Il Cittadino: "E' la cronaca, onorevole!"

Gentile Direttore,
quando, questo pomeriggio, ho iniziato a leggere il vostro articolo sulla vicenda de La Nazione (“Caso Tedeschini: il giornalismo perde ancora una volta la faccia“), mi sono sentito sollevato nel trovare che qualcuno ancora, nel mondo dell’editoria e dell’informazione, avesse la forza e la voglia di denuciare la deriva di un sistema, quello dei media italiani, ormai incancrenito in una inestricabile commistione tra interessi e potere al punto da aver perso la sua vocazione.
Con evidente sorpresa, dunque, ho letto di come avete inteso ribaltare il senso del mio intervento alla Camera sull’affaire Tedeschini per tacciare Italia dei Valori come il Partito che va a braccetto con quei poteri forti che hanno determinato le scelte attorno a Mps, come alla direzione della Nazione. Strano, molto strano, giacché leggendo l’incipit del vostro editoriale pareva quasi di riascoltare le mie dichiarazioni in Aula fuor di virgolette…
Dispiace, evidentemente, che tale livore possa portare a mistificare anche ciò che nelle parole e nelle intenzioni potrebbe rappresentare un’azione e un sentimento comune per la difesa della libera stampa e della dignità professionale di chi vi lavora. Ma tant’è. E’ la stampa bellezza! Lungi da me, certo, voler censurare il vostro che resta un legittimo, se pur discutibile e forzato, parere e diritto di cronaca.
Sono certo, però, che mi vorrete concedere – proprio in nome di questi ideali che apparentemente ci accomunano – di precisare il senso del nostro impegno e delle nostre posizioni nei confronti di Mps e della città di Siena che avete liquidato con troppa faciloneria.
E’ vero, un anno fa anche Italia dei Valori ha sostenuto la candidatura a Sindaco di Franco Ceccuzzi. Lo abbiamo fatto con lealtà – convinti che Ceccuzzi potesse rappresentare una vera svolta per la gestione impagliata e immobile della città – ma senza rinunciare alle nostre proposte e alla nostra identità. Sui tre punti chiave promossi da Idv, infatti, lo ricorderete bene, infiammò il dibattito politico in vista della costruzione dell’alleanza: l’urbanistica, l’università e, last but not least, una nuova e più aperta gestione della Fondazione Monte dei Paschi di Siena.
A distanza di quasi un anno esatto dalle amministrative, possiamo dirlo forte: ci avevamo visto giusto! Le cronache delle ultime settimane testimoniano con evidenza di quanto rinnovamento avrebbe bisogno da Fondazione.
Purtroppo, invece, le vecchie logiche di spartizione del potere, gli interessi dell’alta finanza in barba alla vera missione dell’Istituto (sostenere l’impresa e i lavoratori) l’hanno ancora una volta spuntata. Niente è cambiato se non i nomi di chi tira le fila del “Monte”. Ne sanno qualcosa i quasi tremila lavoratori che rischiano sulla loro pelle il futuro. E ne sa qualcosa anche l’ex direttore Mauro Tedeschini…
Vedere l’Italia dei Valori così facilmente accomunata – quasi fosse complice – a queste dinamiche non rende onore ai fatti né al diritto/dovere di cronaca. Da mesi, infatti, abbiamo iniziato e promosso – da soli! – una battaglia in difesa dei lavoratori di Mps, opponendoci alla nomina dell’inquisito Francesco Profumo ai suoi vertici, reclamando per la Banca un ritorno deciso alla sua funzione precipua: fare l’istituto di credito al servizio del territorio, non il broker a beneficio di pochi.
Fabio Evangelisti – Segretario Idv Toscana
Gentile Onorevole,
mi sento “onorata” per l’attenzione che ha voluto riservare al mio ultimo editoriale. E’ la prima volta che un segretario regionale IdV replica a viso aperto ad una chiara critica – che non intendo ritirare peraltro – giunta dalle pagine di questo giornale. Si vede che Lei non è un assiduo frequentatore di Siena dove vige la regola “Non ti genufletti? Ti ignoro, quindi non esisti”.
