido da parte della famiglia del padre – ha aggiunto De Mossi -Ad ogni modo, Amelia ha dormito, ha giocato e sembra aver rimosso la tragedia che l’ha colpita, ma è tenuta sotto controllo affettuosamente 24 ore su 24”. Nel ricordare che i rapporti della donna assassinata erano ottimi con tutte la famiglia, il legale ha anche precisato che Barbara ed il fratello Graziano si erano sentiti per telefono qualche ora prima del delitto e che i contatti con gli altri parenti a Siena avveniva in media 4 o 5 volte alla settimana via Skype.
L’avvocato ha ripercorso la ricostruzione dell’omicidio di Barbara Giomarelli e del bimbo di soli 4 mesi ed ha spiegato che non c’erano in famiglia segnali di “sofferenza” tali da far pensare ad un epilogo tragico. Certo è che il marito nel corso della discussione ha estratto la pistola ed è partito un colpo che ha centrato la donna alla testa, ucciso il piccolo ed è andato a conficcarsi sul muro. De Mossi ha tenuto a sottolineare la grande disponibilità di tutte le persone coinvolte nell’inchiesta, a partire dallo sceriffo di Frederick County, che ha mostrato sensibilità e professionalità in tutti i suoi interventi. L’avvocato sottolinea anche come le istituzioni italiane in USA (consolato generale ed ambasciata a Washington) siano state particolarmente attente e vicine nel gestire l’intero incidente.
Come è noto, la primogenita di Barbara Giomarelli, Amelia (5 anni), non era presente nella stanza, ma – uscita dal bagno in cui si trovava – ha visto la scena ed è corsa dai vicini. La piccola è stata immediatamente assistita da persone preparate, poi è arrivato lo zio, Graziano Giomarelli, assieme alla moglie. Persone a cui Amelia è affezionata e che conosce molto bene, dato che frequenta regolarmente Siena e la Contrada del Nicchio. Nel frattempo, però, la mamma di Barbara si è sentita male ed il figlio ha dovuto rientrare precipitosamente in Italia, lasciando alla moglie le incombenze relative al trasporto in Italia della salme per i funerali a Siena e tutti gli adempimenti di legge necessari.
Proprio questa mattina lo studio De Mossi ha provveduto ad inoltrare al tribunale di Siena un ricorso per l’affidamento della piccola ai parenti italiani: “la bambina ha anche la cittadinanza italiana, lo zio ne ha richiesto la tutela sulla base dei buoni rapporti con tutta la famiglia a Siena, dove la piccola è stata più volte e conosce la realtà locale e può trovare un ambiente idoneo alla sua normale crescita”. “Non risulta che ci sia stata una richiesta di affido da parte della famiglia del padre – ha aggiunto De Mossi -Ad ogni modo, Amelia ha dormito, ha giocato e sembra aver rimosso la tragedia che l’ha colpita, ma è tenuta sotto controllo affettuosamente 24 ore su 24”. Nel ricordare che i rapporti della donna assassinata erano ottimi con tutte la famiglia, il legale ha anche precisato che Barbara ed il fratello Graziano si erano sentiti per telefono qualche ora prima del delitto e che i contatti con gli altri parenti a Siena avveniva in media 4 o 5 volte alla settimana via Skype.