Tutti i programmi del tavolo interistituzionale

SIENA. “In questa fase di modifiche istituzionali profonde nel nostro Paese è necessario tenere alta la guardia e ben desta l’attenzione nei confronti di un fenomeno drammatico come la violenza contro le donne: le istituzioni si sono sempre impegnate e continueranno a dare il loro contributo coordinando e sostenendo tutte le iniziative utili”. Con queste parole l’assessore provinciale al welfare e alle pari opportunità Simonetta Pellegrini ha aperto il Tavolo interistituzionale contro la violenza alle donne che si è tenuto lunedì 31 marzo nella Sala dell’Aurora del Palazzo della Provincia.
I dati elaborati dall’Osservatorio Sociale Provinciale sono eloquenti: oltre cento donne si rivolgono ogni anno ai centri antiviolenza della provincia, soprattutto nella fascia di età tra i 40 e i 49 anni e e tra i 30 e i 39, una su tre ha un diploma di scuola superiore, le italiane costituiscono il 56 % del totale, la violenza è di natura psicologica, fisica ed economica, nel 57% dei casi il responsabile è il coniuge, al 62% degli episodi assistono i figli, ma solo il 67% delle vittime sporge denuncia.
“Esiste una parte sommersa cospicua di questo fenomeno – ha detto Pellegrini – che dobbiamo fare emergere sia con una campagna di sensibilizzazione intensa che faccia breccia sul piano culturale, sia con il lavoro della rete di sostegno che è nata in questi anni e che è diffusa in tutto il territorio, unita da un protocollo d’intesa siglato dalle diverse istituzioni e i centri antiviolenza. Contiamo poi sulla collaborazione di figure professionali interessate al problema come i medici, gli avvocati, le forze dell’ordine, tramite i loro organismi rappresentativi. E poi moltiplicheremo gli strumenti di informazione, su rete e cartacei, ultimo dei quali un utilissimo glossario in distribuzione in questi giorni. L’amministrazione provinciale, che sta svolgendo un ottimo lavoro grazie alla dedizione delle responsabili Silvia Brunori e Roberta Guerri, è in liquidazione, ma sembra che al nuovo ente di secondo grado che la sostituirà saranno attribuite le competenze in materia di pari opportunità, quindi anche la funzione di coordinamento territoriale”.
Silvia Brunori ha presentato la campagna di comunicazione curata dal Gruppo di Lavoro Sensibilizzazione in collaborazione con gli studenti dell’Istituto d’Arte Liceo Artistico Duccio di Buoninsegna di Siena, lavoro illustrato dal docente Giovanni Pala e dalla studentessa Elisabetta Bello. Quindi Albalisa Sampieri si è soffermata sulle linee guida per l’attivazione di percorsi formativi sulla violenza di genere e sul glossario curato dal Gruppo di Lavoro Formazione. Impegno e volontà di collaborazione sono stati riaffermati da Renato Saccone prefetto di Siena, Lucia Ferilli dell’ Associazione Aurore, Angelina Gerardi per il Centro Pari Opportunità della Valdelsa, Sabato Fortunato della Questura di Siena, Simonetta Sancasciani dell’Azienda USL7 Siena, Anna Coluccia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Siena, Paola Magneschi della Regione Toscana. Nelle conclusioni, Simone Bezzini presidente della Provincia di Siena ha ripercorso le linee di intervento seguite nel tempo dall’ente, un indirizzo che sarà alla base delle iniziative future, e ha espresso preoccupazione per un disegno di riorganizzazione degli enti in cui ancora non sono definite le competenze, anche in materia di pari opportunità e di politiche di genere.
I dati elaborati dall’Osservatorio Sociale Provinciale sono eloquenti: oltre cento donne si rivolgono ogni anno ai centri antiviolenza della provincia, soprattutto nella fascia di età tra i 40 e i 49 anni e e tra i 30 e i 39, una su tre ha un diploma di scuola superiore, le italiane costituiscono il 56 % del totale, la violenza è di natura psicologica, fisica ed economica, nel 57% dei casi il responsabile è il coniuge, al 62% degli episodi assistono i figli, ma solo il 67% delle vittime sporge denuncia.
“Esiste una parte sommersa cospicua di questo fenomeno – ha detto Pellegrini – che dobbiamo fare emergere sia con una campagna di sensibilizzazione intensa che faccia breccia sul piano culturale, sia con il lavoro della rete di sostegno che è nata in questi anni e che è diffusa in tutto il territorio, unita da un protocollo d’intesa siglato dalle diverse istituzioni e i centri antiviolenza. Contiamo poi sulla collaborazione di figure professionali interessate al problema come i medici, gli avvocati, le forze dell’ordine, tramite i loro organismi rappresentativi. E poi moltiplicheremo gli strumenti di informazione, su rete e cartacei, ultimo dei quali un utilissimo glossario in distribuzione in questi giorni. L’amministrazione provinciale, che sta svolgendo un ottimo lavoro grazie alla dedizione delle responsabili Silvia Brunori e Roberta Guerri, è in liquidazione, ma sembra che al nuovo ente di secondo grado che la sostituirà saranno attribuite le competenze in materia di pari opportunità, quindi anche la funzione di coordinamento territoriale”.
Silvia Brunori ha presentato la campagna di comunicazione curata dal Gruppo di Lavoro Sensibilizzazione in collaborazione con gli studenti dell’Istituto d’Arte Liceo Artistico Duccio di Buoninsegna di Siena, lavoro illustrato dal docente Giovanni Pala e dalla studentessa Elisabetta Bello. Quindi Albalisa Sampieri si è soffermata sulle linee guida per l’attivazione di percorsi formativi sulla violenza di genere e sul glossario curato dal Gruppo di Lavoro Formazione. Impegno e volontà di collaborazione sono stati riaffermati da Renato Saccone prefetto di Siena, Lucia Ferilli dell’ Associazione Aurore, Angelina Gerardi per il Centro Pari Opportunità della Valdelsa, Sabato Fortunato della Questura di Siena, Simonetta Sancasciani dell’Azienda USL7 Siena, Anna Coluccia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Siena, Paola Magneschi della Regione Toscana. Nelle conclusioni, Simone Bezzini presidente della Provincia di Siena ha ripercorso le linee di intervento seguite nel tempo dall’ente, un indirizzo che sarà alla base delle iniziative future, e ha espresso preoccupazione per un disegno di riorganizzazione degli enti in cui ancora non sono definite le competenze, anche in materia di pari opportunità e di politiche di genere.