Fatto questo doveroso ringraziamento, mi creda, sincero, entro nel merito della mia “faciloneria”…
Apprezzando e sottoscrivendo in pieno il Suo intervento in Aula a difesa della libertà di stampa, non ho potuto esimermi dal ricordare come Lei, alle ultime elezioni amministrative a Siena, meno di un anno fa, ha sostenuto un candidato sindaco che non veniva da un altro pianeta, che non era stato paracadutato da un altro mondo ma che, sugli ultimi 15 anni di storia senese (di quella che conta e che incide sul futuro) ha lasciato la sua impronta digitale. Le nomine della Fondazione e, di conseguenza quelle della banca, della Provincia, del Comune e di tutte le istituzioni pubbliche e meno pubbliche che fanno capo a Siena, sono passate dalla sua testa alle sue mani. O sono state fatte alla sua presenza. Da segretario provinciale del Pd, Franco Ceccuzzi è stato artefice di una serie di scelte che oggi, alla luce di quanto sta avvenendo nella città del Palio, possono essere giudicate. E lascio la libertà di giudizio ai lettori.
Nessun livore, gentile Onorevole, per carità. Non nei confronti del Suo partito, che ho sempre seguito con estremo interesse. Al punto da venire spiazzata dalla scelta di correre con il Pd anche a Siena. Proprio per quella anomalia tutta senese che ha reso un partito di sinistra – o di centrosinistra – totalmente scollegato dalla sua storia non tanto passata. Quella di Enrico Berlinguer, per intenderci. E che resta l’unica sinistra che mi sento di poter apprezzare, che mi sento di riconoscere.
Se la mia osservazione è frutto di faciloneria – mi consenta – il Suo credere che un eventuale accordo con il Pd senese (strettamente collegato se non “amalgamato” o ancora “fuso” alla “casta senese”) avrebbe potuto cambiare il corso delle cose e modificare, anche solo in parte, o influenzare in senso positivo il modus operandi di questa lobby politico-bancaria-amministrativa, Lei come lo commenterebbe?
Non mi sono sfuggite le iniziative dell’Italia dei Valori sulle vicende di Banca Mps; le dichiarazioni contrarie alla scelta di Profumo come futuro presidente della Banca; la difesa dei lavoratori e tutto il resto. E sul mio giornale tutte queste scelte sono state pubblicate con rispetto ed attenzione. Ma dopo la scelta di “scendere in campo” con le “cariatidi” della politica senese, origine e causa dei mali della banca (o forse mi sbaglio ancora una volta per troppa superficialità e poca conoscenza!) ogni opposizione messa in atto oggi appare del tutto inutile, priva di effetto. A prescindere, come diceva Totò.
Non sono un politico – non ne avrei la stoffa, evidentemente – ma forse avrei fatto quello che alcuni dei rappresentanti di IdV a Siena, ad aprile 2011, avevano sperato: andare contro. Probabilmente le indicazioni da Roma non lo avrebbero permesso. E questo è tutto.
Un ultimo, personalissimo, appunto (spero non me ne voglia) sugli ideali che “apparentemente ci accomunano”. Io, ogni giorno, mi ritrovo a lavorare sul mio giornale cercando, nel mio piccolo, di poter offrire uno spazio di informazione libera, aperta a tutti i contributi, senza censure. Un lavoro che non viene remunerato da nessun “partito” nè sostenuto in toto o in parte dallo Stato. Ho vissuto e vivo ancora momenti difficili in cui lo sconforto diventa un pesante compagno. Ma, sostenuta dalla mia redazione, non mi arrendo. Proprio nel rispetto di quella professione che ho scelto e che sopravvive solo se LIBERA. Sui miei ideali, mi creda, non c’è da dubitare. Per tutto il resto… errare humanum est!
Cordialmente
Raffaella Zelia Ruscitto