Conferenza alla Caserma Bandini con i paràd della Folgore
SIENA. “La Liberazione di Siena”, questo il tema al centro della conferenza organizzata dal 186° Reggimento paracadutisti Folgore il 1 ottobre 2014 presso la caserma Bandini in Siena alla presenza del Prefetto di Siena, dott. Renato Saccone ed in collaborazione con la Sezione Provinciale dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia.
L’iniziativa si inserisce nell’ambito delle celebrazioni della Liberazione della provincia di Siena, avvenuta nel periodo che va dalla fine del 1943 e nel 1944 all’insegna della testimonianza e della memoria storica da trasmettere alle giovani generazioni. La presenza di Vittorio Meoni, presidente provinciale dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, testimone storico di quelle memorabili giornate, ha arricchito la commemorazione attraverso i ricordi personali ed i suoi insegnamenti. Anche per lui, una giornata commovente e significativa trascorsa in quella stessa caserma ove furono fucilati quattro giovani partigiani nel 1943 e dove il 13 marzo di ogni anno presenzia personalmente alla commemorazione.
La conferenza è stata anticipata dalla cerimonia dell’Alza Bandiera, presenziata dal Prefetto e dal comandante del 186° reggimento paracadutisti Folgore, Colonnello Roberto Trubiani ed a cui hanno partecipato il Presidente Provinciale dell’ANPI, dott. Vittorio Meoni e le autorità cittadine schierate con i baschi amaranto senesi.
Ad aprire la conferenza, il saluto ed il ringraziamento per i relatori e le autorità intervenute del Colonnello Roberto Trubiani, che ha evidenziato, tra l’altro, l’importanza della presenza di Vittorio Meoni, “preziosa presenza anche per l’amicizia che lo legava al Tenente Roberto Bandini, Ufficiale di questo reggimento, Eroe della Folgore e Medaglia d’Oro al Valor Militare, a cui è intitolata questa caserma”, e che conclude il suo interventodicendo quanto sia onorato ed orgoglioso di avere alle dipendenze i paracadutisti del 186 reggimento, “sono ragazzi valorosi, entusiasti, a volte esuberanti, in qualche occasione lo sono stati ma sempre pronti ad assolvere le missioni che l’Autorità politica ci assegna e i nostri Caduti ce lo ricordano sempre”.
Con una domanda, il Prefetto di Siena apre il suo intervento: “quale è il rapporto della Folgore con la città? Negli anni si è creato un legame straordinario con la città. Lo si deve ai comandanti, lo si deve ai parà, lo si deve ai senesi contrariamente a quel che si dice, chiusi, non è vero. E’ il rispetto che crea l’amicizia, quando ci si conosce e ci si rispetta profondamente il legame è saldissimo”.
Apprezzatissimo è stato poi è stato poi l’intervento del giornalista senese Juri Guerranti, autore del documentario “1944 – 2014 Siena Ricorda” che ha proiettato ai paracadutisti del 186 in sala, e che ha evidenziato il fondamentale contributo dato alla Resistenza dai militari all’indomani del 8 settembre del 1943. “I militari del regio esercito furono determinanti, come gli altri partigiani, nella lotta di Liberazione. Tra le formazioni combattenti che operavano nel senese vi erano quelle che erano legate a ciò che rimaneva del regio esercito, 42 ufficiali, 124 sottufficiali e 5.945 uomini di truppa. Come ha detto oggi il comandante – noi siamo servitori dello Stato democratico – se pensiamo che l’Italia è una Repubblica democratica, noi dobbiamo guardare a quel passato, guardare a quei militari della Resistenza che hanno avuto un ruolo importante nella lotta di Liberazione a fianco dei partigiani, gente comune, gente di ogni estrazione politica insieme ai militari, come spesso ricorda il Presidente della Repubblica”.
Infine, l’attesa testimonianza di Vittorio Meoni, che con la forza e la voglia di lottare che lo contraddistingue da sempre, ricorda l’importanza che la caserma Bandini riveste nella sua memoria e storia personale. “ A questa caserma mi lega un ricordo strettamente personale in quanto porta il nome di Roberto Bandini, colligiano come me e mio amico di famiglia. Ma ce n’è un altro di motivi che attiene ad uno dei momenti più drammatici della storia di Siena e d’Italia: la fucilazione di quattro partigiani per opera dei fascisti senesi della Repubblica di Salò. Ogni volta che varco l’ingresso di questa caserma e come se entrassi in un luogo per me sacro e mi appaiono i volti dei miei giovani compagni qui fucilati. Li abbiamo ricordati ogni anno, da quando per la prima volta una lapide dedicata al loro estremo sacrificio fu apposta nel luogo ove furono assassinati. E continueremo a ricordarli negli anni futuri. Se non saremo più noi che abbiamo combattuto al loro fianco, altri li ricorderanno, altri di generazioni successive alla nostra, protagonista diretta della vicenda resistenziale; altri di generazioni che vorranno raccogliere e custodire i valori che furono di tanti giovani vittime della barbarie nazifascista: sono i valori che in ogni epoca storica hanno contraddistinto gli uomini inermi e liberi dai loro persecutori assassini”.
Queste, le parole commosse rivolte dal presidente provinciale dell’ANPI Vittorio Meoni, che conclude ringraziando il comandante per l’ospitalità riservata con le parole “grazie per la sua sensibilità umana e patriottica”, “questa caserma con le sue memorie di valori patriottici è oggi in buone mani, le sue. Io sono certo di questo. “in questa occasione voglio riconfermarle tutta la vicinanza dei partigiani senesi per il prezioso servizio che le Forze Armate italiane svolgono anche in questo fortunato lungo periodo di pace della nostra Italia”.Per un giorno nella caserma Bandini i paracadutisti del 186 reggimento si sono fermati volendo desiderare di conoscere sempre più a fondo la storia della città che li ospita e del proprio Paese, anche attraverso testimonianze dirette, affinchè non si dimentichi mai e si coltivi tra i giovani il seme della pace e della libertà.
L’iniziativa si inserisce nell’ambito delle celebrazioni della Liberazione della provincia di Siena, avvenuta nel periodo che va dalla fine del 1943 e nel 1944 all’insegna della testimonianza e della memoria storica da trasmettere alle giovani generazioni. La presenza di Vittorio Meoni, presidente provinciale dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, testimone storico di quelle memorabili giornate, ha arricchito la commemorazione attraverso i ricordi personali ed i suoi insegnamenti. Anche per lui, una giornata commovente e significativa trascorsa in quella stessa caserma ove furono fucilati quattro giovani partigiani nel 1943 e dove il 13 marzo di ogni anno presenzia personalmente alla commemorazione.
La conferenza è stata anticipata dalla cerimonia dell’Alza Bandiera, presenziata dal Prefetto e dal comandante del 186° reggimento paracadutisti Folgore, Colonnello Roberto Trubiani ed a cui hanno partecipato il Presidente Provinciale dell’ANPI, dott. Vittorio Meoni e le autorità cittadine schierate con i baschi amaranto senesi.
Ad aprire la conferenza, il saluto ed il ringraziamento per i relatori e le autorità intervenute del Colonnello Roberto Trubiani, che ha evidenziato, tra l’altro, l’importanza della presenza di Vittorio Meoni, “preziosa presenza anche per l’amicizia che lo legava al Tenente Roberto Bandini, Ufficiale di questo reggimento, Eroe della Folgore e Medaglia d’Oro al Valor Militare, a cui è intitolata questa caserma”, e che conclude il suo interventodicendo quanto sia onorato ed orgoglioso di avere alle dipendenze i paracadutisti del 186 reggimento, “sono ragazzi valorosi, entusiasti, a volte esuberanti, in qualche occasione lo sono stati ma sempre pronti ad assolvere le missioni che l’Autorità politica ci assegna e i nostri Caduti ce lo ricordano sempre”.
Con una domanda, il Prefetto di Siena apre il suo intervento: “quale è il rapporto della Folgore con la città? Negli anni si è creato un legame straordinario con la città. Lo si deve ai comandanti, lo si deve ai parà, lo si deve ai senesi contrariamente a quel che si dice, chiusi, non è vero. E’ il rispetto che crea l’amicizia, quando ci si conosce e ci si rispetta profondamente il legame è saldissimo”.
Apprezzatissimo è stato poi è stato poi l’intervento del giornalista senese Juri Guerranti, autore del documentario “1944 – 2014 Siena Ricorda” che ha proiettato ai paracadutisti del 186 in sala, e che ha evidenziato il fondamentale contributo dato alla Resistenza dai militari all’indomani del 8 settembre del 1943. “I militari del regio esercito furono determinanti, come gli altri partigiani, nella lotta di Liberazione. Tra le formazioni combattenti che operavano nel senese vi erano quelle che erano legate a ciò che rimaneva del regio esercito, 42 ufficiali, 124 sottufficiali e 5.945 uomini di truppa. Come ha detto oggi il comandante – noi siamo servitori dello Stato democratico – se pensiamo che l’Italia è una Repubblica democratica, noi dobbiamo guardare a quel passato, guardare a quei militari della Resistenza che hanno avuto un ruolo importante nella lotta di Liberazione a fianco dei partigiani, gente comune, gente di ogni estrazione politica insieme ai militari, come spesso ricorda il Presidente della Repubblica”.
Infine, l’attesa testimonianza di Vittorio Meoni, che con la forza e la voglia di lottare che lo contraddistingue da sempre, ricorda l’importanza che la caserma Bandini riveste nella sua memoria e storia personale. “ A questa caserma mi lega un ricordo strettamente personale in quanto porta il nome di Roberto Bandini, colligiano come me e mio amico di famiglia. Ma ce n’è un altro di motivi che attiene ad uno dei momenti più drammatici della storia di Siena e d’Italia: la fucilazione di quattro partigiani per opera dei fascisti senesi della Repubblica di Salò. Ogni volta che varco l’ingresso di questa caserma e come se entrassi in un luogo per me sacro e mi appaiono i volti dei miei giovani compagni qui fucilati. Li abbiamo ricordati ogni anno, da quando per la prima volta una lapide dedicata al loro estremo sacrificio fu apposta nel luogo ove furono assassinati. E continueremo a ricordarli negli anni futuri. Se non saremo più noi che abbiamo combattuto al loro fianco, altri li ricorderanno, altri di generazioni successive alla nostra, protagonista diretta della vicenda resistenziale; altri di generazioni che vorranno raccogliere e custodire i valori che furono di tanti giovani vittime della barbarie nazifascista: sono i valori che in ogni epoca storica hanno contraddistinto gli uomini inermi e liberi dai loro persecutori assassini”.
Queste, le parole commosse rivolte dal presidente provinciale dell’ANPI Vittorio Meoni, che conclude ringraziando il comandante per l’ospitalità riservata con le parole “grazie per la sua sensibilità umana e patriottica”, “questa caserma con le sue memorie di valori patriottici è oggi in buone mani, le sue. Io sono certo di questo. “in questa occasione voglio riconfermarle tutta la vicinanza dei partigiani senesi per il prezioso servizio che le Forze Armate italiane svolgono anche in questo fortunato lungo periodo di pace della nostra Italia”.Per un giorno nella caserma Bandini i paracadutisti del 186 reggimento si sono fermati volendo desiderare di conoscere sempre più a fondo la storia della città che li ospita e del proprio Paese, anche attraverso testimonianze dirette, affinchè non si dimentichi mai e si coltivi tra i giovani il seme della pace e della libertà.
Tenente Colonnello Angelo Intruglio